UNA DELLE PIÙ CHIARE E CORAGGIOSE DICHIARAZIONI SUI DISORDINI DEL CALCIO E SUGLI ULTRA, QUELLA DI GIGI RIVA
Da giovane, quando trascinava il Cagliari allo scudetto, sono stato un appassionato tifoso di Gigi Riva. Da grande devo dire di avere sentito da lui una delle più chiare e coraggiose dichiarazioni sui disordini del calcio e sugli ultra. Il che dimostra che non solo è stato un grande campione, ma è una persona seria e intelligente.
Lunedì Gigi ha detto senza mezzi termini di avere visto alla tv gli attacchi degli ult ras romani alle caserme e di essersi chiesto che differenza vi fosse tra questi e i terroristi. Nessuna, ha concluso. E se sono come i terroristi trattiamoli come tali e combattiamoli con gli stessi mezzi. E sino a che non sono debellati, chiudiamo gli stadi. E' necessario chiudere gli stadi per tre o quattro mesi? Pazienza, chiudiamoli anche per sempre, piuttosto che vedere cose di questo genere.
Bravo Gigi, hai inquadrato il problema. Il vero problema non è la polizia, come dicono milioni di persone accecate da una informazione folle. Le forze di polizia che tutelano l'ordine sono un perno della democrazia e dello stato di diritto. Vanno controllate, va punito chi eccede o chi sbaglia, ma vanno sostenute in pieno quando fronteggiano la violenza. Che l'errore del poliziotto di Arezzo sia costato la vita a un povero giovane è un dramma, ma è qualcosa che rientra purtroppo nelle vicende umane, e tutto autorizza a pensare che non si ripeterà più. Ma il vero dramma, che dura ormai da anni, e non sembra affatto sul punto di terminare, è la violenza degli ultra, è l'esistenza di migliaia di persone che fanno dello stadio l'occasione per una violenza fine a sé stessa che non ha nulla a che vedere con il tifo, e meno che mai con lo sport.
Contro tutto questo si sta facendo poco, o forse nulla. Non vedo una azione di polizia adeguata. In Inghilterra gli hooligans sono stati debellati. Non è possibile che da noi la polizia non sia in grado di sapere chi sono i violenti abituali dei vari stadi, e non riesca a prevenirli e controllarli. Non vedo un messaggio chiaro di condanna di tutto questo, di isolamento dei violenti e di sostegno alle forze di polizia quando devono fronteggiarli. Lunedì, nei commenti di tanta stampa e di moltissime persone, la vera condanna era per il poliziotto di Arezzo, e non per le centinaia di violenti che hanno devastato interi quartieri romani.
Che ci si dica quindi con chiarezza che cosa si può o si vuole fare. Se poi la cosa è inarrestabile si abbia il coraggio di chiudere gli stadi, come ha detto Gigi Riva. Il peggio sarebbe non avere il coraggio di fare né l'una né l'altra. Che spesso è il male tipico dell'Italia, con i risultati che vediamo tutti i giorni
Mario Segni