MA QUALE NATALE?
Nel mondo il 10% della popolazione detiene l'85% della ricchezza totale. Il 2% più ricco degli esseri umani possiede (addirittura) il 50% della ricchezza mondiale e il 10% più fornito accumula l’85%; sul lato basso della scala, il 50% più povero dell’umanità deve spartirsi un misero 1% della ricchezza planetaria( Cfr.: La ricerca delle Nazioni Unite sulla distribuzione dei patrimoni , 7/12/2006).
Questo tempo “ricco”, sotto molti aspetti, deve ricordarci che ci sono anche i non-ricchi: i poveri. Qualcuno piange ancora per la fame e per la mancanza di un tetto sotto il quale trovare rifugio. L'Incarnazione che noi ci apprestiamo a celebrare con sentimento, commozione e regali, è il modo in cui Dio si fa carico della povertà dell'uomo, di ogni uomo, per prestare orecchio al grido del povero e dell'oppresso, della vedova e dell'orfano, dello straniero e del carcerato. Accogliere Gesù che viene nella notte di Natale significa ospitare con Lui anche tutti coloro per i quali è disceso, indica accettare che la nostra vita cambi perché l'abbiamo incontrato, ascoltato e accolto.
Accolto. Ma in chi?
* In quel più del quinto della popolazione mondiale che vive ancora con meno di 1 dollaro al giorno: oltre 1 miliardo 200 milioni di persone che rischiano quotidianamente la morte e vedono compromesso il proprio sviluppo fisico e mentale;
* in quei 120 milioni di bambini che al mondo non vanno a scuola: una larga fascia delle nuove generazioni non saprà né leggere né scrivere, due terzi sono bambine;
* in quei più di 10 milioni di bambini con meno di 5 anni che ogni anno muoiono a causa di malattie curabili con vaccini adeguati e in quei più di 140 milioni che muoiono per Aids e malnutrizione;
* in quelle più di 500 mila mamme che muoiono ogni anno a causa delle precarie condizioni igieniche nelle quali sono costrette a partorire per l'assenza di personale qualificato, malnutrizione e malattie facilmente curabili;
* in quel più di 1 miliardo 100 milioni di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, residenti in maggior parte nelle aree rurali.
Natale è il simbolo universale per il mondo occidentale di un piccolo bambino che vagisce in una misera grotta( o stalla, a piacere) per dare inizio ad un'esistenza nuova, una politica con più respiro, una maggiore attenzione a chi ci sta accanto, una migliore credibilità delle istituzioni perdute ormai in un mare di chiacchiere insulse e ridicole, faziose ed inutili, più pace tra i rappresentanti delle strutture, meno egoismi privati e più coraggio pubblico, l'apparire di prospettive europee e mondiali in grado di giustificare i sacrifici che facciamo e che sono, in qualche modo, inevitabili, un mondo più giusto e in pace. A Natale si può anche sognare l'emergere di passioni sociali e politiche a servizio dell'umanità. Per i cristiani , Natale è la Parola che si è fatta carne. Dio si è fatto uomo. Egli ha posto la sua tenda e ha scelto di abitare in mezzo a noi. Un bimbo è lì per dire la verità dell'amore per ogni uomo, senza distinzione né differenze. Guardare in quella mangiatoia, accoglierlo nelle nostre braccia, sarà come ritrovare il nostro essere uomini, sarà come scoprire che Dio ha una parola per noi. Su di noi. Da sempre. Buon Natale.
Nativity
Ai primi di dicembre è uscito nelle sale italiane un dolcissimo film sulla nascita del Signore Gesù. A dispetto delle polemiche sollevate negli ultimi tempi per le “Statuine scomparse del presepe “ dai supermercati perché non fanno economy, pare che il presepe, questa antichissima tradizione italica tiri ancora.
