ERO IO, QUELLA - RICORDO DI INGMAR BERGMAN, IL GRANDE REGISTA SVEDESE
Eccitatissimi, compressi come fettine di salame in un panino, eravamo tutti lì, nella sala stampa dell’Excelsior ad aspettare ed incontrare lui, il genio cinematografico, un po’ pazzoide, un po’ misantropo, un po’ triste, un po’ tutto quello che ciascuno sogna sia un regista grande come lui: Ingmar Bergman, un uomo incensato dal mondo intero, con tanti premi Oscar alle spalle, con riconoscimenti di ogni genere da far rabbrividire chiunque.
Lui entra ( siamo nel 1983, dopo la proiezione di Fanny ed Alexander, una saga familiare, bellissima ma intrecciata agli eterni problemi del vivere secondo la morale luterana), si siede al centro del tavolo, sommerso da grida di “bravo”, “sei l’unico” e flagellato da mille flash. Al coordinatore della conferenza stampa, riesce difficile riportare un minimo di ordine, affinché si possano porre delle domande al famoso, quanto difficile regista. Dopo la solita domanda banale sulla realizzazione tecnica del film, gli chiedo a bruciapelo: - Signor Bergman, che cos’ è per lei l’amore? E perché in tutti i suoi film si respira sempre quell’aria triste ? Ciò è dovuto alla sua formazione luterana??? La cosa più bella è che io sono seduta in una terza fila ed essendo piccola, lui non può assolutamente vedermi. Invece, sebbene i flash continuano ad oscurare la sua visione della platea, mi cerca con gli occhi, mettendosi la mano davanti alla fronte e non risponde prima di avermi vista in faccia. Sono così costretta ad alzarmi, lui mi vede, bella, radiosa e rossa e non fa che sorridermi. E risponde alle mie domande, con un garbo e una cortesia di antico cavaliere.
Mi dice, in sintesi, che l’amore è la vita, che chiunque non può che essere felice che esista, che sicuramente nei suoi molti film si respira l’etica luterana che ha tentato di “alleggerire”, ma che gli è rimasta impressa nella pelle. E’, in ogni caso, difficile sfuggire al proprio destino.
A Venezia che l’onora sempre, è stato stimato come un “signore del cinema”. Oggi, che è morto all'età di 89 anni, il regista svedese Ingmar Bergman, è sicuramente uno dei più grandi registi da quando è stata inventata la cinepresa. Autore di capolavori come "Il settimo sigillo", "Scene da un matrimonio", "Il posto delle fragole", "Fanny e Alexander" e "La fontana della vergine", vincitore di tre Oscar nel 1960, lo ricorderò così, come se chiudesse la porta della vita con la sua solita delicatezza. Di lui rimarrà il ricordo e tutte le sue opere.
Chi è Ingmar Bergman
L'infanzia di Ingmar è marcata dalla rigida figura paterna, essendo figlio di un pastore luterano. Si laurea all'Università di Stoccolma dove, contemporaneamente, dirige un gruppo filodrammatico. Nel 1939 gli viene offerto il lavoro di aiuto regista al Teatro Reale dell'Opera di Stoccolma. Scrive la sceneggiatura del film di Alf Sjöberg "Spasimo"(1944), esordisce come regista l'anno successivo con "Crisi". Dopo "Piove sul nostro amore"(1946) è con "La prigione" (1948) che si delineano i temi ricorrenti dei film di Bergman: Dio, il Diavolo, il tormento spirituale. Il primo grande successo lo ottiene nel 1950 con "Un'estate d'amore", film sulla rievocazione dell'adolescenza, che viene presentato a Venezia. Dopo "Donne in attesa" "Monica e il desiderio" entrambi del 1952, la prova più convincente del regista è "Una vampata d'amore" (1953). In quegli anni però il film che ottiene maggiori consensi è "Il settimo sigillo" (1957) ambientato in un suggestivo Medioevo, in cui il protagonista gioca una partita con la Morte. Con "Il