L'inchiostro nel latte. Normale. A sentir loro

Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina di Sondrio ha diffuso la seguente nota:


Cosa volevano? Gli
applausi?
Dunque l'ITX non é
tossico e quindi si può darlo tranquillamente ai bambini, come é
stato fatto nel periodo tra la prima segnalazione e pochi giorni
fa quando la Nestlé ha trionfalmente annunciato di aver ritirato
(spontaneamente) i prodotti chiaccherati e di aver cambiato
confezione, come se questo fosse provvedimento da meritare
applausi a scena aperta.


Vicenda
rocambolesca


Si tratta di una vicenda rocambolesca seppur tremendamente serie
e non tanto per quello che é successo ma ancor più per la
situazione che emerge, per le metodologie, per la lacunosità dei
controlli, per le parti non trasparenti, per la lunghezza dei
tempi decisionali.

Mettiamoci anche la soggezione, forse in qualcuno magari su in
Europa anche la sudditanza, psicologica. Partiamo da questo
punto.


Soggezione -
talora sudditanza - psicologica

Cominciamo a escludere dai nostri
ragionamenti la connivenza. Può esserci, ad ogni livello,
variamente motivata. Questo però é discorso che vale in tutti i
campi e per questo vale quanto abbiamo sempre sostenuto a gran
voce, e cioè che per chi ruba nella o alla Pubblica
Amministrazione (ed é rubare anche il non fare il proprio
dovere) la legge italiana é inadeguata. Ci vorrebbe quella
araba, cominciando dal taglio delle mani e, in caso di
recidività, proseguendo col resto.

Mettiamoci nei panni del controllore che nel fare un controllo
trova qualcosa che non va in un prodotto di qualche colosso
multinazionale. Al minimo si rimette a fare le analisi per
essere sicuro. Fatto questo va dal Capo che a sua volta procede
con i piedi di piombo perché sa che in una vertenza, anche
legale, dall'altra parte si troverà di fronte i grossi calibri
della scienza, i principi del foro e così via.

Sa cosa lo aspetta e basta leggere i giornali per averne la
prova. Altroconsumo ha fatto fare analisi di una serie di
prodotti a un laboratorio di prim'ordine - verrà rivelato solo
se necessario - e ne ha trovato parecchi che, a loro giudizio,
denunciavano presenza di ITX. Apriti cielo! Tutti innocenti e
tanti annunci di querela (si sa che quello che conta in queste
circostanze non é la presentazione della querela ma l'annuncio
che la si vuol fare). Va ricordata, per amor del vero,
l'iniziativa di  ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI
che, sottolineano con compiacimento. "avevano visto più lontano
degli altri, e prima di tutti erano interventi per tutelare la
salute dei consumatori italiani. In un comunicato del 24.11
chiedono un maxi-risarcimento alla Nestlè. Eccone il testo:

"Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori)
presenta oggi una maxi-richiesta di risarcimento danni alla
Nestlé per 100 milioni di euro
, relativamente al caso del
latte per bambini contenente ITX.

La richiesta è stata redatta sulla base della legge 281/98 che,
all’art. 3, afferma: “Le associazioni dei consumatori e degli
utenti sono legittimate ad agire a tutela degli interessi
collettivi, richiedendo al giudice competente: a) di inibire gli
atti e i comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori e
degli utenti; b) di adottare le misure idonee a correggere o
eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate”.

La richiesta delle 4 associazioni, indipendentemente dalla
tossicità o meno della sostanza rinvenuta nel latte, è motivata
dal grave stato di disagio e panico in cui sono stati gettati i
genitori che hanno alimentato i propri figli con il latte
sequestrato, e che vivono i questi giorni una ingiusta
situazione di paura e preoccupazione.

Intesaconsumatori ritiene inoltre inaccettabili i ritardi
verificatisi nel ritiro del prodotto dal mercato da parte della
Nestlè, che era a conoscenza della contaminazione dell’alimento.

Decorsi 15 giorni dalla richiesta di risarcimento all’azienda –
affermano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori - in caso
di mancata accettazione delle nostre richieste ci rivolgeremo al
giudice competente per ottenere per conto dei consumatori
italiani 100 milioni di euro di indennizzo, somma che
verrà utilizzata per effettuare convenzioni in tutta Italia con
laboratori in grado di effettuare analisi precise e indipendenti
sui prodotti alimentari, così da garantire massima sicurezza ai
consumatori, e per scopi umanitari."


ping-pong Nestlè -
Governo, FINITO MALE PER...


Merita sottolineatura il ping-pong Nestlè - Governo, finito male
per il manager svizzero che guida la multinazionale e che aveva
detto che si trattava di una tempesta in un bicchier d'acqua e
poi, in poche parole, che la cosa era già stata risolta
d'accordo con Europa e Governo Italiano. Si finiva di consumare
quello che era in giro e nel frattempo si sarebbe cambiata la
confezione.

La Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti
del ministero della Salute immediatamente e duramente replica
con questa nota ufficiale: ''Si apprende con sconcerto che
sorprendentemente l'amministratore delegato di Nestlé Peter
Brabeck, afferma che <già a luglio era stato raggiunto un
accordo con la UR e il Ministero della Salute italiano, per
lasciare scadere i prodotti incriminati e modificare il sistema
di produzione degli imballaggi>. Tali affermazioni non solo sono
completamente false, ma stravolgono la reale dinamica dei fatti''.

Va ricordato a latere che Movimento Consumatori e Mocimento
Difesa del Cittadino avevano chiesto "le dimissioni del
direttore generale del Dipartimento degli alimenti, dr. Romano
Marabelli per aver omesso la tempestiva informazione ai
cittadini". Inziativa rimasta però isolata.