Una mano gliel’ha data di sicuro Nativity, di cui è protagonista Maria, con Giuseppe, ovvio. I personaggi sono proprio come quelli dei vangeli, con facce “moderne”, sicché Erode è l’uomo di malaffare timoroso di perdere il potere , i Magi viaggiatori e astrologi sono caratteri massimamente spiritosi, figure misteriose e orientali esaltate messe in chiaro e occidentalizzate con la tecnica di scrittura di un bravo sceneggiatore che conosce l’arte delle storie edificanti disneyane (molto aiutato dalla materia, che è in sé una story sensazionale e, assolutamente unica). Elisabetta, la madre anziana del Battista, è straordinaria, come pure il fantastico Zaccaria, il padre ammutolito dall’incredulità. L’angelo dell’annunciazione pare ritagliato dal Vangelo di Luca.
Finalmente un film di sana edificazione, che non ammicca, che sta sempre al di qua dei temi moderni dell’amore, della femminilità, della socialità , perché si dedica al racconto dell’incarnazione di Dio tra gli uomini in un’atmosfera viva, colorata, affettuosa di adesione piana e piena, senza iperboli drammatiche e senza riserve teologiche, a quel che si narra da due millenni e si è fissato in fede, in dogma, in cultura diffusa universalmente e che in tante famiglie viene ricordata dal “presepe”, che non è un segno religioso da eliminare per non offendere i musulmani che, tra l’altro, credono nel profeta Gesù.
Il presepe attraverso i secoli
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Lc, 2,7); dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell'infante. Anche i doni dei Magi sono spiegati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità. Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, eccellano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri. Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto esso si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo mostrati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è il cambiamento delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terrecotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un famoso predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie notevoli per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, Mostre, particolare quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.
Il Natale nel folklore mondiale
Molte sono le tradizioni, le pratiche e i simboli familiari del Natale, come l'Albero di Natale, lo Zampone, il Ceppo di Natale, l'agrifoglio, il vischio, la stella di Natale, lo scambio di doni, già presenti nelle tradizioni di alcuni popoli nordici prima dell'introduzione del cristianesimo. Le celebrazioni del solstizio invernale erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa, e prima che fossero recepite nella tradizione cristiana, la parola Natale era definita con yul, da cui è stata tratto il termine anglosassone yule che significa appunto Natale. Per quanto riguarda l'albero di Natale, si crede che sia stato introdotto per la prima volta in Germania.
Si ebbero anche conflitti tra religiosi ed autorità governative sulla celebrazione del Natale. Nell'Inghilterra cromwelliana, dove fiorì una forte teocrazia conservatrice, e nella primissime colonie americane del New England, il Natale fu una tra le molte celebrazioni che furono soppresse.
Dopo la rivoluzione russa, in Unione Sovietica il Natale venne cancellato per i successivi settantacinque anni. Al giorno d'oggi presso i Testimoni di Geova, in alcuni gruppi Puritani, e presso i fondamentalisti, il Natale viene considerato come una festa pagana, non menzionato dalla Bibbia e pertanto non celebrato.
Babbo Natale
Il doni rappresentano un aspetto importante e universale delle celebrazioni natalizie. Il concetto di figura mitica che porta i doni ai bambini trae origine da San Nicola un vescovo di buon cuore, risalente al IV secolo, di cui tuttora il personaggio di Babbo Natale porta il nome (Santa Claus) nei paesi nordeuropei.
Gli olandesi hanno stabilito la sua festa il 6 dicembre.
Nel Nord America e nelle colonie Inglesi si adottarono alcuni aspetti di questa celebrazione nelle vacanze natalizie, e Sinterklass (un antico nome della figura donante) divenne Santa Claus, o Saint Nick. In Gran Bretagna, anche se questo nome era conosciuto veniva chiamato "Papà Natale", mentre in Italia è Babbo Natale.
Nel folklore anglo- americano, questo personaggio un po' grasso, simpatico e gioviale, arriva durante la notte di Natale su una slitta trainata da una renna, scende per il camino, lascia i doni ai bambini, e mangia il cibo che gli hanno lasciato. Il resto dell'anno lo passa fabbricando giocattoli e ricevendo lettere sul comportamento dei bambini. Nella tradizione francese, è chiamato Père Nöel, e la sua festa si è sviluppata in modo analogo alla tradizione anglosassone.
