Le inchieste del Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore
In edicola venerdì 16 giugno:
Produzione e ordini tengono ancora ma l’industria frena gli investimenti
In regione crescono le filiere accreditate, nuovo bando da 30 milioni
Moda, calano le imprese: Milano resiste
Mancano 250mila artigiani, network tra i centri per l’impiego
Pnrr, il territorio rispetta i tempi ma Milano teme per gli extracosti
Sul fronte nazionale iniziano ad arrivare segnali di un rallentamento dell’economia, con la produzione industriale che ad aprile è scesa (secondo le rilevazioni dell’Istat) del 7,2% su base annua, segnando il quarto calo congiunturale consecutivo. Di fronte a questo scenario complesso e incerto, l’industria e l’artigianato lombardo sembrano difendersi meglio, almeno fino a tutto il primo trimestre. Il Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore in edicola venerdì 16 giugno dedica l’apertura all’indagine trimestrale di Unioncamere, che rileva come produzione e ordini tra gennaio e marzo di quest’anno siano rimasti stabili rispetto allo stesso periodo del 2022 e le imprese industriali si dicono ottimiste anche per il secondo trimestre. Alcuni settori crescono in modo ancora robusto (ad esempio la moda, che registra un +7,9%), altri invece (soprattutto quelli di base, come chimica, vetro, carta, siderurgia e tessile) cominciano a risentire di un calo della domanda e della concorrenza dei Paesi che possono contare su costi produttivi inferiori. Di “rischio stagnazione e di una possibile frenata degli investimenti” parla all’inserto del Sole 24 Ore Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia: «Vediamo i primi segni di un rallentamento, soprattutto sul fronte degli investimenti, per le incertezze legate alle questioni geopolitiche, ma anche al rialzo dei tassi da parte della Bce – osserva Buzzella – oggi un’azienda, a meno che non si tratti di un grande gruppo con rating elevati, paga tassi molto alti, che rendono più incerto e rischioso investire».
Manifattura. Un nuovo bando è in arrivo per le filiere accreditate dalla Regione. Si tratta di una trentina di milioni che andranno a premiare le aggregazioni d’imprese, che da alcuni mesi a questa parte sono in continua crescita. Secondo la tabella di marcia – spiega il Rapporto Lombardia - si dovrà approvare la delibera dei criteri per poi procedere con il bando la cui apertura potrebbe essere fissata già per settembre. Il primo bando ha concesso finanziamenti per 4 milioni. Le filiere che hanno accesso a questi fondi sono nove.
Men’s Fashion Week. Con 72 eventi, da oggi a martedì 20 giugno, Milano torna a essere capitale internazionale della moda maschile. Un ruolo che sembra addirittura essersi rafforzato dopo la pandemia, complice un ritrovato dinamismo della città di Milano, affollata da turisti e teatro di aperture di nuovi negozi di lusso. Milano è il fulcro del settore moda lombardo non solo a livello mediatico, ma anche industriale, con poco meno di 11mila imprese della moda sul totale di 27.758 nel Registro imprese al 31 marzo. Sebbene il numero di imprese in regione sia calato, il capoluogo ha mostrato maggiore tenuta. La moda made in Italy, insieme ai settori aggregati (occhiali, gioielli) nel 2023 dovrebbe toccare i 103 miliardi di euro di fatturato (fonte Cnmi).
Formazione. Oltre 250mila addetti. A tanto ammonta il deficit di tecnici e artigiani in Lombardia, un gap che mette a rischio la sopravvivenza di tante storiche realtà e attività legate al saper fare, alla manualità che in passato si tramandava in bottega di generazione in generazione. Oggi l’artigianato è un comparto a rischio vocazioni. Per questo l’Unione degli artigiani e la Regione hanno messo in campo una serie di iniziative per sensibilizzare i giovani e assicurare la continuità dell’attività nelle botteghe, si legge sul Rapporto Lombardia di venerdì 16 giugno. Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, tra le proposte per rilanciare la professione dell’artigiano, ha fatto riferimento a un percorso di formazione professionale di quattro anni cui si potrebbero aggiungere altri due di Its a cui i ragazzi potrebbero accedere direttamente.
Cronoprogramma. I programmi del Pnrr proseguono in Lombardia e a Milano, rispettando il cronoprogramma, ma c’è il timore che dopo l’estate si concretizzi la paura più grande, e cioè che i bandi per la realizzazione di nuove strutture e edifici possano andare deserti a causa del maggior costo di energia e materie prime. Nel capoluogo già le prime avvisaglie. In Lombardia il Pnrr porterà circa 11,5 miliardi (includendo anche il fondo complementare), il 12,59% dei fondi totali destinati all’Italia, di cui circa 2,1 miliardi prevedono Regione Lombardia come soggetto attuatore. Circa 4,5 miliardi saranno destinati alla transizione ecologica, 3 per la mobilità green, si legge sul Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore.