“BORMIO NON MOLLA LA COPPA DEL MONDO DI SCI”

Dopo il successo della libera, ormai classica intrenazionale di fine anno sulla Stelvio sempre perfetta

Bormio (SO), 29 dicembre ■ Un grande risultato, dal punto di vista agonistico, ma anche sotto il profilo organizzativo. Lo afferma Maurizio Gandolfi, direttore generale del Comitato che dal 1993 organizza a Bormio la Coppa del Mondo e che quest’anno ha riportato in Alta Valle le World Cup Grand Finals, che si disputeranno dal 12 al 16 marzo 2008.

«Siamo decisamente soddisfatti dello spettacolo che la nostra cittadina ha saputo offrire ancora una volta, confermandosi come una località unica al mondo dal punto di vista agonistico» ha detto Gandolfi. «Credo che ci siano tutte le condizioni per affermare che Bormio non ha alcuna intenzione di rinunciare alla discesa libera del 29 dicembre, una classica irrinunciabile, come ha dichiarato persino Bode Miller in conferenza stampa».

La discesa di oggi era attesa anche come una sorta di prova generale per le Finali di marzo. Sotto questo aspetto, Gandolfi ribadisce gli impegni che il Comitato Organizzatore si è assunto davanti al mondo sportivo e alla cittadinanza valtellinese: «Al di là dell’aspetto agonistico» dice «le Finali sono uno straordinario evento, una vera e propria festa delle neve. Nella giornata di sabato saranno premiati i trentatré migliori atleti. È quasi una mezza Olimpiade. Noi siamo pronti ad affrontare anche questa nuova sfida, e garantiremo anche gli impegni sociali che ci siamo assunti, con un’ampia attività di carattere benefico.»

Al contrario di quanto a volte si è sostenuto, gli stessi turisti hanno potuto beneficiare dei lavori fatti in vista delle gare. Gli ospiti di Bormio hanno potuto sciare sulla Stelvio fino al giorno prima delle prove e, oggi, a gara conclusa, hanno la possibilità di sciare anche in notturna. Le ottimali condizioni di innevamento permetteranno del resto di usufruire delle piste fino a primavera inoltrata.

«Le condizioni meteorologiche ci hanno aiutato» ha dichiarato l’ingegner Pasquale Canclini, responsabile dell’innevamento della SIB SpA. «L’anno scorso abbiamo impiagato quaranta giorni per ottenere i 100.000 metri cubi di neve necessari per lo svolgimento delle gare. Quest’anno, grazie al freddo intenso, abbiamo ottenuto lo stesso risultato in cinque giorni scarsi. Potevamo accontentarci, ma in vista delle Finali di marzo abbiamo pensato che fosse meglio garantirsi una scorta ulteriore, per motivi di carattere economico: costa meno produrre neve quando fa freddo. Abbiamo così raggiunto la bellezza di 400.000 metri cubi di neve.»

I risultati di questo sforzo organizzativo sono visibili. «Le condizioni della pista oggi erano eccellenti, e i commenti entusiastici» continua Canclini. «Ricordiamoci poi che le Finali si svolgono in marzo, un mese dopo il periodo in cui si sono svolti i Mondiali. Ma soprattutto saranno i turisti a usufruire al meglio degli effetti del lavoro fatto. Già oggi, subito dopo la gara, abbiamo potuto “restituire” la pista agli appassionati senza alcuna difficoltà.»

Quanti cannoni sono stati utilizzati? «Sulla Stelvio sessanta, di cui due assolutamente nuovi: si tratta di due macchine strepitose, quasi futuristiche, che abbiamo appunto testato per primi e che abbiamo usato all’uscita del Bosco Basso.»

Soddisfazione per la gara la esprime anche Tino Pietrogiovanna, il nuovo direttore di pista che ha preso il posto di Aldo Anzi. «È stata una gara tirata al massimo» ha detto Pietrogiovanna. «Sapevamo che nelle prove gli atleti più forti avrebbero provato le linee, senza forzare al massimo. Poi oggi lo spettacolo si è visto. Per noi è stata dura arrivare con tutto pronto al momento della prima prova, perché quest’anno abbiamo prodotto tanta neve, e avevamo il problema di compattarla adeguatamente. Anche per questo, rispetto agli altri anni, è stata presa la decisione di far sciare i turisti sulla Stelvio fino all’ultimo giorno, in modo che diventasse più facile poi compattare la neve, senza fresarla.»

I problemi maggiori? «Dove abbiamo fatto un grosso lavoro insieme a Pier dei Cas e ai suoi aiutanti con i gatti delle nevi è stato alla partenza fino a dopo il salto della Rocca. Lì abbiamo dovuto spegnere i cannoni, abbiamo preso l’acqua con delle colotte, e abbiamo bagnato la neve, che poi abbiamo cingolato con i gatti, fissandoli in cima per impedire che scivolassero indietro. In sostanza, la neve è stata deposta bagnata (in modo che attaccasse), con la lama. Questa operazione è stata fatta alla partenza e nella Carcentina (dalla curva di entrata fino a metà diagonale). Dopo che la neve è stata tirata su, l’abbiamo fresata e barrata per mezzo di due tubi di ferro di sei metri, che attraverso opportuni fori rilasciano dell’acqua che entra in profondità.»

Quali novità sono state introdotte nel tracciato? «Avendo molta neve a disposizione, quest’anno siamo partiti dalla casetta, direttamente sulla massima pendenza (da diversi anni invece si partiva in diagonale, a destra della casetta). Questo ha comportato una piccola semicurva prima di entrare al salto della Rocca» continua Pietrogiovanna. «Inoltre, avendo fatto sciare la gente fino al Ciuk, siamo riusciti a fare molte ondulazioni per sfruttare tutta la larghezza della pista. Sul dente del salto di San Pietro avevamo più neve del solito e quindi è aumentata la pendenza. Nel piano di San Pietro, poi, proprio perché avevamo la pista larga, abbiamo introdotto una semicurva che costringeva gli atleti a spostarsi prima sulla sinistra e poi più a destra, mentre in altri anni si andava più diretti. Infine, all’altezza del Bosco Basso è stato costruito un dosso di neve artificiale prima di arrivare al salto del traguardo. Questo significa che l’atleta che aveva già tirato fuori tutto doveva fare un’ulteriore sforzo prima di tirare il respiro.»

Un bilancio a esperienza conclusa? «Estremamente positivo» conclude Pietrogiovanna. «Venendo da Santa Caterina ho trovato a Bormio una grande collaborazione, in particolare da parte della SIB e del suo responsabile Pasquale Canclini, e poi da parte di Pier Dei Cas. Il loro contributo mi ha permesso di lavorare al meglio con i miei uomini, responsabili di settore: Chicco Pedrini, Stefano Anzi, Roberto Pedrini, Giuseppe Rainolter. Inoltre un grosso lavoro hanno dovuto farlo Giorgio Furli e i suoi collaboratori, responsabili del colore sulla pista. Oltre che Lino Garbellini, responsabile dei guardiaporte, e Simone Foppoli, responsabile dei lisciatori.»

CSB

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