posto delle fragole" (1958) Bergman ottiene la prima delle cinque nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura, mentre l'anno successivo ottiene a Cannes il premio come migliore regista per "Alle soglie della vita". Con "La fontana della vergine" (1959) si ritorna nel Medioevo; "L'occhio del Diavolo" (1960) è un preludio alla trilogia di "Come in uno specchio" (seconda nomination all'Oscar per la sceneggiatura), "Luci d'inverno" (entrambi del 1962) e "Il silenzio" (1963). Nel 1969 gira "Passione" e nel 1973 con "Sussurri e grida", ottiene una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura e vince un premio a Cannes. Si riconferma così nel cinema internazionale. Nel 1972 gira "Il flauto magico", prima del clamoroso arresto due anni dopo con l'accusa di evasione fiscale, per cui è costretto a lasciare la Svezia. Nel 1977 con "L'uovo del serpente", prodotto da Dino De Laurentiis, argomenta le radici del fascismo. Dirige l'attrice connazionale Ingrid Bergman in "Sinfonia d'autunno" del 1978, per il quale ottiene l'ennesima nomination all'Oscar alla sceneggiatura. L'ultimo suo film per il grande schermo è del 1982 ed è intitolato "Fanny ed Alexander" con il quale vince diversi David di Donatello come miglior regista straniero e migliore sceneggiatura straniera, due nomination all'Oscar, per la migliore regia e sceneggiatura, e il premio FIPRESCI al Festival del Cinema di Venezia. Nel 2003 ha realizzato la pellicola "Saraband", con Liv Ullmann e Erland Josephson.
Ingmar Bergman, Leone d’Oro alla carriera 1971
Cosa ha detto: « In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà »(dall'autobiografia Lanterna magica, 1987).
Filmografia
Regista cinematografico Crisi (Kris) (1946)
• Piove sul nostro amore (Det regnar på vår kärlek) (1946)
• La terra del desiderio (Skepp till India land) (1947)
• Musica nel buio (Musik i mörker) (1947)
• Città portuale (Hamnstad) (1948)
• Prigione (Fängelse) (1949)
• Sete (Törst) (1949)
• Verso la gioia (Till glädje) (1949)
• Ciò non accadrebbe qui (Sånt händer inte här) (1950)
• Un'estate d'amore (Sommarlek) (1951)
• Donne in attesa (Kvinnors väntan) (1952)
• Monica e il desiderio (Sommaren med Monika) (1953)
• Una vampata d'amore (Gycklarnas afton) (1953)
• Una lezione d'amore (En lektion i kärlek) (1954)
• Sogni di donna (Kvinnodröm) (1955)
• Sorrisi di una notte d'estate (Sommarnattens leende) (1955)
• Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet) (1956)
• Il posto delle fragole (Smultronstället) (1957)
• Alle soglie della vita (Nära livet) (1958)
• Il volto (Ansiktet) (1958)
• La fontana della vergine (Jungfrukällan) (1960)
• L'occhio del diavolo (Djävulens öga) (1960)
• Come in uno specchio (Såsom i en spegel) (1960)
• Luci d'inverno (Nattvardsgästerna) (1963)
• Il silenzio (Tystnaden) (1963)
• A proposito di tutte queste... signore (För att inte tala om alla dessa kvinnor) (1964)
• Persona (1966)
• Stimulantia (1967) - episodio "Daniel"
• L'ora del lupo (Vargtimmen) (1968)
• La vergogna (Skammen) (1968)
• Il rito (Riten) (1969)
• Passione (En passion) (1969)
• L'adultera (Beröringen) (1971)
• Sussurri e grida (Viskningar och rop) (1973)
• Scene da un matrimonio (Scener ur ett äktenskap) (1973)
• Il flauto magico (Trollflöjten) (1974)
• L'immagine allo specchio (Ansikte mot ansikte) (1976)
• L'uovo del serpente (The Serpent's Egg) (1977)
• Sinfonia d'autunno (Höstsonaten) (1978)
• Un mondo di marionette (Aus dem Leben der Marionetten) (1980)
• Fanny e Alexander (Fanny och Alexander) (1982)
• Vanità e affanni (Larmar och gör sig till) (1997)
Regista televisivo [modifica]
