SANT'AGOSTINO
Prima parte: Sant’Agostino e l’Opera Omnia
UN
GRANDE
Sant'Agostino è, per riconoscimento unanime, uno degli uomini
che più hanno onorato la Chiesa cattolica, la civiltà
occidentale, l'umanità e hanno esercitato nel pensiero delle
generazioni successive un'influenza così profonda e così
duratura.
Fu insigne filosofo, teologo, mistico, poeta e pastore; con
estrema sensibilità storica seppe guardare nel mistero dell’uomo
e nel destino dei popoli, e fu capace di dire ai contemporanei,
che vivevano alla fine di un mondo, le parole opportune della
fede e della speranza cristiana: fu interprete delle loro anime,
consolatore delle angosce, guida sicura nei sentieri del
mistero.
Morendo ad Ippona nel 430 d.C., lasciò un immenso patrimonio di
scritti che i posteri hanno diligentemente conservato e
avidamente letto.
Il patrimonio agostiniano è restato vivo attraverso i secoli, e
i pensatori e gli scrittori occidentali si sono rivolti ad
Agostino come a un grande maestro.
Anche oggi, ognuno sembra trovare nelle sue opere qualcosa che
lo attrae e lo stupisce: o l'altezza delle intuizioni
metafisiche o la sicurezza delle dimostrazioni teologiche o la
profondità dell'introspezione interiore o l'ardore delle
ascensioni spirituali; o anche la luminosità dello zelo
pastorale e la ricchezza sempre nuova della fantasia e del
calore umano.
Molto opportunamente Giovanni Paolo II, nella sua lettera
apostolica “Augustinum Hipponensem”, raccomanda “di mantenere
vivo e attraente il fascino di sant'Agostino anche nella società
moderna, del suo ideale stupendo ed entusiasmante, perché la
conoscenza esatta e affettuosa della sua vita suscita la sete di
Dio, il fascino di Cristo, l'amore alla sapienza e alla verità,
il bisogno della grazia, della preghiera, della virtù, della
carità fraterna, l'anelito dell’eternità beata...”.
L'OPERA
OMNIA
La pubblicazione in edizione latino italiana dell'“Opera Omnia”
di Sant'Agostino, rappresenta indubbiamente uno degli eventi
editoriali e culturali più importanti degli ultimi anni. Questo
grandioso progetto ha preso avvio nel 1965 con le Confessioni,
opera cardine nel pensiero e nell'esperienza del vescovo di
Ippona, uno dei più grandi libri che siano mai stati scritti e
una di quelle opere, così vicine alla sensibilità dell'uomo
d'oggi, che più riescono a conquistare la mente e il cuore.
Era, dunque, urgente che, in Italia, si promuovesse l'iniziativa
di mettere in circolazione, per tutti, gli scritti di sant'Agostino.
Questa edizione italiana sarà senz'altro utilizzabile da un
vasto pubblico che non è e non può essere solo di specialisti.
La pubblicazione di tutte le opere di Agostino in edizione
bilingue latino-italiano (con testo latino criticamente
accertato, anche se questa non è una nuova edizione critica del
testo latino) è un fatto di grande rilevanza nel panorama
editoriale italiano, mai tentato, e contribuirà in modo decisivo
ad una sempre maggiore conoscenza della figura e del pensiero
del vescovo di Ippona. La pubblicazione dell'“Opera Omnia”
comprende circa 50 volumi, con oltre 500 pagine ognuno in media,
divisi in tre parti secondo il triplice genere letterario
seguito dallo stesso Agostino nel recensire le sue opere, cioè:
libri, lettere e discorsi.
I libri sono raccolti secondo l'argomento: opere
autobiografiche, filosofico dommatiche, morali, esegetiche,
polemiche. Le opere polemiche sono distinte secondo gli
avversari contro cui furono dirette: manichei, donatisti,
pelagiani, ecc.
La traduzione è stata fatta con grande impegno ed amore cercando
di conciliare insieme la tinta e gli espedienti retorici del
latino agostiniano che le esigenze ed i gusti di un lettore
moderno.
