GREENPEACE: BERSANI, BASTA COL CARBONE !

La Befana non è andata via. Ha rischiato infatti di piombare al vertice di Caserta e portare nuovo carbone. Nel Consiglio dei ministri si è parlato e si parla anche della questione energetica e paradossalmente anziché puntare su eolico e solare, l'Italia rischia di tornare al carbone.

Greenpeace chiede al ministro Bersani di riconsiderare le proprie posizioni sul carbone e di esprimersi a favore dei nuovi obiettivi vincolanti per lo sviluppo delle rinnovabili proposti dalla Commissione Europea per il 2020. «Solo investendo su fonti rinnovabili ed efficienza energetica il Paese sarà in grado di diminuire la propria dipendenza cronica dall’estero, rispettando gli obiettivi europei e salvaguardando gli interessi dei consumatori» afferma Francesco Tedesco, responsabile energia e clima di Greenpeace. «Un ritorno al carbone rischia di rappresentare un costo in più nella bolletta degli italiani. Il guadagno ci sarebbe solo per le aziende energetiche come Enel»

Per quanto riguarda l’iniziativa “3C” presentata dall’Enel a Barroso, Greenpeace si domanda se le “C” non dovrebbero essere quattro, considerando anche il carbone. «Forse Conti ha presentato a Barroso anche i quattro progetti di riconversione a carbone di centrali termoelettriche di cui ha parlato recentemente?»

Le proposte della Commissione europea presentate ieri non fanno che evidenziare due enormi criticità del nostro Paese, in grave ritardo sullo sviluppo delle rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di Kyoto per l’abbattimento della CO2. Con i nuovi obiettivi il ritardo diventerà incolmabile se non saremo capaci di reagire subito. Occorre che il governo abbandoni il carbone, il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, proponendo una coraggiosa politica energetica capace di sostenere al massimo lo sviluppo delle nuove rinnovabili e dell'efficienza energetica.

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Sia consentita una nota di redazione. No al nucleare. No al carbone. L’idroelettrico ormai è al top e così i soffioni di Larderello. Eolico e solare: a parte il fatto, per quanto piacciano anche a noi, che sviluppandoli al massimo si otterrebbe una quota modesta rispetto all’energia necessaria per il Paese, ovunque si vogliono mettere le pale verdi e ambientalisti, che a Roma sono a favore, insorgono contro con Comitati e via dicendo. Qual’è allora la ricetta? Forse quella dell’energia umana come usavano i cinesi con le grandi ruote mosse da tanti uomini che continuando a salire sulla ruota la facevano, appunto, girare? (ndr)

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