• Venetianskan (1958)
• Rabies (1959)
• Ovader (1960)
• Ett Dromspel (1963)
• Don Juan (1965) - miniserie
• Il rito (Riten) (1969)
• Misantropen (1974)
• Dopo la prova (Efter repetitionen) (1984)
• Il segno (De Två saliga) (1986)
• Karin's Face (1987) - cortometraggio
• Markisinnan De Sade (1992)
• Bakanterna (1993)
• Sista Skiket (1995)
• The Image Maker (Bildmakarna) (2000)
• Sarabanda (Saraband) (2003)
Libri scritti da Bergman
• Pittura su legno (1955), Einaudi (ISBN 8806160362)
• Fanny e Alexander. Un romanzo (1987), Ubulibri (ISBN 8877480661)
• La lanterna magica (1990), Garzanti (ISBN 881167414X)
• Nati di domenica (1993), Garzanti (ISBN 8811650682)
• Con le migliori intenzioni (1994), Garzanti (ISBN 8811669995)
• Conversazioni private (1999), Garzanti (ISBN 8811668727)
• Il quinto atto (2000), Garzanti (ISBN 8811662362)
• Ingmar Bergman: tutto il teatro (2000), Ubulibri (ISBN 887748148X)
Libri su Bergman
I sussurri e le grida (1988), di Guido Aristarco, Sellerio Editore
• Conversazione con Ingmar Bergman (1990), di Stig Björkman e Olivier Assayas, Lindau (ISBN 8871802748)
• Ingmar Bergman (1993), di Sergio Trasatti, Il Castoro Cinema (ISBN 8880330101)
• I re del cinema (1999), di Costanzo Costantini, Gremese (ISBN 8877420685)
• Ingmar Bergman (1999), Gremese (ISBN 8877423382)
• Ingmar Bergman. Segreti e magie (2000), di Sergio Arecco, Le Mani (ISBN 8880121545)
• Fårö, la Cinecittà di Ingmar Bergman , di Aldo Garzia, (2001), Sandro Teti editore, (ISBN 88-88249-02-8)
• Ingmar Bergman. Il settimo sigillo (2002), di Fabrizio Marini, Lindau (ISBN 8871804104)
• La politica degli autori. I testi (2003), Minimum Fax (ISBN 8887765723)
Le sue radici religiose
In un Paese a larga maggioranza cattolica, come l'Italia, in cui i luterani sono una piccola minoranza, molte persone li conoscono solo in modo indiretto. Per esempio, attraverso i libri di storia: i luterani sono coloro che fanno parte della Chiesa nata dalla Riforma di Martin Lutero nel '500. Oppure conoscono alcuni grandi: il musicista Johann Sebastian Bach, i filosofi Immanuel
Kant e Søren Kirkegaard, lo scultore Bertel Thorvaldsen, il favolista Hans Christian Andersen… O sanno almeno di nome il teologo, medico e scrittore Albert Schweitzer e la sua opera nell'ospedale di Lambarenè, in Africa. O li apprendono per mezzo del cinema, dai film di Ingmar Bergman, tutti impregnati di quella voglia misteriosa alla salvezza, oppure per aver visto Il pranzo di Babette di Gabriel Axel. Ancora, qualcuno ha sentito parlare della Chiesa Confessante, il movimento di resistenza al nazismo sorto all'interno della Chiesa luterana, il cui rappresentante più famoso fu il teologo Dietrich Bonhoeffer. Ingmar Bergman, un fine intellettuale, non ha mai ignorato :
La situazione del cristianesimo occidentale prima di Lutero
Nella società medioevale ognuno ha il suo ruolo: il tintore tinge tessuti, il notaio redige atti, il frate prega. In campo religioso, anche se tutti sono ugualmente chiamati ad essere buoni cristiani, ci sono due modi per riuscirci.
Il laico, che vive tra le tentazioni del mondo, dispone di una serie di possibili adempimenti devozionali: digiunare o mangiare di magro in periodi particolari, compiere opere di misericordia e/o pellegrinaggi, acquistare indulgenze.
Il religioso, che vive in convento, protetto dal mondo, si trova in un luogo in cui può dedicarsi senza distrazioni alla ricerca della santità.
Tanto il laico quanto il religioso sanno che, compiendo determinate azioni, possono guadagnare dei meriti davanti a Dio, che varranno nel giorno del giudizio.
