Perché dobbiamo dire NO alla guerra

PRESENTAZIONESiamo in guerra, moderna cioè orripilante  per cui volevamo ripescare qualcuno dei nostri testi, tutti a senso unico perchè la guerra l'abbiamo vissuta direttamente (bomba a pochi metri da me anche vicino a tre sorelle polverizzate, 30 bombe a Pontremoli dove lavoravano molti valtellinesi, eccetera eccetera. In rete i dettagli e persino di quel che restava dell'edificio). In queata ricerca ci siamo imbattuti in uno scritto inviatoci con richiesta di pubblicazione da Franceso Lena. Lo avevano pubblicato e non solo Lo ripubblichiamo a 17 anni  8 mesi e due giorni per il pregio che ha, quello della semplicità ben lontana dalle analisi più o meno forbite che stanno riempiendo le nostre giornate, tal quale persino l'impaginazione.

E SI TRATTA DI UN'ALTRA GUERRA CHE NON HA INSEGNATO NIENTE
 
                                                                           Di Francesco Lena
                       Riceviamo e pubblichiamo: Perché dobbiamo dire no alla guerra. 1 marzo 2006

Sono molte le ragioni che permettono a cittadini appartenenti a
identità

diverse dal punto di vista culturale, e sociale di esprimere
ugualmente alla

condanna alla possibilità di una guerra preventiva contro Iraq.
Possono in

un unica possibilità in grado di formare tra protesta e
proposta, che non c'

è pace senza giustizia e dell'inutilità della violenza per
risolvere i

conflitti. Alcune considerazioni per dare motivazione ad un No
alla guerra

che vuole proporsi anche come Si alla giustizia, alla pace, alla
speranza in

un mondo migliore. Una delle prime vittime delle guerre è sempre
stata la

verità, perché hanno sempre messo in atto ogni mezzo per
nasconderla, e il

primo vincitore è un certo profitto che calpesta dignità,
diritti, speranza

di pace, quel profitto che indica non solo la volontà di
controllare le

ricchezze naturali,petrolio, materie prime, ma anche il fatto
che i veri

motivi di quasi tutti i conflitti internazionali sono di
interessi economici

cosi potenti da inquinare la vita politica che è quella chiamata
a decidere

per risolvere i conflitti internazionali.No alla guerra non
esprime solo il

desiderio che l'Italia resti fuori dalla guerra, il primo No è
alla guerra

in quanto tale. Cari cittadini dobbiamo essere convinti che il
domani è

scritto nell'oggi e che il futuro sarà ad immagine del metodo e
delle

pratiche seguite per costruirlo. Alcune dure lezioni
sull'inutilità e dei

costi umani della guerra le abbiamo già ricevute dalla storia.
Senza

dimenticare che conflitti, odio e disuguaglianze escono
rafforzati, dai

conflitti armati, creando ulteriori e future insicurezze e
instabilità. Le

soluzioni vanno trovate con la politica, con l'intelligenza e la
ragione.

Per questo non si vuole fare sconti a dittatori e terroristi o
alla

violenza, da qualunque parte questa arrivi. Ciò dobbiamo essere
convinti,

che occorre il coraggio del ragionare, del capire, e nel
intervenire con

intelligenza per evitare le tentazioni di scorciatoie.La guerra,
che dopo l'

ultimo conflitto mondiale è stata formalmente vietata dalla
carta delle

Nazioni Unite è ripudiata, anche da molte costituzioni
nazionali, compresa

quella Italiana.Non mancano quanti tentano con linguaggi e
motivazioni

spesso infondate, ma tese a seminare confusione,per giustificare
la

necessità di un intervento militare. Nessuna acrobazia
linguistica può

trasformare uno strumento di morte come la guerra, in un
operazione di pace
e di vita. I conflitti le guerre si possono prevenire,
intervenire alla

radice che li genera, che li alimenta, la disperazione, la fame,
le

disuguaglianze, le ingiustizie sociali, intervenire
politicamente su tali

questioni, vuol dire che non c'è pace senza giustizia. Significa
che

intervenire politicamente sulle condizioni di sfruttamento non
contribuisce

solo a realizzare maggiore equità e giustizia, ma anche
strumento efficace

per sconfiggere qualsiasi forma di terrorismo.Una pace stabile
esige una

politica realistica, dialogo, e capacità di aggredire le cause
sociali di

sfruttamento, miseria e disuguaglianze internazionali per fare
della

giustizia la premessa di ogni convivere disteso e sereno. Una
cosa

fondamentale da fare spostare di più la nostra attenzione ai
bisogni delle

persone. Significa creare le condizioni perché non si realizzi
tanto e solo

l'equilibrio tra i governi, ma una vera tutela dei diritti
fondamentali di

ogni cittadino del mondo. Visto questa bella fioritura di
bandiere della

Pece colorate in tutta Italia, utilizziamolo al meglio questo
meraviglioso

momento per far sentire tutti insieme il No alla guerra, si alla
pace, e una

proposta perché giustizia e politica si sostituiscano alle armi
e agli

eserciti.E' urgente, doveroso e necessario cari cittadini
restare uniti,

intrecciare gli sforzi e opporsi alla logica delle divisioni con
un sforzo

teso all'unità e alla concretezza del risultato di Pace,
facciamolo per

amore di quegli uomini, donne e bambini che con la guerra
sarebbero

destinati a morire. Se riusciremo tutti insieme a fermare la
guerra potremo

dire con entusiasmo di aver fatto un grande passo in avanti, di
civiltà, di

cultura della pace, e di aver contribuito a costruire una
società migliore,

più giusta per tutti i cittadini del mondo.
Francesco Lena

 

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Francesco Lena

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