Hanno scritto: No alla privatizzazione Poste e Enel da parte del Governo
All'intenzione del Presidente del Consiglio, On. Silvio
Berlusconi, completare l'iter di privatizzazione di
Poste e Enel rispondiamo come Coordinamento nazionale
dei piccoli comuni italiani con un secco no, in difesa
del diritto di dieci milioni di cittadini di avere
servizi reali e non virtuali. Il dramma degli uffici
postali chiusi nelle realtà locali con meno di 500
nuclei familiari ed il totale disservizio registrato in
queste settimane a causa della cattiva gestione delle
risorse umane con la mancata consegna della posta in
decine di piccoli comuni, soprattutto del Mezzogiorno
d'Italia, dovuto alla ricerca sfrenata di realizzare il
famoso costo beneficio, rappresenta per molte famiglie e
soprattutto persone anziane l'ennesimo colpo alla
vivibilità nei piccoli comuni. Le stesse difficoltà che
si registrano con la nuova organizzazione dell'Enel sul
territorio, sempre più distante dai cittadini perché
sempre più virtuale nei servizi anche in quelle realtà
dove per esempio l'ADSL è una vera chimera. Ancora una
volta, nel nome di una privatizzazione selvaggia che
guarda al cittadino utente come un semplice numero, a
pagare saranno i piccoli comuni italiani costretti ad
ulteriori tagli e spostamenti per poter espletare
servizi elementari, soprattutto in realtà con una
viabilità da terzo mondo ed una percentuale altissime di
persone anziane, con punte del 75% dell'intera
popolazione. Privatizzare nel nome della riduzione del
debito pubblico, significa penalizzare ulteriormente il
mondo del lavoro sempre più precario e sempre più in
mano delle macchine. Per queste ragioni chiediamo
all'intero Parlamento italiano, a tutte le forze
politiche sociali e culturali di aprire un dibattito
nazionale per non far passare sotto silenzio l'ennesima
operazione che tende a garantire gli utili a privati e i
debiti al pubblico. La stagione della privatizzazione
selvaggia ha prodotto solo problemi, disservizi e gravi
difficoltà, soprattutto per chi vive nelle piccole
comunità a totale vantaggio di pochi e fortunati privati
che hanno fatto grandi fortune con i gioielli dello
Stato. La politica non taccia, ancora una volta supina e
dimostri finalmente il proprio doveroso primato,
privilegiando l'uomo nella sua dignità e centralità e
non gli interessi dei gruppi e delle lobbyes che tanto
male stanno facendo al nostro Paese.
Virgilio Caivano
GdS - 28 II 05 - www.gazzettadisondrio.it