"Il giusto vivrà per fede"
L'idea che l'essere umano possa guadagnarsi dei meriti davanti a Dio è messa in discussione dalle 95 Tesi di Lutero, che cominciano a circolare intorno al 31 Ottobre 1517. Lutero è spinto a questo passo dalla vendita delle indulgenze proclamate per l'investitura di Alberto di Brandeburgo ad Arcivescovo di Magonza. Alberto ha ricevuto da Papa Leone X il permesso di venderle in Germania per rifarsi del denaro sborsato per la carica. Denaro che il Papa spende a Roma, per la costruzione della basilica di S. Pietro( ma ne fa spendere anche oggi, per le sue vacanze Benedetto XVI: un milione di euro per sistemare i luoghi del suo vivere quotidiano, delle sue passeggiate per 15 giorni a Lorenzago, nel Veneto… Oh, Gesù). Ma in che cosa consiste la confutazione di Lutero? In base alla teologia della salvezza formulata dall'apostolo Paolo, che è riassunta in un passo celebre della Lettera ai Romani (Rm 1, 16: "Il giusto vivrà per fede"), Lutero nega la possibilità che l'essere umano possa far valere le sue opere per ottenere la salvezza.
Nella comunità, Il Pastore è la guida spirituale e teologica della comunità.
Non è un sacerdote. O almeno non lo è più di qualunque altro fedele, poiché nella Chiesa luterana vige il principio del sacerdozio universale dei fedeli. Vale a dire che tutti i credenti possono essere in contatto diretto con Dio.
Il Pastore o la Pastora, perché nella maggior parte delle Chiese luterane
anche le donne possono ricoprire questa carica, è laureato/a in teologia; è eletto dalla comunità dopo un culto di prova con predicazione e un incontro con i membri.
Ogni Pastore/a, prima di diventare tale, ha lavorato come Vicario/a, cioè come assistente del Pastore.
La vita della comunità è animata da gruppi, in cui ci si riunisce per stare insieme e per fare insieme.
Molte comunità hanno l'Unione femminile e il Gruppo dei giovani. L'Unione femminile consente alle donne di fare vita sociale; ma, soprattutto, sono queste signore ad avere in mano l'organizzazione di un evento annuale molto atteso, che serve a finanziare il lavoro sociale e l'assistenza ai poveri: il Bazar.
Oltre all'Unione Femminile, cui fanno capo le donne di una Comunità, in Italia c'è un'altra struttura che si rivolge alle luterane: la Rete delle Donne. Istituita ufficialmente nel Sinodo CELI del 1999, tiene in contatto tra loro le donne delle varie comunità e le luterane della CELI con le altre del resto del mondo per mezzo del WICAS, la struttura delle donne istituita dalla Federazione Luterana Mondiale (v. oltre La Chiesa Evangelica Luterana in Italia e Organismi internazionali di cui fanno parte i luterani).
Il Gruppo dei giovani. Si usa dire che i giovani siano la speranza del domani. Ogni Comunità fa quello che può per offrire ai giovani degli spazi in cui possano incontrarsi, sentirsi a loro agio tra coetanei e, al tempo stesso, possano anche sentirsi parte della Comunità.
Le comunità hanno anche compiti particolari. Per esempio, collaborano con il Concistoro per l'organizzazione del Sinodo, che si tiene ogni anno in un luogo diverso. Un altro di simili compiti è quello dell'organizzazione dell'Accademia della Comunità. Si tratta di un incontro, durante una fine settimana, cui possono partecipare tutti i membri delle comunità. Viene scelto un tema che ispira i lavori. Negli anni scorsi, per esempio, i temi scelti sono andati dalla riflessione sui cambiamenti epocali alla musica di Johann Sebastian Bach, alle questioni della natura della Chiesa e a quelle sull'identità culturale e religiosa.
Nella sua profonda psiche Ingmar era davvero un luterano. Per quanta gioia, riflessione ha donato con i suoi lavori al mondo intero, noi gli auguriamo di trovare nell’altra vita “Il posto delle fragole” o “La Fontana della Vergine”. Sono certa che il buon Dio, per il bene che ha fatto con la sua altissima poesia, l’accoglierà tra le sue braccia e si ricorderà di me che gli ho chiesto a Venezia cosa pensava dell’amore.
Maria de Falco Marotta