Contributi esterni: argomento proposto da Nemo Canetta: Ecco a voi un altro esempio di come si pensa (e s'agisce) nell'Alto Adige di oggi.
Carissimi Amici, Direttori
e "compagni in internet",
come sapete di recente ho preferito rinunciare ad un ben
retribuito lavoro, piuttosto che accettare la "visione
Sudtirolese" della Grande Guerra, che mi veniva imposta
(...da un Ente valtellinese ..!).
Ecco a voi un altro esempio di come si pensa (e
s'agisce) nell'Alto Adige di oggi, Paese ove, come
escursionista e turista, mi trovo benissimo, sia ben
chiaro; come appassionato di storia, assai meno!
Una nota agli amici di sn: ma come potete, a Bz,
sostenere un governo locale, con la SVP, tanto
impregnato di pangermanesimo, conservatorismo e
"revisionismo" storico ?!?
Ed agli amici di dx, invece, dico: ma non sarebbe ora di
dire alla SVP ed amici del luogo "... non volete a
nessun costo, essere italiani? Benissimo, arrivederci e
siate felici con la vs indipendenza, assumendovi ogni
onore ed onere ..!".
Ovviamente, per stare in EU, dovrebbero rinunciare a
tutti quei privilegi che nel ns continente nessuno può
permettersi.
Come i "posti sicuri" assegnati su base linguistica.
Potrebbero cercare di farsi "annettere" dall'Austria, ma
dubito che li vorrebbero. Una amica del Tirolo del Nord,
parlando dei Sudtirolesi, affermava, con una notevole
sufficienza "... per lamentarsi di Roma, vanno a Vienna,
per lamentarsi di Vienna, vanno a Roma ..!"; insomma,
anche al di la del Brennero non sono troppo popolari!
Ecco a voi, comunque, quanto ho appena inviato all'Amica
Uta Radakovic, magna pars del turismo aatesino ed
addetta ai giornalisti di lingua italiana, a Bz.
Nemo (Canetta)
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Carissima Uta,
siamo arrivati sotto una pioggia battente in Val
d'Ultimo e possiamo fare un primo punto delle ns (quasi)
vacanze SudTirolesi.
In Val Mazia abbiamo trovato un ambiente ottimale per
l'escursionismo (voto 10), sentieri ben segnalati (voto
9, solo in tedesco), un buon albergo (cucina 7/8, calore
umano 7, camera 8).
Parecchi tedeschi ma non pochi italiani.
A parte alcune cime ed altre belle escursioni siamo
stati ricevuti dal Conte Trapp di Castel Coira (!?!), e
siamo passati all'Ufficio Turistico di Malles a salutare
Carla.
Bene anche i dintorni (Slingia, Val Roia, voto 9/10).
Qui in Val d'Ultimo è un po' presto per dire ma
accoglienza 8 e camera 7 1/2. Meglio pure la colazione
(fino alle 10) e la cena (fino alle 19.30 - a Mazia fino
alle 19.00 era un po' prestino!). Stube per
l'escursionista (con computer che fa l'animazione della
gita) voto 10, cura dell'ambiete 9/10.
Tutto bene, quindi ma ...
... ma c'è un ma.
Come ben sai nulla di più lontano da noi Canetta della
frase "... siamo in Italia e quindi ...".
Però abbiamo la spiacevole impressione che la SVP stia
un po' esagerando.
Già in Alta Val Venosta avevamo notato parecchie scritte
solo in tedesco.
E va bene! Non sottilizziamo, ci siamo detti.
Ma a Lana, ove ci siamo fermati a mezzodì di oggi,
abbiamo trovato cose che, come amici del SudTirolo ci
hanno scocciato parecchio:
- Museo della Frutticultura: didascalie solo in tedesco
e solo scarni riassunti in italiano.
Così si perdono gran parte dei dati, che deduco assai
interessanti, da figure e disegni.
- Museo "militare", sopra quello della frutticultura:
non una riga in italiano. I pochi italiani che firmano
il registro, se ne lamentano tutti.
- Ma il massimo lo abbiamo verificato al Palazzo
Raiffaisen, sempre a Lana, ove c'è una Mostra sul Fronte
del Tirolo : "Die Tiroler Front 1915-18", da parte di
Schuetzenbund, AlpenVerain e Heimatpflegeverband
Suedtirol.
