Costruire la pace: la donna é protagonista
L’autentica
cultura della pace si costruisce sul rispetto e sulla promozione
dei valori universali della persona umana, sull’educazione al
dialogo sociale ed internazionale.
La donna è protagonista nella costruzione della pace. Come
custode della Vita, è stata sempre la grande forza umanizzatrice
della società.
Di questo si è parlato a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum, nel congresso internazionale "Donna e cultura della
pace", organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna
dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dall’Università
Europea di Roma.
Padre Paolo Scarafoni, L.C., Rettore dell’Ateneo Pontificio
Regina Apostolorum, ha aperto l’incontro con queste parole: "Il
male non è una forza anonima che opera nel mondo in virtù di
meccanismi deterministici e impersonali. Il male passa
attraverso la libertà umana. Si verifica quando gli uomini si
sottraggono alle esigenze dell'amore. Il bene, invece, nasce
dall'amore, si manifesta come amore ed è orientato all’amore.
Per orientare il proprio cammino tra gli opposti richiami del
bene e del male, la famiglia umana ha urgente necessità di far
tesoro del comune patrimonio di valori morali ricevuto in dono
da Dio stesso. Giovanni Paolo II dice che possiamo fare
riferimento alla "grammatica" della legge morale universale,
richiamata spesso dalla Chiesa nei suoi documenti. E' una la
legge che ispira valori e principi comuni, unisce gli uomini tra
loro, pur nella diversità delle rispettive culture, ed è
immutabile.
La cultura passa da una generazione all’altra soprattutto per
opera delle donne (il Papa ha avuto modo di sottolinearlo nel
suo ultimo libro). Se la famiglia umana potrà vincere il male
con il bene dipenderà in buona parte dal ruolo che svolgono oggi
le donne, nella trasmissione della legge morale, nell’educazione
alla cultura della pace.
Nessun uomo, nessuna donna di buona volontà può sottrarsi
all'impegno di lottare per vincere con il bene il male. E’ una
lotta che si combatte validamente soltanto con le armi
dell’amore".
"La pace sembra essere un bene irraggiungibile", ha detto
Cristina Zucconi Galli Fonseca, Presidente dell’Istituto di
Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum. "Oggi, in particolar modo, nel contesto
socio-economico e politico in cui viviamo, sentiamo l’esigenza
di cercare e promuovere, con maggiore determinazione, una
cultura della pace.
Sappiamo che, da sempre, gli esseri umani anelano la pace,
personale, sociale e mondiale. Questo bene prezioso è, infatti,
costantemente minacciato dall’ingiustizia, dalla violenza e
dall’egoismo. Il Santo Padre, giustamente, ci ricorda che questi
tre elementi non sono eventualità astratte ed indeterminate, ma
sono il frutto della libertà umana. Dietro all’ingiustizia si
cela sempre un comportamento ingiusto, vi è sempre una persona
ingiusta.
Significa, quindi, che la pace non si può improvvisare, poiché è
uno stile di vita improntato alla giustizia. Il perdono è un
valore che deve essere trasmesso con l’educazione, fin
dall’infanzia nella scuola e in famiglia, prima scuola di
socialità e prima e fondamentale scuola di pace.
L'autentica cultura della pace si costruisce sul rispetto e
sulla promozione dei valori universali della persona umana, del
dialogo e della solidarietà sociale ed internazionale. In questo
contesto la donna è protagonista, in quanto principale
educatrice ai valori etici e significativamente più sensibile ai
bisogni della persona umana in generale".
Il congresso è organizzato con il contributo di: Provincia di
Roma – Ufficio Consigliere Parità e UniOne Assicurazioni, e con
il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri e
Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Carlo Climati
www.carloclimati.com
GdS - 20 III 2005 -
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