”Il Papa di Fatima”, di Renzo Allegri. Mondadori Editore in libreria

Il 2 aprile ricorre il primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II. In tutto il mondo si stanno organizzando iniziative per ricordare quella data e l’evento che l’ha accompagnata, cioè la partecipazione affettiva di massa, che ha coinvolto alcuni miliardi di persone, evento unico nella storia dell’umanità.

A Roma, la coda dei pellegrini che attendono di poter entrare nelle grotte vaticane per rendere omaggio alla tomba di Papa Wojtyla è tornata ad essere lunghissima. Il ricordo di questo grande uomo è vivo più che mai.

Sono numerose anche le iniziative audiovisive e editoriali. E tra queste, un magnifico volume della Mondadori dal titolo “Il Papa di Fatima – Vita di Karol Wojtyla”, firmato da Renzo Allegri, in libreria dal 14 marzo.

Un libro singolare e coraggioso. Non è, infatti, una normale biografia. L’autore si è proposto di raccontare le vicende dell’esistenza di questo grande uomo partendo da un’angolatura insolita. Ha preso come punto di riferimento il fatto che Giovanni Paolo II si è riconosciuto in quel “vescovo vestito di bianco” di cui si parla nella terza parte del Segreto di Fatima. Questa convinzione del Papa, sottolinea l’autore, apre prospettive sconvolgenti. Il Segreto, infatti, fu affidato dalla Vergine ai tre bambini portoghesi il 13 luglio 1917, cioè tre anni prima che Karol Wojtyla venisse al mondo. Quindi, la Madonna parlò di lui, lo conosceva, sapeva che sarebbe diventato Papa quando Karol Wojtyla non era ancora stato progettato dai suoi genitori. Cosa assurda, pazzesca, per chi non crede. Ai credenti, invece, suggerisce una visione della storia di quest’uomo dalle complicanze e dagli addentellati stupefacenti, che oltrepassano il “contingente”, cioè la realtà temporale.

Partendo da questa constatazione, l’esistenza di Wojtyla risulta inserita in una vicenda storico-spirituale di portata mondiale, com’è quella tratteggiata nelle Profezie e nel Messaggio di Fatima, e che riguarda soprattutto l’ideologia ateistica del marxismo materialistico, cioè il Comunismo sovietico, la diffusione degli errori del Comunismo nel mondo, con la persecuzione della Chiesa e il martirio dei milioni di credenti. Ma poi si arriva alla consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, (realizzata da Wojtyla nel 1984 ma che la Madonna aveva chiesto nel 1929) e la conseguente improvvisa caduta dei regimi comunisti, e il nuovo corso della storia che dovrebbe, secondo la promessa della Vergine, sfociare, alla fine, in “un periodo di pace”.

Protagonista di queste vicende, Karol Wojtyla. Dichiarato protagonista tre anni prima della sua nascita, con l’affidamento di una Missione fondamentale per la salvezza dell’umanità. Ma per realizzarla, egli ha dovuto fare i conti con le forze del Male, che hanno provato a impedirla con ogni mezzo. E l’autore del libro documenta come l’esistenza di Wojtyla sia stata un susseguirsi di “attentati” che hanno insidiato la sua vita e la sua vocazione. Almeno quattro, cinque volte Wojtyla giovane è incappato in incidenti in cui sarebbe dovuto morire e si è salvato in modo misterioso, “miracolosamente”. Nel 1981 è arrivato poi l’attentato in piazza San Pietro, che ha “suggerito” la vera chiave di lettura dell’esistenza di quest’uomo.

Il libro è, quindi, una vera e propria biografia di Giovanni Paolo II. Ma, osservata alla luce di queste “possibilità” e di queste “misteriose coincidenze”, la storia si arricchisce di un respiro e una interpretazione veramente insoliti e avvincenti, e solleva interrogativi e riflessioni molto impegnativi.

Stanislao Dziwisz, che è stato il fedelissimo segretario di Giovanni Paolo II e ora è Arcivescovo di Cracovia e neo cardinale, a proposito della tesi sostenuta in questo libro, ha scritto all’autore: <>.

Monsignor Mario Rizzi, arcivescovo, insigne latinista, Nunzio Apostolico, ha dato del libro un giudizio veramente entusiastico: <>, ha scritto all’autore <>.

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