CONCESSO L’IMPIANTO EX IMI-FABI ORA MALLERO ENERGIA
Riceviamo e pubblichiamo non senza far presente che bisogna operare, tutti ed in particolare coloro sui quali pesa la responsabilità decisionale, in un contesto giuridico che indubbiamente ci penalizza con la spinta all’uso delle energie rinnovabili. Avrebbe potuto essere diverso se un po’ di anni fa, prima dell’assassinio della Comunità Montana unica, fosse stata varata l’Azienda Energetica di Valle proprio mirando ai piccoli salti. Sarebbe stato possibile vedere dove sfruttarli, in che modo, fino a che punto, per quali periodi eccetera. Ma chi scrive e allora Presidente Garbellini restarono da soli… Oggi l’unica via di tutela è il tamponamento, dove è possibile, come si è visto con la moratoria che è sì entrata in Finanziaria ma non come l’avrebbero voluta Provincia, Comuni, Enti vari e ovviamente anche Gruppo Valmalenco (a.F.).
Ed ora il testo di Rabbiosi
“I signori Tozzi, Bissi, Cabello e Fabi saranno ben contenti di aver ricevuto questo bel regalo di natale, in fondo se lo sono meritato.
Quattro date significative hanno segnato l’iter di questa domanda di sfruttamento idroelettrico e sono:
29 Novembre 2005 Giudizio positivo di V.I.A. con prescrizioni della D.G. Territorio della R.L.;
31 Marzo 2006 Parere positivo del Consiglio Provinciale dei Lavori Pubblici (organismo pieno zeppo di professionisti locali).
21 Settembre 2006 Firma del Disciplinare di concessione tra Provincia e Mallero Energia.;
21 Novembre 2006 Determinazione Provincia di Sondrio di concessione.
Evidentemente, visto il clima surriscaldato attorno alle questioni idroelettriche i signori sopraelencati l’hanno spuntata per un pelo.
Questa pratica, stante l’emendamento approvato in finanziaria, sarebbe dovuta passare al vaglio del Ministero dell’Ambiente. Bastava aspettare 40 giorni!.
Riassumiamo la questione che, a nostro giudizio, è ancora tutta aperta:
- Il Comune di Chiesa in Valmalenco ha nel proprio piano regolatore il divieto di costruzione di
impianti idroelettrici nelle aree interessate dal progetto. Nella relazione di istruttoria questo fatto non è stato minimamente preso in considerazione.
- Il progetto insiste su un territorio dissestato, sede di vecchie cave di piode abbandonate di cui non se ne conosce bene l’estensione, e monitorato dall’Arpa, temiamo che la costruzione della galleria possa portare ad un peggioramento marcato dei dissesti, senza dover necessariamente pensare al peggio. Di questo abbiamo a suo tempo interessato la protezione civile.
- I test condotti sulle rocce sono di tipo sperimentale e non condotti in sito, veramente inconcepibile!. Solo le prescrizioni all’autorizzazione di VIA, al punto o) si scrive: “la realizzazione della derivazione idroelettrica è subordinata a verifiche geologiche tecniche e di dettaglio e, soprattutto, alla realizzazione di tutte le opere di sistemazione idrogeologica necessarie alla messa in sicurezza delle aree interessate dal progetto” . Ora, se le parole hanno un senso perché la Provincia , prima di rilasciare la concessione non ha preteso indagini geologiche di dettaglio in sito al fine di verificare la fattibilità del progetto?
Non basta certo che la Provincia abbia inserito nel disciplinare all’articolo 12 il riferimento alle indagini geologiche di dettaglio scrivendo che “in fase di progettazione esecutiva dovranno essere
adeguatamente approfonditi gli aspetti geologici-geotecnici di dettaglio (anche mediante
l’effettuazione di indagini geognostiche/geofisiche in sito)… ” . Scusateci ma le indagini le devono fare si o no?
Fino a poco tempo fa le Amministrazioni Comunali Malenche hanno considerato il territorio privo di
valore sia ambientale che economico, hanno infatti assecondato le richieste dei concessionari
consentendo la costruzione di centraline, in qualche caso gratuitamente, in altri casi agevolandole in cambio di briciole. A fronte di qualche miliardo delle vecchie lire incassato dal concessionario
qualche amministrazione si accontenta di ben 20 milioni. Ma questa è storia vecchia.
Ora finalmente un'amministrazione decide che il suo territorio non è più terra di conquista, e
stabilisce regole per avviare uno "sviluppo sostenibile”, per altri invece queste sono parole prive di
significato e tutto si deve sacrificare in cambio di denaro.
Questa storia puzza di bruciato lontano un miglio rimaniamo stupefatti dalla leggerezza con cui si
autorizzano progetti simili e rimaniamo dell’idea che era un “atto dovuto” e che solo così doveva
finire. Ora manca la conferenza di servizi di cui al famigerato DL 387/03 detto anche “sblocca centrali” ci auguriamo, per le motivazioni addotte sopra, che venga espresso da Provincia, Regione, Protezione Civile, Comune di Chiesa, Comunità Montana di Sondrio un bel parere negativo che congeli la concessione data”.
Rabbiosi Franco x GRUPPO VALMALENCO