Un giudizio definitivo su questa enorme iniziativa editoriale
non può certo darsi, ma è indubbio che si tratta di un fatto
importante per l'editoria.
Seconda parte: Sant’Agostino
in Internet
PER LA
VERITA', PER LA CULTURA
La pubblicazione via Internet, dunque, delle opere di un uomo
che fu insieme pastore di anime e grande pensatore, vuole
soddisfare alle esigenze intellettuali degli studiosi e a quelle
spirituali di chi, dietro un maestro così grande e sicuro, cerca
la verità per trovarla, amarla e aiutare tutti quelli che gli
stanno a cuore a trovarla e amarla.
Nella pagina iniziale del sito appare il nostro programma in
quattro grandi sezioni:
a) pubblicare tutto Sant’Agostino al più
presto - perché la cosa principale per conoscere Agostino è di
leggere tutto Agostino -;
b) apprendere la vita di Agostino con
gli occhi e il cuore del suo primo biografo, Possidio, e
continuare nella sua conoscenza lungo un tracciato, preso dalle
sue opere, che ne analizza la fisionomia caratteriale,
intellettuale, morale e spirituale;
c) fornire - attraverso una
serie di apparati, tavole di confronto, sussidi vari - tutto
l’occorrente per orientarsi nei luoghi, nei tempi storici e
nelle varie circostanze della vita e delle opere del Santo;
d)
agevolare la comprensione del pensiero e dell’attività del Santo
con l’aiuto dell’indice analitico di tutte le sue opere (sia
nella versione latina, per il piacere di chi vuol sentire la
voce dell’Autore, sia nella versione italiana).
IN
PREPARAZIONE
Inoltre stiamo
preparando, rifacendoci all’opera di grandi studiosi, una
lettura della vita, delle opere, del pensiero e della santità di
Agostino. Stiamo raccogliendo anche una lunga serie di testi,
divisi per temi o chiavi di lettura, che possono essere utili
per chi volesse trovare - almeno fintanto non si sia allenato
per una ricerca personale, molto più vantaggiosa per i propri
bisogni e gusti - risposte sviluppate per la riflessione o la
meditazione.
Terza parte
– L’importanza di Agostino
di Padre Agostino Trapè
PENSATORE DI GRANDE FASCINO
Non le condizioni ambientali resero famoso Agostino, ma
l’altezza del suo ingegno, la vastità degli interessi, la
molteplicità veramente sorprendente degli scritti. Fu filosofo
ma anche teologo, teologo ma anche pastore, pastore ma anche
mistico, mistico ma anche polemista, polemista ma anche grande
oratore, amante del suo popolo e mite con gli avversari.
Agostino è filosofo, teologo, mistico e poeta insieme; e tutto
ciò in grado eminente. Queste altissime qualità si completano a
vicenda e creano un fascino a cui è difficile resistere. È un
filosofo, ma non un freddo pensatore; è un grande pensatore che
fa e disfà i suoi pensieri finché non ha trovato ciò che
cercava. Le forze che lo sospingevano erano due: l’amore per la
verità e la verità dell’amore o, piú brevemente, l’amore per la
verità amata e cercata con tutta l’anima. È un teologo, ma anche
un maestro di vita spirituale; è un mistico, ma anche un
pastore; è un poeta, ma anche un polemista. Ognuno perciò trova
in lui qualcosa che lo attira e lo stupisce: o l’altezza delle
intuizioni metafisiche, o la ricchezza e l’abbondanza delle
dimostrazioni teologiche, o la forza e l’efficacia della
sintesi, o la profondità psicologica delle ascensioni
spirituali, o la ricchezza della fantasia, della sensibilità,
dell’ardore mistico.
