VERSO LA NUOVA LEGGE REGIONALE SULL'EMIGRAZIONE
I buoni propositi si sono sprecati in occasione della
riunione della Conferenza Stato-Regioni-Province
autonome-CGIE. Dalle massime autorità italiane è stato
un profondersi in attestati di riconoscimento per gli
italiani all'estero. 'Siete parte integrante di questa
nazione', ha detto il presidente Ciampi, ricevendo al
Quirinale i partecipanti alla conferenza ed esortando i
rappresentanti dell'emigrazione a continuare a
partecipare alla crescita democratica ed economica del
paese.
E nel suo messaggio il presidente del Consiglio
Berlusconi ha dichiarato che 'occorre evitare che le
nostre comunità nel mondo perdano il raccordo con la
società d'origine', sottolineando come sia necessario
adoperarsi per evitare che si perda l'italianità nel
momento in cui la generazione emigrata nel dopoguerra
sta passando la mano a quelle nate all'estero. Un
problema di trasmissione della cultura, ed in
particolare della lingua.
Anche secondo il ministro degli Esteri e vicepremier
Fini i nostri connazionali all'estero sono protagonisti
importanti del sistema Italia. Ma le belle parole
debbono essere seguite dai fatti per avere un senso.
Ecco allora Fini augurarsi 'una programmazione più
concertata ed integrata degli interventi pubblici
(statali e locali) in favore delle comunità italiane all'estero'.
Non c'è in ballo solamente il pur cruciale appuntamento dell'elezione dei primi parlamentari espressione dell'emigrazione.
Certo, si tratta di 'un'opportunità straordinaria per
dare finalmente voce ai rappresentanti dei cittadini
residenti fuori dal territorio italiano', come ha
ricordato Berlusconi. C'è molto di più: c'è quella che
il segretario generale del CGIE, Franco Narducci, ha
definito la nuova cultura del 'fare sistema', che era
stata tre l'idea chiave della prima conferenza
Stato-Regioni- Province
autonome- CGIE, rimanendo però di fatto lettera morta
dopo la chiusura dei lavori di quella prima assise.
Fare sistema tra italiani d'Italia e italiani nel mondo
non è poi così utopistico. Lo ha sottolineato il
ministro Mirko Tremaglia, indicando come
un successo di questa politica la battaglia per
consentire a RAI
International di trasmettere in Canada. Eppure si è
fatto decisamente troppo poco, in maniera intermittente
e scoordinata.
Nell'arco di un triennio le regioni hanno acquisito,
anche grazie alla riforma costituzionale del 2001, un
ruolo da protagoniste nelle relazioni internazionali. E
il naturale interfaccia delle regioni è costituito dall'associazionismo,
spesso organizzato proprio su base regionale, o
provinciale. Narducci ha indicato questa come una delle
vie da battere con sempre maggiore decisione: iniziative
coordinate che raccolgano le risorse delle associazioni
e delle regioni per arrivare davvero ai connazionali
emigrati. E allora formazione professionale, scuola,
insegnamento della lingua italiana, anche con lo
sfruttamento delle nuove tecnologie che rendono il mondo
un villaggio globale, che rendono possibile leggere in
tempo reale quel che accade a Mantova, a Bergamo o a
Brescia stando comodamente seduti in una casa o in un
ufficio di Melbourne, di Buenos Aires o di San Paolo del
Brasile.
Servono risposte pragmatiche, come quelle che cerca di
dare la Regione Lombardia, rappresentata dal
sottosegretario alla Presidenza Raffaele
Cattaneo. 'Abbiamo creato ' ha detto - nuove realtà di
sviluppo
dell'internazionalizzazione, abbiamo seguito gli scambi
con l'estero e promosso una linea di reti funzionali sia
dal punto di vista culturale, sia della messa in rete
della business community, che ora costituisce una
risorsa per lo sviluppo e per l'innovazione'.
Cattaneo ha indicato proprio il nostro portale
giornalistico
www.lombardinelmondo.org come uno degli esempi più
nitidi di questa politica di internazionalizzazione al
paso con i tempi e con le opportunità offerte dalle
nuove tecnologie informatiche, elogiando l'impegno 'mai
domo'
(testuale) dell'Associazione dei Mantovani nel Mondo,
che del portale è editrice.
Al di là del nostro comprensibile orgoglio, possiamo
leggere nelle parole del sottosegretario la volontà del
governo regionale di fornire risposte concrete alle
domande che salgono dal mondo dell'emigrazione. E allora
l'annuncio fatto proprio in occasione della conferenza
alla Farnesina, di una imminente revisione della legge
regionale lombarda sull'emigrazione, vecchia ormai di 21
anni, diventa il primo banco di prova di questa
rinnovata volontà del 'fare', che è poi profondamente
lombarda. Per parte nostra, non possiamo che ringraziare
per gli attestati di stima che ci sono stati rivolti e
assicurare sulla nostra volontà di sostenere ogni sforzo
per fare sentire i lombardi nel mondo lombardi a pieno
titolo.
Luciano Ghelfi
(X)
Direttore editoriale di www.lombardinelmondo.org
GdS 20 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it