“MA QUALE DICO, NOI VOGLIAMO IL MATRIMONIO!” HA GRIDATO IL CAPO DEI GAY ITALIANI
In occasione del Gay Pride, centoventimila persone (un milione secondo gli organizzatori) hanno sfilato sabato 16 giugno per le vie di Roma. Come prevedibile, dal corteo sono volati slogan e insulti contro il papa e la Chiesa. Ma la cosa buffa, non sta tanto nella carnevalata fuori stagione con il classico repertorio di travestiti di ogni risma e foggia (un deja vu già visto ormai demodé), ma il fatto che il presidente dell’Arci Gay, Aurelio Mancuso, se la sia presa in primis con Romano Prodi e Rosy Bindi. “Ma quale Dico, noi vogliamo il matrimonio!” ha gridato il capo dei gay italiani. E come dargli torto? La sinistra di governo, a parole dice di considerare le persone “diversamente orientate” alla stregua di qualsiasi altro cittadino, ma poi nei fatti, tenta di varare leggi “contentino” finalizzate solo a mettere a tacere le correnti più estremiste e radicali della loro stessa compagine politica. Se questa non si chiama ipocrisia…
Gianni Toffali