L’Agostino perenne è l’Agostino della grande teologia: la
teologia della Trinità, della Redenzione, della grazia, del
“Christus totus”, della storia; è l’Agostino del sapiente metodo
teologico, che unisce insieme l’ardente desiderio di capire e la
ferma adesione all’autorità della fede, il senso vivo del
mistero e l’orientamento costante della scienza alla carità; è
l’Agostino dalla profonda esperienza religiosa, che sa suggerire
la voce della preghiera, sa comunicare il fremito dell’amore, sa
dire le parole della speranza.
LA
DOTTRINA AGOSTINIANA
La dottrina agostiniana ha come merito principale la
molteplicità degli aspetti e la forza della sintesi.
In realtà Agostino è il grande pensatore che ha costruito
sintesi grandiose e profonde sulle quali, poi, come su binari
sicuri, si è mossa la cultura occidentale.
Ricordo alcune coppie di termini, apparentemente opposti ma
necessariamente uniti, che servono a costruire quelle grandi
sintesi.
1) Ragione e fede. La soluzione agostiniana del grande problema
- un problema che attraversa, volere o no, ogni cultura - poggia
sull’esaltazione di due primati, quello temporale della fede e
quello assoluto della ragione. Luminosa distinzione, che
permette alla linea dottrinale del vescovo d’Ippona di passare
incolume tra gli scogli opposti del fideismo e del razionalismo,
unendo insieme, senza confonderli, gli apporti della ragione e
della fede: della ragione, che non perde il suo primato in
ordine alla conoscenza della verità; della fede, che mantiene
anch’essa il suo primato, ma temporale, non assoluto. Quando
questi due primati sono stati separati l’uno dall’altro, o
assolutizzando il secondo, quello della fede, o lasciando solo
il primo, quello della ragione, la cultura ha imboccato filoni
diversi, giungendo a conclusioni anch’esse molto diverse. In
ogni caso è sempre istruttivo e stimolante vedere come il
vescovo d’Ippona li ha tenuti insieme dimostrandone le mutue
esigenze e il radicamento nella struttura dello spirito umano.
2) Dio e l’uomo. E’ l’altro grande binomio che il vescovo d’Ippona
non ha mai separato e alla cui conoscenza ha ricondotto tutto
l’umano sapere. Se ha detto cose stupende su Dio, altrettanto
stupende le ha dette sull’uomo. Agostino ha pensato a Dio in
ordine all’uomo come l’Eterno all’interno dell’uomo (“internum-aeternum”)
e secondo la forma triadica che l’uomo possiede: Dio è la causa
dell’essere, la luce del conoscere, la fonte dell’amore. E ha
pensato all’uomo in ordine a Dio: l’uomo, perché immagine di
Dio, è capace di Dio e bisognoso di Dio. Egli dimostra in tante
sue opere che solo in Dio trovano soluzione i problemi
dell’uomo. Ma a Dio non si giunge se non per mezzo di Cristo.
3) Libertà e grazia. E’ il terzo binomio, che nasce dalla
profonda problematicità dell’uomo e su cui Agostino gettò tanta
luce d’intelligibilità. Egli difese con molto equilibrio l’uno e
l’altro termine: il primo per render conto della grandezza
dell’uomo, il secondo per render conto della sua fragilità e per
porvi rimedio. La sintesi agostiniana è entrata nei tessuti del
pensiero occidentale e giova ricercarla nelle opere del Maestro
per ritrovarla nella sua genuinità e nel suo equilibrio.
4) Cristo e la Chiesa.
5) Verità e amore. Altra sintesi che ha per base due termini che
non si possono separare e che Agostino non ha mai separato.
Scrutando nell’abisso dell’interiorità umana, dove abita la
verità - “la verità abita nell’uomo interiore” -, scopre che
l’uomo conosce ed ama; il suo verbo - quello che dice
interiormente pensando, il verbo che non ha lingua - gli è unito
tramite l’amore. E poiché ama la conoscenza e conosce l’amore,
il verbo è nell’amore e l’amore nel verbo e tutti e due nello
spirito che ama e dice il verbo, il quale altro non è che
conoscenza amorosa. E’ facile capire come Agostino abbia parlato
sempre della verità animata dall’amore e dell’amore illuminato
dalla verità. Né intellettualismo, né volontarismo, ma simbiosi
dell’uno e dell’altro per la compresenza dell’atto teorico e
dell’atto volontario. Egli pertanto poteva dire, senza paura di
essere frainteso: “Ama e fa’ quel che vuoi”.
