Gas: si rinvia. Urgenza? Ci vogliono 41 giorni per trovarsi! Soluzione se...
Oggi 9 settembre, l’indomani del 79° anniversario di una tragica data, in programma il preventivato incontro dei Ministri europei dell’energia e la sperata attesa da parte degli italiani della decisione del “Price Cap”. Di che si tratta? Della fissazione di un prezzo-limite per il gas russo.
RINVIO
La montagna partorisce un topolino? Manco quello visto che la decisione è stata quella di non decidere o meglio di decidere il rinvio.
MOTIVAZIONE
Formalmente una questione di procedura, in realtà un esercizio di ipocrisia chiaro come il sole. Sì perché ci hanno detto che il rinvio era indispensabile in quanto la competenza non è dei Ministri ma dei leader dei Paesi europei. Chiediamo se hanno scoperto solo ieri o stamane quel che ci dice la motivazione ufficiale, in realtà debolissima scusa -.
IPER-URGENZA
Il problema è urgentissimo, in particolare per noi e tedeschi che già dobbiamo sopportare oneri pesantissimi. Quando la politica, in particolare quella internazionale, era una cosa seria incontri ‘volanti’ erano la norma se sul tavolo c’erano problemi seri. Qualche volta addirittura con Palazzo Chigi illuminato sino ben oltre le ore pubbliche e con diverse auto blu di Ministri e Banca d’Italia (riferimento reale). La sveglia, sollecitata dalla gravità della situazione, risponde, a suo modo. Il rinvio infatti è nientemeno che al 6 e 7 ottobre.
VERTICE QUAQUARAQUA
Non è finita perché le date sono sì quelle ma non per decidere. Ci dicono che si tratterà di un vertice informale quindi senza l’ordine del giorno ufficiale. E che fanno allora i leader? Ogni ipotesi è buona come ogni veto (ogni riferimento agli olandesi è puramente causale). Se hanno bisogno di un po’ di relax verrebbe voglia di suggerire ‘via il tavolo rotondo per i 27 Paesi sostituito da una serie di tavolini da 4 posti onde consentire il Bridge ai Ministri e il Buracco per i Sottosegretari’. Non arriveremo a tanto per il dovuto rispetto delle Istituzioni chiunque sia che le occupa e arriviamo finalmente a una data certa. Programmato infatti il Consiglio con Capi di Stato e di Governo il 20 ottobre.
TIRIAMO LE SOMME
Oggi è il 9 settembre, data da cui parte la ricostruzione degli eventi e dei non-eventi. L’immagine, del Liceo Berchet, rende bene, da dirsi male, la situazione. Per analogia i cumulonembi della meteorologia richiamano i cumulonembi dell’economia e del welfare. Ma anche, ahimè, in questi giorni i cumulonembi dl una guerra orripilante che dà triste lavoro agli addetti dei Cimiteri, impegno severo agli ospedali e triturazioni di beni privati e pubblici.
41 GIORNI
Se oggi è, come è, il 9 settembre vuol dire che devono trascorrere 41 giorni, altri morti, altri danni, prima che si apra una sede istituzionale e non solo per il gas, pur essendo il problema gravissimo. L’incredibile inerzia diplomatica è un dato tuttocampo. In primis l’evanescenza dell’ONU non bastando la sua presenza settoriale come, ad esempio, della pur positiva iniziativa sul grano. Richiameremo in proposito quanto da noi scritto in apertura della guerra. Molto esplicito il nostro NO alle armi che non significava avvantaggiare i russi e svantaggiare gli ucraini ma indicava, e indica, come sì smetterla con le fornitura d’armi ma soprattutto come bloccare la guerra.
SOLUZIONE SE...
Basta leggere quanto s'è scritto allora e quindi constatare che la soluzione ci sarebbe. Certo, se… ma un se non impossibile.
Alberto Frizziero