"GIOVANI IMPRENDITORI: SUCCESSO E RESPONSABILITÀ SOCIALE"
La responsabilità sociale e la competitività sul mercato: due facce di una stessa medaglia che devono andare di pari passo se un'impresa vuole garantirsi la sopravvivenza e il successo sul panorama nazionale e internazionale: se ne è parlato lunedì scorso in Camera di Commercio dove il tavolo di coordinamento dei Gruppi Giovani Imprenditori e la Camera di Commercio ha organizzato il convegno "Giovani imprenditori: successo e responsabilità sociale".
Al centro della riflessione si è posta l'analisi delle possibilità di crescita delle imprese del nostro territorio, gli impulsi da offrire ai giovani che vogliono intraprendere un'attività, anche nell'ottica di una crescente responsabilità sociale delle imprese nei confronti della realtà territoriali.
Il primo a prendere la parola è stato il presidente della Camera di Commercio, Emanuele Bertolini, che ha descritto come un grande gesto di responsabilità sociale il fatto di destinare cinque milioni di euro alla viabilità e ha sottolineato come «al contrario di quanto si legge in questi giorni non è vero che il 50% delle imprese fa lavoro nero».
In seguito, dopo i saluti del presidente della Provincia Fiorello Provera, il sociologo Aldo Bonomi ha tracciato alcune linee guida: «Bisogna avere un approccio verso la responsabilità sociale - ha spiegato Bonomi - che incorpori il rapporto con il territorio e lo tenga sempre ben presente, riconoscendo come azionisti tutti i soggetti con i quali l'impresa ha rapporti; inoltre i giovani imprenditori devono fare i conti con altre ideologie diverse dalla responsabilità sociale, come quella secondo cui i meccanismi di modernizzazione sono una minaccia e non un'opportunità e sono necessarie variabili di decrescita; inoltre, è necessaria la manutenzione dell'ambiente e una modernizzazione sociale, perché non è possibile accettare la fenomenologia che qui porta troppo spesso i giovani al suicidio». Dopo Bonomi sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni di categoria: Gualtiero Sertori, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Sondrio, ha sottolineato la necessità di rendere compatibili le esigenze dell'industria e dell'ambiente. Stefano Ramponi (Confartigianato Imprese Sondrio) ha sottolineato come la vitalità dell'artigianato valtellinese sta nella "cultura del saper fare", nei valori prodotti dagli artigiani stessi: la dedizione al proprio lavoro, il senso del dovere, l'attaccamento alle tradizioni e alla propria terra, l'attenzione alla sicurezza e il rispetto dell'ambiente. Tutti questi valori rappresentano concretamente un vero codice morale che gli imprenditori artigiani di queste nostre Valli si portano dentro da sempre."
Infine, dopo l'intervento di Amanda Della Moretta, presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Coldiretti Sondrio e di Bruno Sem, presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Sondrio, ha ripreso la parola Aldo Bonomi: «Stasera ho visto una maturità che non avevo colto nei giovani imprenditori. In provincia c'è una questione di "tappi da liberare", cioè la necessità di aprire la strada ad energie nuove che altrimenti vedrebbero come alternativa quella dell'esodo o il silenzio».