In molti paesi i bambini lasciano dei contenitori vuoti, riempiti durante la notte, da Babbo Natale con piccoli doni, giocattoli, caramelle, o frutta. Negli Stati Uniti appendono sopra il caminetto una calza, che in Italia è invece lasciata per la Befana, affinché il donatore la riempia di giochi e dolciumi. In altre culture mettono le loro scarpette fuori. Lo stesso fanno la sera prima del 6 dicembre, per la festa di San Nicola. L'usanza di portare doni non è riservata a Babbo Natale o ad altri personaggi particolari, ma si sviluppa anche attraverso uno scambio reciproco di doni, sia in ambito familiare che tra amici.
Tempo dei doni
Ancora oggi in molti paesi il 6 dicembre, giorno di San Nicola di Mitra, è il giorno dedicato ai doni.
In buona parte della Germania, i bambini mettono le loro scarpette su davanzali sperando che San Nicola gliele riempia di caramelle e piccoli doni. Qui e in Olanda il giorno di Natale è solo una festa religiosa. La tradizione di San Nicola che porta regali ai bambini in Italia è festeggiata a Trieste e Bari.
I bambini delle province di Trento, Verona, Piacenza, Lodi, Pavia, Cremona, Mantova, Bergamo e Brescia trovano i doni portati anche da Santa Lucia da Siracusa durante la notte del 13 dicembre, oltre che da Babbo Natale.
In Spagna e in paesi con tradizioni simili i doni sono portati dai Magi, sacerdoti e indovini di una religione pagana, durante la festa dell'Epifania.
La canzone Dodici giorni da Natale descrive perfettamente l'atmosfera ed il folklore che stanno alla base della tradizione appartenente alla vecchia Inghilterra nei giorni che vanno da Natale all'Epifania. Negli altri paesi, i doni natalizi sono portati da Babbo Natale la notte del 24 dicembre o al mattino del giorno di Natale.
Sia nel giorno di Natale che nel giorno di Santo Stefano si preparano pranzi particolari, serviti con speciali menù variabili da paese a paese. In particolare, nell'Europa dell'est queste feste familiari vengono precedute da periodi di digiuno.
Celebrazioni e usanze religiose in Nord Europa
In Germania ed in Olanda le celebrazioni del periodo natalizio sono incentrate sulla figura di San Nicola, la cui festa è il 6 Dicembre, e costituisce l'analogo del Santa Claus del mondo anglosassone. La parola Santa Claus deriva da Sinterklaas, dal personaggio reale di San Nicola, che porta doni ad ogni bambino buono, durante la notte tra il 5 e il 6 Dicembre.
Il 13 novembre il battello di "Sinterklaas" arriva a Alkmaar. La gente nei Paesi Bassi e in particolare i bambini danno il benvenuto al "Sint" che arriva dalla sua residenza estiva a Madrid in Spagna. Il suo battello è carico di regali per i bambini che durante l'anno sono stati bravi e loro aspettano impazientemente il suo onomastico che cade il 6 dicembre. E quando ricorre "pakjesavond", cioè la sera del 5 dicembre, il santo con il pastorale e la mitra rossa, attributi tipici dei Vescovi, arriva sui tetti sul suo cavallo bianco insieme ai suoi aiutanti di colore, un po' birboncelli, chiamati zwarte Pieter, o Peter Neri, porta i regali ai bambini che lo stanno aspettando. In alcune parti della Germania, dell'Austria e della Svizzera appare anche Knecht Ruprecht, un diavoletto che si sostituisce a Santa Claus per umiliare e rapire i Bambini.
La sera di San Nicola o Sinterklaasavond, in Olanda, rimane un evento più importante del Natale, tuttavia, negli ultimi anni, l'Olanda ha cominciato a celebrare nello stesso modo sia la vigilia che il Natale.
Questo, ogni anno, causa una piccola controversia, se sia "appropriato" inziare le celebrazioni del Natale, con i negozianti che preferiscono far partire la redditizia stagione natalizia immediatamente dopo Sinterklaasvond (qualche volta ornando di decorazioni anche prima), mentre altri sostengono che il Natale, festa "straniera" e "commerciale" viola troppo la tradizione e le celebrazioni di Sinterklaas. Considerando gli antenati di Santa Claus, è molto probabile che Sinterklaas sia più in competizione con sé stesso che con altri.
