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Chi al mare, chi in montagna, chi chiuso in casa proiettato verso la Ferrari che lo deluderà. Previsto l'esito? Noi si, tanti no perchè quasi nessuno aveva pensato ad una diserzione di massa.. Hanno poi discettato in TV sui risultati referendari. C’era chi prendeva atto della dichiarazione di morte vergata da 4 italiani su 5 e chi invece diceva che non era così portando un esempio e cioè che se un Referendum trattasse della morte assistita tornerebbero “i bei tempi” secondo loro “ del divorzio e dell’aborto”.
Noi come giornale non abbiamo ricevuto niente dai referendari, o dai loro competitori. Non un comunicato, non un’opinione, non un articolo, non un saggio. E allora abbiamo evitato di scriverne dopo avere verificato dai nostri punti di partenza a quelli di arrivo, questi presentati a chi oggi potrebbe fare il testimone, in una misura compresa tra il 20 e il 25%. Un mese fa, 15 giorni fa, domenica 12. Lo schema? Quello dell’esperienza di chi scrive di 13 campagne elettorali aventi in comune, fra loro ma anche con i protagonisti di domenica 12 giugno, un ricorso eustorgico alla psicologia di massa.
La prospettiva
Lo strumento è morto. Sappiamo come e perché era stato inserito in Costituzione in un contesto da distanza siderale rispetto all’oggi. Non c’è una minima possibilità di una controtendenza, e lo spieghiamo.
Ieri si è votato anche in 1000 Comuni fra i quali grandi e importanti città. Il Comune, l’Istituzione Comune ha oggi tante cose da fare e da poter fare, in particolare con un importante riferimento, il Sindaco che oggi viene direttamente scelto dai cittadini. Il ventaglio d’interessi è larghissimo passando dalle grandi scelte, come quelle urbanistiche, alle mille piccole cose della gestione quotidiana. Aggiungasi ad adiuvandum che si aggiunge la conoscenza diretta delle persone nelle liste, le preferenze da indicare nella scheda elettorale, i consensi o le critiche agli uscenti. Ci sono quindi tutte le condizioni per una delega responsabile e consapevole.
Bene. In una situazione ragionevolmente così partecipata si verifica invece il contrario dove quello che più conta e più pesa è il bicchiere mezzo vuoto. Agli elettori: uno su due, ed anche peggio, non frega niente di chi sarà il Sindaco fra i 5 o 6 candidati Nè frega qualcosa contribuire a scegliere un proprio candidato-consigliere comunale.
Bene, anzi male. Uno su due non sente dovere civico, non considera come si dovrebbe la comunità in cui vive, guarda il giorno delle votazioni con il disinteresse più amorfo l’altro uno su due che invece si sta recando alla sezione elettorale di competenza.
Bene, anzi male. Se uno su due si guarda bene dall’andare alla cabina elettorale per scegliere chi per alcuni anni gestirà anche le sue cose, gli farà pagare le bollette, condizionerà la sua vita pensate che invece risponda al Referendum “presente”?
Che vada cioè a decidere SI oppure NO a quesiti che in particolare vien da pensare formulati in perfetto stile UCAS, quello che è il benemerito Ufficio Complicazioni Affari Semplici?
In realtà il Referendum come l’abbiamo conosciuto dunque è morto. Una possibilità di evitare la cremazione ci sarebbe. Non certo…...quella di indire un Referendum per eliminare il Referenduma a firma o di 500.000 elettori o di almeno cinque Consigli Regionali. No, la via ci sarebbe, una strada giuridicamente non complessa, che semmai lo può essere politicamente con alcune circumlocazioni di chi sognerebbe un altro Referendum tipo divorzio&C.–.
Questa strada porta all’art. 75 della Costituzione, in particolare i suoi primo, quarto e quinto comma
Basterebbero due parole ma si sta scoprendo ben altro che i commi dell’art. 75 ovvero loro, quelli che l’art.75, e compagnia, a suo tempo lo avevano scritto.
a.f.