In italiano solo un foglio con i titoli dei tabelloni,
null'altro che spieghi più dettagliatamente testi, foto,
cartine, ecc. Tabelloni peraltro assai ben fatti, ricchi
e certo interessanti.
L'UNICO TESTO TRADOTTO era una "sparata" contro
l'Italia, i Savoia, il Governo d'allora, tutti
traditori, fedifraghi, profittatori ed indegni e chi più
ne ha, più ne metta: parrebbe quasi che la colpa di
tutto ciò che è stata la Grande Guerra (ed il seguito)
sia nostra!
Francamente, questione linguistica a parte, mi pare che,
a quasi un secolo dalla fine della Grande Guerra, certe
tematiche siano assai "datate" ed antistoriche.
Tutti avemmo torti, tutti ne subimmo ed il Tirolo non fu
certo, tra tutte le Nazioni d'allora (e del secondo
dopoguerra), quello che fu trattato peggio! Ai tedeschi
dei Sudeti, della Slesia e della Prussia è andata molto,
ma molto peggio!
L'impressione negativa si è rafforzata leggendo
"Escursioni sulle Cime del SudTirolo", di Manara, Atesia
edizioni.
Che si usino solo i toponimi tedeschi, per cime che, in
Italia, tutti conoscono con un altro nome non è
gradevole ma passi ...
Ma assai più sgradevole (sono stato Consigliere del CAI
Milano, per circa 20 anni) è che parlando di rifugi
vengano sempre citate le sezioni tedesche che li
costruirono, prima della Grande Guerra, e MAI quelle del
CAI che, nel bene e nel male, li hanno portati avanti,
restaurati, sistemati, negli 80 anni successivi! Sembra
quasi che si voglia "annullare" tutto quanto riguarda
l'Italia, portando indietro l'orologio della storia. Un
esempio: che senso ha, oggi, parlare di Rifugio Stettino
(rifugio situato in Alta Passiria), quando quella città,
dal 1945 è in Polonia ?!?
Scusa la franchezza ma, ben conoscendo la tua
preparazione, professionalità e cultura, non credo che
tu condivida tutto ciò.
Del resto, siamo tutti in EU (ci piaccia o no ...), non
sarebbe allora il caso di mettere una bella pietra sopra
vicende di quasi 100 anni orsono e di pensare al futuro,
di Italiani, Tedeschi, Austriaci e SudTirolesi !??
A presto.
Nemo
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PS. tre note di chiarimento:
- l'AlpenVerain è l'associazione degli alpinisti
sudtirolesi.
E' l'unico caso, che io sappia, di Club Alpino "etnico",
ufficialmente riconosciuto, a livello internazionale.
Infatti, per il buon cuore del CAI, fu ammesso al
consorzio dei Club Alpini mondiali. Il ringraziamento lo
leggete qui sopra. Ve lo immaginate il CAF (Club Alpino
Francese) che chiede il riconoscimento internazionale
del Club Alpinu Corsu ?!?
- a proposito di rifugi: il CAI Mi ne adottò parecchi,
nel primo dopoguerra.
Li risistemò, li curò, li restaurò. Almeno in un caso,
il Rif. Schaubach, oggi Città di Milano, sopra Solda,
l'edificio, per eventi bellici, era un rudere.
Il CAI Milano, con una sottoscrizione pubblica, lo
ricostruì. Oggi, per i sudtirolesi, il rif. Città di
Milano non esiste, si chiama ancora Schaubach!
- un'ultima notazione, per gli amici svizzeri. Su di un
altro libro, molto importante e gettonato, edito dalla
Atesia (tra parentesi: casa editrice della SVP), si
legge che dopo la battaglia della Calva, in alta Venosta
(XV secolo), l'esercito reto-svizzero incrudelì
orrendamente contro la popolazione civile, massacrando
ed incendiando. Tutto vero.
Peccato che il sudtirolese autore dei testi si sia
"dimenticato" di ricordare che il tutto non fu altro che
la ritorsione ad un'incursione tirolese, in Engadina, in
cui i soldati tirolesi non ebbero pietà per nessuno.
Ma nella storiografia sudtirolese loro sono sempre
"buoni", gli altri sempre "cattivi", siano italiani,
francesi o svizzeri!
GdS 10 VIII 2005 - www.gazzettadisondrio.it