In Germania, le tradizioni natalizie variano da regione a regione. Successivo al giorno di San Nicola, che per la maggior parte dei bambini rappresenta il vero Babbo Natale che porta i doni la notte della vigilia, pone i doni sotto l'albero dopo aver mangiato un semplice pasto. I doni vengono portati da Weihnachtsmann, che in tedesco significa proprio Babbo Natale e rassomiglia a San Nicola, da Christkind, letteralmente Gesù Bambino, un folletto, la cui somiglianza con il Bambin Gesù è oggetto di controversia.
In Alto Adige il periodo dell'Avvento ha un'importanza sconosciuta nel resto dell'Italia, nel quale vengono, tra l'altro, organizzati i diffusi e popolari mercatini di natale (in tedesco Christkindl-, Weihnachts- o Adventsmärkte) e nel quale la gente si prepara alla venuta di Cristo con la preparazione di dolci e biscotti tipici natalizi, dell'albero (Weihnachtsbaum), del presepe (Krippe) e delle decorazioni. Il 6 dicembre viene festeggiato in tutta la provincia e da tutti i gruppi linguistici l'arrivo del Nikolaus (in italiano anche San Nicolò) accompagnato dai terribili Krampus, che porta piccoli doni e dolci (cioccolata, mandarini e frutta secca, bonbon, Pfeffer- o Lebkuchen) spesso nel caratteristico sacchettino rosso. Ogni domenica d'Avvento vige l'usanza di accendere una candela sulla tipica corona dell'Avvento (Adventskranz), mentre ogni giorno i bambini attendono l'arrivo del Natale aprendo una casellina del calendario dell'Avvento (Adventskalender) che parte dall'1 arrivando al 24. La sera della vigilia di Natale (Heiligabend), è il momento in cui ci si scambia i doni e per i bambini arriva o il Christkind (anche in italiano Gesù Bambino) o Babbo Natale (quest'ultimo è molto più diffuso tra i bambini di madrelingua italiana e porta i regali nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, spesso i bambini mistilingui ricevono i doni dal Christkind il 24 e Babbo Natale il 25). Per tutti vale la messa di mezzanotte del 24 dicembre. La festa non si conclude con il Natale, ma si attende l'arrivo dei Re Magi (Heilige Drei Könige) con i bambini travestiti da magi che vanno di casa in casa ad annunciare la nascita di Cristo chiedendo una piccola offerta, mentre in cambio vengono offerti spesso dei dolci. In Alto Adige la figura della Befana è poco conosciuta e, al più, porta qualche dolce o carbone ad alcuni bambini di lingua italiana.
In Svezia, le aziende, tradizionalmente, durante le settimane che precedono il Natale, invitano i loro impiegati ad un buffet a base di smörgåsbord o antipasti. In previsione di un possibile avvelenamento da cibo, i giornali Svedesi tradizionalmente verificano i ristoranti con test di laboratorio. Il natale è, prima di tutto, una festa del cibo, del prosciutto cotto, ma vi sono una tale varietà regionali che ogni giorno viene servito il meglio. Il programma più tradizionalmente unificante di tutta la Svezia durante le feste natalizie è uno speciale Disney che va in onda alle 15.00 della Vigilia.
Le celebrazioni del natale Norvegese iniziano con la festa del 24 Dicembre, seguita dalla visita di "Julenissen", che porta i doni ai bambini che gli credono. Dopo un tranquillo 25 Dicembre, segue un'altra importante celebrazione, il Boxing Day, dove i bambini, andando di porta in porta, ricevono piccole monete dai vicini. Joulopukki o Capra di Natale è il Babbo Natale dei Finlandesi. Anche lui, viaggia su di una slitta trainata da una renna consegnando i doni ai bambini buoni.
Nel Sud Europa, in Italia, il natale è una fusione tra tradizioni moderne ed antiche risalenti agli antichi romani. Anche qui: cibo, osservanze religiose, presepe ed i doni sono gli eventi più importanti. In alcune regioni, i doni vengono acquistati per il giorno dell'Epifania, portati dalla Befana, mentre in altre da Gesù Bambino il giorno della Vigilia o a Natale oltre che per Santa Lucia da Siracusa. Negli ultimi anni anche in Italia la figura di Babbo Natale è diventata sempre più importante.
