SONDRIO: IL TEST DEL DNA SU CERVO UCCISO INCASTRA BRACCONIERE

La LAV plaude a Pubblico Ministero e e Forze dell’Ordine e critica le leggi della Regione

Riceviamo e pubblichiamo:

Nei giorni scorsi la notizia che grazie al test del dna su di un cervo abbattuto è stato possibile risalire al colpevole, residente in Valtellina, ed ai suoi complici.

Indagini ambientali innovative, adottate tra le primissime volte in Italia, condotte dalla Polizia provinciale di Sondrio, hanno permesso infatti di individuare un bracconiere responsabile dell'abbattimento di un esemplare di cervo maschio di quasi 250 chili in Val Grosina, in un primo tempo denunciato come "cattura regolare".

La Polizia provinciale di Sondrio ha avviato le indagini coordinate dal procuratore di Sondrio, Gianfranco Avella, e ha eseguito una serie di sopralluoghi individuando un'area dove la caccia è vietata e dove erano ancora presenti campioni biologici appartenenti a un cervo selvatico che, per le necessarie analisi, sono stati inviati al laboratorio dell' Università di Ferrara. É stato così stabilito che appartenevano ad un unico animale di notevoli dimensioni. É è stata poi sequestrata la carcassa del cervo che il sospettato aveva portato da un imbalsamatore. Così sono stati prelevati campioni utili per essere comparati con quelli trovati sul luogo dell'abbattimento e che sono risultati appartenere allo stesso animale.

Quindi è stato sentito il cacciatore che ha confermato la propria versione, sostenendo la regolarità della cattura e portando alcuni testimoni che, ascoltati, hanno però fatto emergere diverse contraddizioni, soprattutto sul momento dell' abbattimento.

Di oggi la notizia che gli agenti della squadra Volante della questura di Sondrio hanno fermato un'auto alle porte del capoluogo valtellinese scoprendo nel bagagliaio della vettura mezzo capriolo e un fucile modificato con silenziatore e cannocchiale illegali.

L'altra metà dell'animale ucciso è stata ritrovata invece nel corso di una perquisizione in un'abitazione di un altro uomo, in un paese alle porte di Sondrio, all'interno della quale sono stati sequestrati anche un fucile e munizioni. I due bracconieri, entrambi valtellinesi, sono stati denunciati per detenzione di armi clandestine, esercizio della caccia in tempo di divieto, detenzione di esemplari della fauna stanziale e omessa denuncia di munizioni.

La LAV esprime tutta la propria soddisfazione e si congratula con il Pubblico Ministero, il Comando della Polizia provinciale di Sondrio e tutte le forze dell’ordine che, grazie al loro impegno hanno potuto individuare il bracconiere.

Ad ostacolare le importanti azioni delle forze dell’ordine di Sondrio e delle altre province lombarde, occorre purtroppo ricordare che proprio nei giorni scorsi il Consiglio Regionale della Lombardia ha voluto fare un regalo a chi, come i bracconieri fermati, vuole ottenere animali da impagliare in barba alla legge sulla protezione della fauna selvatica. In riferimento alla legge regionale n.4 del 22 febbraio 2007 che autorizza la caccia di selezione agli ungulati a partire dal primo di giugno, sarebbe utile capire quale sarà la destinazione delle carcasse degli animali abbattuti. Essendo al di fuori del contesto del prelievo venatorio, quegli animali restano patrimonio indisponibile dello stato, dovrebbero quindi essere smaltiti in ossequio del decreto Ronchi alla stregua di rifiuti speciali e non essere utilizzati come trofei nella taverna di qualche cacciatore!

La LAV si riserva la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento contro il bracconiere di Sondrio e attuerà le opportune verifiche circa la destinazione degli animali che saranno abbattuti a causa della legge regionale 04/07.

LAV Lombardia

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