Di tutto un po': Accade in Bolivia - Davide PassuellO RACCONTA
 
 FILIPPI
 Allego un articolo scritto dal 
 nostro volontario Mlal Davide Passuello, da Potosì - Bolivia. L'idea è che 
 possiate pubblicarlo come testimonianza diretta di quanto 
 accade in queste ore nel Paese
 andino.
 Chiediamo soltanto che venga citato il nome di Passuello e il suo
 impegno in Bolivia come volontario della nostra Ong, Mlal 
 ProgettoMondo.
  Rimango a disposizione per eventuali particolari sul 
 progetto di 
 cooperazione che sta seguendo il volontario, per 
 eventuali fotografie, 
 o altre notizie utili.
 Davide Passuello, 35 anni, di Marostica (Vicenza) è da 
 due anni a 
 Potosì impegnato in un progetto di sviluppo integrale 
 "Acqua per Potosì"
 cofinanziato dal Ministero degli Affari esteri.
Lucia Filippi
 PASSUELLO
 8 marzo 2005 -
 Auguri a tutte le donne.
 Ma in Bolivia non si ricorderá questa giornata per 
 questo particolare motivo, bensí per un evento storico 
 senza precedenti.
 Solo ventiquattro ore fa (lunedí 7 marzo) il presidente 
 della Repubblica boliviana, Carlos Mesa Gisbert, 
 presentava ufficialmente le sue dimissioni, prorpio in 
 un momento di forte tensione in tutto il Paese.
 Da alcune settimane, infatti, i gruppi dell’opposizione 
 capeggiati dai leaderes popolari che difendono i diritti 
 delle etnie (ci sono 36 differenti etnie in Bolivia, in 
 un territorio grande tre volte l’Italia) e le tradizioni 
 cuturali di un pezzo di America Latina che passa dai 
 5000 metri delle Ande ai grandi fiumi amazzonici, 
 avevano creato una situazione di instabilitá, attraverso 
 l’espressione tipica dei “bloqueos”, cioé blocchi 
 stradali sulle principali arterie di comunicazione 
 boliviane, per motivi differenti e soprattutto 
 legittimi.
 Da giorni non si entra o si esce da La Paz, la capitale 
 stretta dalla morsa di El Alto che é la cittá satellite 
 dove si concentrano maggiormante le rappresentanze 
 povere di tutti i dipartimenti di Bolivia che chiedono 
 acqua potabile.
 La strada per S.Cruz “occupata” dai rappresentanti 
 “cocaleros” (i coltivatori della foglia di coca) e la 
 strada per Oruro presa in consegna dai gruppi originari, 
 che rappresenta l’asse di collegamento con tutto il sud 
 e l’Argentina; e poi Cochabamba, Sucre, Potosí.
 Le dimissioni di Mesa, esasperato forse dalla situazione 
 incontrollabile che porta sempre all’uso della forza, 
 han colto tutti di sorpresa e la preoccupazione ed il 
 terribile ricordo di “Ottobre nero” (la repressione 
 militare del 2003 che ha lasciato sulle strade piú di 
 100 morti del governo di Gonzalo Sanchez de Lozada) 
 hanno avuto come risultato il trascorso di ore 
 interminabili in un clima di pesantezza.
 Carlos Mesa ha lasciato al Congresso l’ultima parola, la 
 decisione se accettare o no le sue dimissioni, forse una 
 mossa calcolata per giocare l’ultima carta e chiedere 
 una presa di posizione distinta da tutte le altre volte.
 Oggi é stato un giorno importante a dimostrazione che 
 anche il popolo boliviano puó finalmente dire la sua: 
 nonostante la quantitá di problemi che attanagliano il 
 secondo paese piú povero dell’America Latina dopo Haiti, 
 insomma, nonostante tutto la ragionevolezza ed il 
 confronto vincono.
 La piazza Murillo (sede del Governo a La Paz) gremita di 
 gente si é opposta alla decisione di Mesa raggruppando 
 sempre piú aderenti fino a coinvolgere i leaderes dei 
 partiti d’oppposizione che, assieme all’unanime 
 decisione del Congresso Parlamentare, proprio poche ore 
 fa ha respinto le dimissioni del Presidente ed ha 
 accolto la proposta di una nuova agenda di lavoro, 
 carica di impegni che vedono come prioritaria la legge 
 sugli idrocarburi, combattuta da tempo, in difesa di una 
 ricchezza del sottosuolo che darebbe a Bolivia una nuova 
 svolta sottoforma di entrate, investimenti che poi 
 sarebbero a favore del settore dell’educazione e della 
 salute.
 I rappresentanti dei partiti popolari d’opposizione non 
 erano presenti stasera al nuovo atto di fiducia verso un 
 presidente che per la prima volta nella storia boliviana 
 risponde ai conflitti con il dialogo e non con le 
 pallottole; non erano presenti per dimostrare che la 
 coerenza non si scalfigge ma porteranno a casa un NO al 
 blocco generale di un paese che ha bisogno di muoversi 
 per sopravvivere.
 Per la prima volta nella storia, giovedí 10 ci sará una 
 marcia in protesta delle altre marce di opposizione che 
 congelano per giorni le strade.
 Un atto di pace, una dimostrazione di tolleranza e 
 ragionevolezza come non si é mai vista. Buona fortuna 
 Bolivia.
Davide Passuello
 GdS 20 III 2005 - www.gazzettadisondrio.it