6) Amore privato e amore sociale. Un altro binomio, che serve ad
Agostino per creare un’altra celebre sintesi, la sintesi delle
due città. Si sa che l’autore della “Città di Dio” narra la
storia dell’umanità raccogliendola in due città: la città dei
giusti e la città degli iniqui. Le due città sono fondate su due
amori, che sono appunto l’amore privato e l’amore sociale, cioè
su egoismo e carità.
Sono questi binomi i grandi binari su cui si è mossa la cultura
occidentale.
RITORNO
ALLE FONTI
E’ utile tornare alle fonti e vedere come li ha
impostati e risolti una grande mente che sentiva la vocazione
del pensatore ma che accettò per obbedienza il compito di
pastore, e pastore per di piú di una piccola diocesi africana.
Brevi accenni che possono servire, a chi conosce la storia del
pensiero occidentale, a ritrovarvi la presenza e l’influsso del
pensiero agostiniano: dai tempi di S. Tommaso e S. Bonaventura -
due grandi interpreti, anche se in misura diversa, dell’agostinismo
- fino ai giorni nostri. Per riferirmi al pensiero
contemporaneo, se anche si volesse prescindere dagli influssi di
Pascal e di Kierkegaard - notoriamente debitore del pensiero
agostiniano il primo, meno notoriamente ma non meno realmente il
secondo -, non si può non constatare che alcune forme di
esistenzialismo, lo spiritualismo di Bergson, Le Senne, Lavelle,
Blondel, Sciacca, Guzzo, Carlini, Stefanini - per fare solo
alcuni nomi -, il personalismo di Mounier, il problema dei
valori dello Scheler, l’essere e la verità in Heidegger, la
corrente neoscolastica e quella neo-agostiniana, e grandi
pensatori di oggi come Jaspers, Gilson, Guitton ecc.n tutti si
richiamano su argomenti non secondari ad Agostino.
LIMITI
Senza dubbio, anche in Agostino, come in ogni uomo, ci sono
limiti. Il lettore li troverà probabilmente nella erudizione,
che, pur non essendo volgare, non spaziava liberamente nel mondo
della letteratura greca; nella foga della polemica, che non gli
permette sempre di limare il linguaggio; nella diversa maniera
con la quale si muove nel mondo delle idee e in quello dei
fatti; nella forza inesorabile della dialettica, che,
illustrando una verità, sembra farne dimenticare un’altra.
Questi limiti nascono sia dalla personalità di Agostino, che
conobbe il tormento e la radicalità del convertito, sia dalla
sua formazione filosofico-teologica, sia anche, anzi
maggiormente, dal tempo in cui gli toccò di vivere. Ma essi non
hanno impedito nel passato che fosse il maestro comune
dell’Occidente cristiano. In realtà da lui ci vengono molte più
luci che ombre. “Se l’età dei Padri”, scrive Guitton, “non
avesse avuto Agostino e l’età delle origini non avesse avuto
Paolo, il corso della storia occidentale sarebbe stato
completamente diverso”.
Ma Agostino, pur presente in molti rivoli, si trova nella sua
interezza nella fonte, cioè nei suoi scritti. Egli può aiutarci,
meglio di ogni altro, a risolvere i nostri problemi, che sono
molti e gravi, ma non sono piú gravi né piú numerosi di quelli
che tormentò l’epoca sua, un’epoca di profonde trasformazioni e
di difficili passaggi da un mondo a un altro.