Celebrazioni e usanze religiose in Europa Centrale
Nella Repubblica Ceca, il Natale è celebrato soprattutto il 24 dicembre, o alla sera della Vigilia, anche se il 25 e 26 sono giorni di vacanza. In questa sera arriva "Yezheeshek", o "piccolo Gesù". In questo paese sopravvvivono antichissime tradizioni dell'"antico Natale", prevalentemente per divertimento. Si disciplina il credente a digiunare per tutta la Vigilia, finché viene servita una cena cerimoniale, allo scopo di essere in grado di vedere il "maiale d'oro". I doni sono posti sotto l'albero di Natale, di solito un abete, o un pino e aperti dopo il pranzo. Altre tradizioni ceche contemplano la premonizione, con il taglio trasversale delle mele; se appare una stella nel centro, l'anno che verrà sarà di successo, se invece appare una croce no. Le ragazze gettano le scarpe dietro le spalle; se la punta dei piedi tocca la porta, la ragazza nell'anno che verrà troverà marito. Altre tradizioni contemplano il versamento di piombo fuso in acqua e dalla forma che il piombo assume raffreddandosi emerge un responso, utile a predire il futuro.
In Polonia, la vigilia di Natale è il primo giorno di festa, e viene celebrato con un banchetto. La festa inizia con l'apparizione di una prima stella, seguita da uno scambio di doni. Il giorno successivo si passa a trovare gli amici.
Il Natale in Slovacchia è celebrato soprattutto in famiglia: cibo e celebrazioni religiose sono gli eventi principali. Nel 2001 è stata costruito in Bratislava un enorme presepe, costruito da Plavecky Stvortok, un progettista con esperienze in altre città.
In Russia
Nell'Europa dell'Est, i paesi slavi seguono la tradizione di Ded Moroz o Nonno glaciale. Secondo la leggenda, egli viagga su una magica troika, una slitta decorata trainata da tre cavalli, per consegnare i doni ai bambini. Si pensa che anche questo personaggio discenda da Santa Claus e da Saint Nicholas.
Le celebrazioni Natalizie in Russia sono state ripristinate dal 1992, dopo decadi di soppressione da parte del governo comunista. Queste feste sono centrate sulla Vigilia, la "Sacra Cena", che consiste in dodici portate, una per ogni apostolo di Gesù. La tradizione Russa è tenuta viva dalla visita del "Nonno Gelo", e dalla sua "ragazza della neve", il primo giorno dell'anno. Anche le tradizioni del Natale Russo includono l'Albero di Natale, o "yolka", acquistato per la prima volta da Pietro il grande, dopo i suoi viaggi in Europa alla fine del 18° Secolo.
In Gran Bretagna
In Gran Bretagna i fuochi d'artificio ed i mortaretti sono parte integrante delle celebrazioni natalizie, mentre spettacoli di mimo sono molto popolari tra le giovani famiglie. A Cambrige al King's College, per esempio, viene tenuta una festa particolare chiamata Nine Lessons and Caroles ricca di un programma molto popolare nonché religioso. Ogni anno dal 1947, la città di Oslo offre in dono agli Inglesi, delle ghirlande in segno di ringraziamento per l'azione svolta dalla Gran Bretagna in favore della Norvegia durante la Seconda Guerra Mondiale. L'albero di Natale, che viene eretto a Trafalgar Square a Londra, è considerato il più conosciuto e famoso di tutta la Gran Bretagna.
In Nord America
Negli Stati Uniti e in Canada, la tradizione di Santa Claus è essenzialmente la stessa di quella anglosassone; solo il Quebec segue la tradizione Francese di Pere Noel. Elementi centrali delle celebrazioni natalizie statunitensi sono: l'albero di Natale, la pista di pattinaggio al Rockefeller Center a New York e le decorazioni natalizie della Casa Bianca. Addirittura da 50 anni il Norad (che sta per North American Areospace Defense Command), tiene viva una originale tradizione, ossia "traccia" il transito natalizio di Babbo Natale, ottenendo una notevole attenzione da parte dei mass media.
