AMBIENTE: LA COLDIRETTI COMMENTA POSITIVAMENTE L'ACCOGLIMENTO DELL'EMENDAMENTO IN FINANZIARIA CHE DAL 2010 PROIBISCE L'USO DEI SACCHETTI DI PLASTICA PER LA SPESA

Trecentomila tonnellate di plastica in meno da smaltire e 200.000 ettari da dedicare alle coltivazioni necessarie per le borse della spesa sostitutive

Non saranno più disperse nell'ambiente le trecentomila tonnellate di plastica utilizzate annualmente per i sacchetti che dovranno essere realizzati con materiali biodegradabili di origine agricola come il granoturco. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l'annuncio dell'accoglimento nel maxiemendamento alla finanziaria della proposta, sostenuta dall'organizzazione degli imprenditori agricoli, di introdurre il divieto di utilizzare, a partire dal 2010, i sacchetti della spesa in plastica non biodegradabile per combattere l'inquinamento, ridurre l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera e contribuire a raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per contrastare il cambiamento del clima.

Con l'approvazione del provvedimento sui bioshopper l'Italia si mette al passo con la Francia dove la legge di orientamento per l'agricoltura del 2006 prevede il divieto “dal primo gennaio 2010 della distribuzione al consumatore finale, a titolo gratuito o oneroso, dei sacchetti a uso unico in plastica non biodegradabile” e lo stesso Presidente della Repubblica Jacques Chirac - continua la Coldiretti - è intervenuto per sottolinearne le prospettive positive per l'agricoltura, l'ambiente e i cittadini.

Per sostituire le circa 300mila tonnellate di plastica utilizzate nelle tradizionali bustine della spesa, con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale, basterebbe coltivare per questo obiettivo circa 200mila ettari poiché mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante.

L'effetto ambientale - continua la Coldiretti - giustifica l'attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale). Abbandonare completamente le bustine della spesa di plastica significa ridurre l'emissione di 400mila tonnellate di anidride carbonica (CO2) grazie a un risparmio nei consumi di petrolio stimato pari a 200mila tonnellate l'anno.

L'Italia, con l'accordo raggiunto tra Coldiretti e Novamont sulla prima bioraffineria italiana dispone di una realtà unica al mondo nel suo genere, che va ad integrare a monte la filiera delle bioplastiche Mater-Bi® ed Origo-Bi® e apre a nuove applicazioni nel campo degli intermedi chimici con l'utilizzazione di amido di mais e oli vegetali grazie ad un nuovo insediamento produttivo localizzato a Terni e integrato nel territorio in grado di utilizzare le risorse naturali di origine agricola locali. A partire da inizio 2008, si prevede che raggiungerà una capacità produttiva annua di 60mila tonnellate di bioplastiche completamente biodegradabili, compostabili con un risparmio nelle emissioni di 40mila tonnellate di anidride carbonica.

Un contributo concreto dell'agricoltura alla riduzione dell'inquinamento ambientale con le bioplastiche che - conclude la Coldiretti - sono una autentica espressione delle nuove opportunità che offre l'agricoltura per lo sviluppo sostenibile, in una moderna società post industriale, di fronte alla crescente domanda di sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini.

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