Contributi esterni: argomento proposto da ARMANDO STEFANINI: Il territorio della provincia di Sondrio è oggetto di un sistematico e continuo DETERIORAMENTO
Spett.le Redazione
Possiedo una seconda casetta in un piccolo paese della
Valchiavenna, base
ideale, secondo me, per fare del sano turismo in tutta
la Valtellina.
Ho notato, con grande rammarico, che dal 1987, anno
della disastrosa alluvione,
il territorio della provincia di Sondrio è oggetto di un
sistematico e continuo
deterioramento.
Denuncio in particolare la situazione di torrenti e
fiumi, che in nome della
?messa in sicurezza? dell'alveo (la chiamano così)
vengono cementificati,
scavati, "rettilineizzati" e privati della vegetazione
riparia, generando
non solo un orrendo spettacolo dal punto di vista
paesaggistico, ma creando
i presupposti per situazioni future ben più pericolose
(in tal modo aumenterebbe
la velocità dell'acqua e quindi la sua pericolosità).
L'ULTIMA INFAMIA in ordine temporale, l?ho notata pochi
giorni or sono nel
tratto di Adda che va dal ponte di Traona allo scarico
della centrale Enel
di Cosio Valtellino.
Il fiume è stato deviato dal suo corso naturale, una
"lama" ricca di fauna
ittica e bentonica è stata "cancellata". Sono stati
creati argini artificiali
di circa 4 mt e la vegetazione riparia è stata distrutta
in un tratto di
fiume in cui l'acqua non supera, per buona parte dell'anno, i 40 cm di altezza.
CHE SENSO HANNO QUESTI PRESUNTI LAVORI DI REGIMAZIONE ??
DA DOVE PROVENGONO I FONDI CHE SEMBRANO NON FINIRE MAI
?? Una volta esauriti
ci sarebbe, almeno, la fondata speranza che un tale
massacro ambientale
termini.
Invio la presente come denuncia nella speranza che
vengano sospesi i lavori
in atto, affinché venga posta la parola fine su un altro
abominio contro
la natura valtellinese che tanto amo.
Ringraziando per la cortese attenzione porgo distinti
saluti
Armando Stefanini
Non conosciamo la situazione indicata e non possiamo
pertanto entrare nel merito lasciando a chi volesse di
intervenire sull'argomento. Dobbiamo comunque dire che
la segnalazione sorprende in quanto dopo alcuni
interventi di emergenza effettuati in provincia
all'indomani della calamità del 1987 é stata posta da
tutti grande attenzione al tipo di interventi da fare,
ivi comprese le arginature (pendenze, caratteristiche
dinamiche delle piene ed altro non si prestano in genere
per quelle forme di ingegneria naturalistica che altrove
si sono sviluppate).
Non risultano neppure interventi del settore
ambientalistico attentissimo a queste cose, oltre che
degli stessi Enti Locali.
Noi pubblichiamo per via della linea del giornale che é
aperto a tutti i contributi come stimolo al confronto,
ma ci pareva questo di dover dire. Aggiungiamo che
brucia ancora il ricordo del 1987, dei due metri d'acqua
nella piana di Talamona dove scorre normalmente non il
quarto fiume d'Italia - tale é l'Adda per chi non lo
sapesse - ma un rigagnoletto da niente per il quale si
sarebbe detto che gli argini non servono... (NdD)
GdS 10 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it