Da sempre in Messico la tradizione natalizia ruota attorno alla posada. Per nove giorni, gruppi di persone passano di porta in porta, vestiti come gli antichi magi, e periodicamente vengono invitati nelle case per partecipare allo scambio di doni, chiamato piñata.
In Sud America
I temi dominanti le feste religiose del Natale sono condizionati fortemente dalla religione cattolica. Costumi secolari che stanno alla base del portare doni, sono un misto di tradizioni locali ed europee. Queste tradizioni comprendono "El Niño Jesus", o "Gesù Bambino", che porta doni ai bambini della Colombia; in Cile è viva la tradizione di Viejo Pasquero o Vecchio Uomo del Natale, mentre in Brasile la tradizione di Papai Noel rassomiglia molto a quella di Santa Claus. In Sud America le tradizioni legate ai "Santi" sono più seguite in quanto donano alla gente un senso di spensieratezza nell'attesa del Natale, e per questo a tali personaggi, sono stati attribuiti tanti sistemi per entrare nelle case durante la notte: dalle scale ai trampolini. In Argentina i doni vengono portati il 6 gennaio, il "Giorno dei Tre Re"; qui i bambini lasciano le scarpe sotto il letto ed al mattino se le ritrovano piene di dolci o piccoli doni portati dai Magi, che li si sono fermati, sulla strada verso Betlemme.
Le scene della natività sono profondamente radicate nelle tradizioni natalizie del Sud America, sia presso le famiglie che nei luoghi pubblici. In Perù, dove vi è una forte componente di discendenti dei nativi americani, le figure del Natale sono spesso intagliate a mano secondo uno stile antichissimo. In Messico invece sono molto vive le tradizioni legate alle processioni, eventi che mimano ed esaltano la nascita del Cristo. Il pranzo anche in queste zone è molto importante e varia da zona a zona e da regione a regione. Anche qui il Natale viene celebrato con luci, feste, vacanze e, siccome nell'emisfero sud è estate, anche con fuochi d'artificio soprattutto nelle città brasiliane.
In Asia
Nei Paesi di Religione cristiana
Le Filippine si sono guadagnate il merito di celebrare la più lunga stagione Natalizia del mondo e, come in altri paesi, hanno subito l'influenza della cultura ispanica. In questo paese prevale la scena della natività, molto diffusa, ricca di luci e decorazioni. Tradizionalmente, il giorno di Natale di questa nazione è accompagnato da un periodo pre-natalizio di celebrazioni religiose che iniziano il 16 dicembre e che durano nove giorni, fino alla Vigilia. Conosciute come Misas de Aguinaldo o messa di Aguinaldo, nella tradizione spagnola, queste celebrazioni sono molto popolari nelle Filippine con il nome di Simbang Gabi. La vigilia di Natale, è la notte più attesa, la cosiddetta "noche buena" o "buona notte", e rappresenta, per questo paese, la tradizionale festa del Natale dopo la messa di mezzanotte. I membri della famiglia pranzano tutti insieme, con il "queso de bola" o "palle di formaggio", di solito edam, e "hamon" o "prosciutto di natale". Il giorno di Natale i bambini fanno visita ai loro parenti per farsi regalare qualcosa o "aguinaldos", santificando la festa, in una confusione di vita e di prosperità. In Corea del Sud e a Timor Est, è presente una vasta comunità di cristiani dove il Natale è celebrato ed è considerato una festa ufficiale.
Nelle Nazioni asiatiche non cristiane
A Taiwan, il 25 dicembre è considerato il giorno in cui si è sottoscritta la Costituzione della Repubblica Cinese nell'anno 1947. Ed è estremamente popolare, come se fosse Natale. Il Giappone considera il giorno 25 dicembre vacanza ufficiale ed ha adottato la stessa tradizione occidentale natalizia di Santa Claus, ma il giorno più importante è il Primo gennaio. In India, in molte scuole, questo periodo, viene considerato come vacanze natalizie; iniziano poco prima di natale e terminano pochi giorni dopo, di solito il primo gennaio. In Hindi il Natale viene chiamato Bada Din, (il grande giorno) ed anch'esso celebra Santa Claus e l'acquisto di doni.