Il Ministro Storace va anche oltre con una querela che verrà
presentata nei confronti del n. 1 della Nestlè.

Il numero uno della Multinazionale non si aspettava un uppercut
del genere. Cerca di correre ai ripari, dà colpa ai giornalisti
che lo hanno frainteso (!) e porge le sue scuse al Governo
italiano.

Il Ministro Storace, con larghissimo consenso, replica a muso
duro che le scuse non bastano, le Istituzioni vanno
salvaguardate e quindi la questione finirà in Tribunale.

Mentre il giornale già chiuso viene passato alla messa in rete
arriva un comunicato del Ministero della Salute che diamo
integralmente:


“Nestlé e Tetra Pak hanno il dovere della prudenza”. Lo afferma
in un comunicato il Ministero della Salute in cui si condivide
“la nota inviata oggi anche al dicastero italiano dall’Agenzia
Europea per la Sicurezza Alimentare, in cui le due aziende sono
invitate a non spacciare per definitive le prime analisi sulla
sicurezza della loro produzione. L’Efsa - esattamente come
ricordato nel comunicato diramato ieri dal Ministero della
Salute -  ha detto con chiarezza che l’assenza di rischi
immediati per la salute è riferita alle attuali conoscenze ai
livelli sinora riscontrati. Fare pubblicità affermando altro
rischia di essere ingannevole.

Il fatto che l’Unione Europea non abbia ritenuto di
intraprendere misure di ritiro dal mercato dei prodotti
coinvolti non significa che non debbano esservi controlli ed è
quello che il Ministero e le Regioni hanno deciso di continuare
a fare nella riunione di ieri”.


In Tribunale per
accertare parecchie cose
E' bene che finisca in
Tribunale perché si accerti:

1) Le responsabilità, tossico o no
che sia in quanto chi compra latte per bambini non vuole che
dentro ci sia anche, poco che sia, un fissatore dell'inchiostro
tipografico;

2) Come si é scoperta la cosa.
Lodevolissimo il comportamento del Corpo Forestale dello Stato e
altrettanto meritevole il laureando che ha fatto la scoperta -
meriterebbe la laurea honoris causa! - ma ci si chiede se queste
cose non le debbano scoprire gli organismi sanitari, centrali o
regionali che siano;

3) La trafila che ha comportato la
più ovvia delle conseguenze e cioè l'ingestione per almeno 82
giorni da parte di migliaia di bambini dell'ITX, tossico o meno
che sia.

4) Se ci sono state sottovalutazioni, omissioni, superficialità,
responsabilità colpose, responsabilità dolose;

5) Se e chi ha eventualmente
parlato con rappresentanti della Nestlè. Il suo Presidente e
A.D. non é certamente uno sprovveduto ed evidentemente ha detto
quel che ha detto sulla base di qualche informazione avuta dai
suoi dirigenti. Che a Bruxelles abbia trovato sponda é
credibilissimo visto il potere che é stato lasciato che si
prendessero i buro-tecnicrati, in nome della concorrenza e del
liberismo ovviamente sulla linea che piace alle multinazionali e
che sta "fregando" gli europei;

6) Se quello che é successo per l'ITX non possa succedere anche
per altre porcherie, in questa o in altre forme. In altri
termini si accerti come sono strutturati i controlli interni di
tutte le società implicate nel caso.

7) I luoghi di èproduzione dei
prodotti chiaccherati,

8) Dulcis in fundo si accerti come
mai "Barilla e Ferrero non lo vogliono da tempo ( Il Giorno - QN,
pag. 3 ultima colonna, riga 33 ). E qui un bell'interrogativo
bisogna pur porselo: come mai?


Già, come mai?

Come mai dunque, se é vero quel che ha pubblicato il quotidiano
milanese, due primarie aziende alimentari "non lo vogliono più
da tempo"? Che i loro controlli funzionino meglio? Che il loro
management sia più attento ai problemi fondamentali della
produzione alimentare, in particolare per quella diretta ai
bambini?


E ADESSO LE
ETICHETTE


Adesso l'occasione é propizia per affrontare il nodo delle
etichette dei prodotti alimentari sotto il profilo della
leggibilità (in Tribunale la perizia dovrà essere fatta con
persone di vista ed età media, non quindi con giovani-occhi di
falco e non con vecchi barbogi) e poi per quanto riguarda la
provenienza. Abbiamo già visto il caso Knorr - interessanti
sviluppi nei prossimi giorni - ma Nestlé é lo stesso (si guardi
a titolo esemplificativo il latte conndensato, un prodotto cioè
che vede la multinazionale sostanzialmente monopolista -. Non
viene indicato il luogo di produzione. C'é la formula
"distribuito da...". Diranno subito che le dizioni sono a posto
con le leggi vigenti (per la "leggibilità" tutto da discutere).

Non ci interessa niente.

Nessuna delle Associazioni dei Consumatori potrà tirarsi
indietro. Visto che ci sono le elezioni politiche in primavere
nessuna delle forze politiche potrà turarsi indietro.

Non importa una nuova normativa che obblighi, anche perché poi
fatta la legge trovato l'inganno. C'é un argomento molto più
persuasivo: "Comprate solo i prodotti che indicano,
leggibile, il luogo di produzione
". Oltre a tutto una
dizione del genere potrebbe piacere anche a tutto il mondo
dell'agricoltura italiana.
Per il CCCVa -
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina:

Alberto Frizziero


GdS  30 XI 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

CCCVa - Alberto Frizziero
CCCVA