OMOSESSUALITA' E PECCATO
 Buttiglione 
 per conservare il posto di commissario europeo, ha dovuto 
 scusarsi con gli omosessuali per aver usato impropriamente il 
 termine peccato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto 
 2357 precisa: "Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta 
 le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione 
 ha sempre dichiarato che gli atti sessuali di omosessualità sono 
 intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. 
 Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il 
 frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In 
 nessun caso possono essere approvati". In effetti il termine 
 peccato non è menzionato, ma le locuzioni "gravi depravazioni" e 
 "atti intrinsecamente disordinati", seppur implicitamente, lo 
 includono. Se non fosse peccato, il suddetto punto non sarebbe 
 stato pubblicato e non avrebbe ragion d'essere. Solo una 
 questione terminologica dunque, tuttavia suggerita dalla 
 saggezza dei redattori del Catechismo per non colpevolizzare 
 eccessivamente chi pratica l'omosessualità. Ma soprattutto per 
 far comprendere che si può essere omosessuali, senza 
 necessariamente diventare peccatori. Infatti al punto 2359 il 
 Catechismo afferma che "Le persone omosessuali sono chiamate 
 alla castità". Nessuna condanna quindi per l'errante, ma solo 
 per l'errore.
 Gli omosessuali sono "avvertiti", se riusciranno 
 ad indossare illibate cinture di castità, non saranno più 
 ascrivibili alle categorie dei peccatori e dei depravati. Un 
 solo problema: ma l'amore platonico, è di questo mondo? 
Gianni Toffali
Gianni.Toffali@inwind.it
 GdS - 30 X 2004 - 
www.gazzettadisondrio.it