Negli altri paesi dell'emisfero sud
Nei paesi del Commonwealth appartenenti all'emisfero Sud il Natale viene celebrato il 25 dicembre, anche, se si trovano al culmine della stagione estiva. Questa celebrazione è in conflitto con la tradizionale iconografia, è un anacronismo vedere Santa Claus vestito di un pesante vestito rosso fare surf sulle spiagge australiane o neozelandesi. La tradizione natalizia di questi paesi è iniziata a Melbourne, nel 1938, e da allora si è diffusa nel mondo con le classiche Carole a lume di candela, dove la gente, si mette a cantare sull'entrata di casa, durante la vigilia tenendo in mano una candela accesa.
Il Natale nell'arte e nei media
Il Natale ha ispirato molti film, opere liriche, teatrali, balletti, ma anche musiche sacre, colonne sonore, con lo scopo di diffondere lo spirito di questa festività religiosa cristiana in una forma di ricorrenza che segua il corso dei tempi restando sempre attuale, al di là del significato religioso.
Le storie sono soprattutto centrate su miracoli natalizi che toccano il cuore delle persone. Molte sono divenute popolari, e sono migrate nella cultura divenendo parte della tradizione natalizia. Fra le opere che hanno lasciato il segno, vi è sicuramente il brano musicale "Silent Night".
Tra le opere più conosciute vi sono Lo Schiaccianoci di Piotr Ilič Čaikovskij: un balletto, con sfondo natalizio, una storia di una giovane ragazza russa che si risveglia da un sogno; l'Oratorio di Natale (Christmas Oratory), opera BWV 248, di Johann Sebastian Bach e l'oratorio Messiah di Georg Friedrich Händel.
Un'altra storia tipica di Natale è - nella narrativa - il "Canto di Natale" di Charles Dickens, una storia di incredibile miseria : una avaro rifiuta la compassione e la filantropia come simboli del natale, finché arrivano a fargli visita i fantasmi del Natale del Passato, del Presente e del Futuro, che gli mostrano le conseguenze del suo comportamento. Oltre a Dickens, icona delle tradizioni natalizie del mondo anglosassone, anche Tomas Nast e Clement Moore contribuiscono a rendere popolari e aderenti allo spirito del natale l'immagine di Santa Claus. I cartoni animati di Nast e i poemi di Moore, hanno reso a tutti familiari la sua figura.Anche se queste icone del Natale sono diventate popolari grazie ai film e alla televisione, le antiche tradizioni natalizie sono ancora forti, e sia la figura che le storie su Santa Claus variano, ancora adesso, da paese a paese. Alcune storie dei paesi scandinavi sono conosciute come quelle di Dickens. "La piccola fiammiferia" di Hans Christian Andersen è molto diffusa e popolare, aderente anch'essa allo spirito del natale : la storia : una piccola e indigente ragazza dei bassifondi cammina a piedi scalzi nelle strade nevose della città, cercando invano di vendere i suoi fiammiferi, e sbirciando le celebrazioni natalizie dalle finestre delle case più fortunate, ma non osa tornare a casa a causa del padre alcoolizzato. A differenza delle principali tradizioni anglosassoni, la bambina va incontro ad una tragica fine.Molte storie natalizie sono state adattate ai film e alle fiction televisive, e sono state trasmesse molte volte alla TV. L'esempio più classico di film natalizio è La vita è meravigliosa, il cui tema rispecchia il racconto Carole Natalizie. L'eroe del film, George Bailey, è un uomo d'affari che sacrifica i suoi sogni per aiutare la sua comunità. Durante la vigilia di Natale, un angelo custode lo trova disperato in procinto di suicidarsi, e magicamente gli mostra quanto lui ha condizionato la realtà che lo circonda.
E, seppure, le note sul Natale, potrebbero continuare all’infinito perché tanti sono i modi di celebrarlo, quanti sono il più di un miliardo e mezzo di cristiani nel mondo, non possiamo che accennare ai:
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