Agostino interessa come uomo per i suoi errori e le sue
conquiste, il suo vagare lontano dalla fede cattolica e il suo
ritorno a questa fede, la sua conversione e le decisioni che
l’accompagnarono, il suo servizio alla verità ritrovata, alla
giustizia (che pose a fondamento della vita sociale), alla pace,
al bene di tutti gli uomini anelanti a quella città, come egli
spiega, “dove la vittoria è verità, dove la dignità è santità,
dove la pace è felicità, dove la vita è eternità”: quattro
stupende equazioni che rivelano l’uomo Agostino e l’animo di
tutti gli uomini pensosi di sé. Egli ha quindi ancora qualcosa
da insegnare: nel generale smarrimento dello scetticismo il
metodo di cercare la verità, tra le nebbie del materialismo
dilagante la forza purificatrice della spiritualità, nelle vuote
pretese del razionalismo la luce della fede, nell’orgoglio del
naturalismo il ruolo salvifico della grazia. A chi difende solo
la fede ricorda le esigenze della ragione, a chi si appella alla
sola ragione ricorda la necessità della fede; a chi nega la
libertà ne ricorda l’esistenza e il pregio, a chi la esalta come
l’unico elemento della salvezza ricorda la necessità della
grazia. Interpretando la storia partendo dalla metastoria, egli
ha messo le fondamenta per una civiltà dell’amore.
ECUMENISMO
Un’ultima ragione dell’attualità di Agostino: quella ecumenica.
Nel momento triste e doloroso della divisione della cristianità
occidentale, si discusse molto sulla vera interpretazione del
pensiero agostiniano, e da sponde ormai lontane ci si appellò ad
esso: questo stesso pensiero, studiato nelle sue fonti genuine,
può essere un punto comune d’incontro ed un efficace punto di
partenza per una sintesi nuova insieme ed antica, che riconosca
gli aspetti dottrinali che uniscono e superi, nella verità e
nella carità, quelli che dividono, preludendo cosí alla
ricomposizione di quell’unità che fu il grande ideale di
Agostino pensatore e pastore. La città di Dio non conosce che
una sola vittoria, quella della verità: una vittoria che non
umilia nessuno, e onora tutti.
Non già che Agostino sia stato sempre approvato e seguito da
tutti, ma è stato sempre presente come motivo di riflessione,
stimolo di ricerca, punto di confronto, anche quando è stato
criticato e interpretato in modo diverso.
Agostino è un maestro, del resto, umile e discreto; che non si
dà arie, che non si sente superiore agli altri, perché considera
la verità un bene comune di tutti, che si limita ad esporre le
sue faticose esperienze, che esorta tutti a farsi discepoli
dell’unico Maestro affinché non si abbia bisogno di altri
maestri. D’altra parte Agostino vero, quello della storia,
quello degli scritti, è molto più ricco e più armonioso di
quanto non appaia attraverso il prisma decompositore di certe
correnti di pensiero che, più o meno a ragione, si richiamano a
lui.
L'AGOSTINO PERENNEMENTE ATTUALE
Ora è questo, quello “vero”, l’Agostino perennemente attuale.
L’Agostino della filosofia cristiana: dell’“internum-aeternum”,
che richiama all’interiorità e fonda la trascendenza; dell’uomo
“abisso profondo” e immagine di Dio, che da Dio ha l’essere, la
conoscenza, l’amore, doni che solo in Dio può custodire;
dell’uomo fragile e peccatore che anela alla libertà e alla
salvezza che solo Cristo può dare; delle relazioni tra il tempo
e l’eternità; delle grandi sintesi che uniscono i due poli senza
confonderli; della città di Dio, che, fondata sull’amore
“sociale”, è universale per sua natura, che “recluta cittadini
da tutte le nazioni, raccoglie membri da tutte le lingue, non
badando alle differenze di costumi, di leggi, d’istituzioni...
non sopprimendo né distruggendo, anzi accettando e conservando
tutto ciò che, sebbene diverso nelle diverse nazioni, tende al
solo e medesimo fine della pace terrena, purché non impedisca la
religione che c’insegna ad adorare l’unico, sommo e vero Dio”.
Riferimenti:
Lorenzo Boccanera Augustinus.it – webmaster Padre Franco
Monteverde curatore E-mail: web@augustinus.it
GdS - 26 XI 2001