Io ammiro il Papa
Mai, negli ultimi decenni, un Papa ha condannato la guerra
con la forza di Giovanni Paolo II.
Nemmeno il grido angosciato di Pio XII° alla vigilia della
seconda guerra mondiale ("Nulla è perduto con la pace, tutto
può essere perduto con la guerra") che emozionò il mondo e
fermò per un attimo le armi, esprimeva la passione che
trasmettono oggi i messaggi papali. E' solo la passione
umanitaria, l'angoscia per le vittime innocenti e le chiese
locali? A me sembra che ci sia ben di più.
Giovanni Paolo II non si limita a condannare la guerra.
Lancia un messaggio rivolto alla intera fase storica che sta
per iniziare. Se scoppia una guerra di civiltà, se
l'Occidente si confronta frontalmente con le parti più
estremiste del mondo islamico, la Chiesa non entra in questa
guerra, anzi la condanna. E condanna non solo lo strumento,
ma la incapacità dei due contendenti di dialogare, di
trovare dei punti di convivenza, di apertura. E' una
posizione ben diversa da quella che la Chiesa assunse in
altri scontri mondiali. Non solo nelle lontane crociate, ma
nel confronto con il comunismo la Chiesa, e questo Papa in
particolare, fu volutamente parte in causa. Il dialogo con
il mondo comunista fu ritenuto impossibile; il comunismo
quindi era un nemico da abbattere. E il Papa polacco
contribuì molto al crollo del muro di Berlino.
Giovanni Paolo II non si limita a condannare la guerra.
Lancia un messaggio rivolto alla intera fase storica che sta
per iniziare. Se scoppia una guerra di civiltà, se
l'Occidente si confronta frontalmente con le parti più
estremiste del mondo islamico, la Chiesa non entra in questa
guerra, anzi la condanna. E condanna non solo lo strumento,
ma la incapacità dei due contendenti di dialogare, di
trovare dei punti di convivenza, di apertura. E' una
posizione ben diversa da quella che la Chiesa assunse in
altri scontri mondiali. Non solo nelle lontane crociate, ma
nel confronto con il comunismo la Chiesa, e questo Papa in
particolare, fu volutamente parte in causa. Il dialogo con
il mondo comunista fu ritenuto impossibile; il comunismo
quindi era un nemico da abbattere. E il Papa polacco
contribuì molto al crollo del muro di Berlino.
Non è solo una posizione morale. E' anche una posizione
politica, rispetto alla quale il cattolico conserva piena
autonomia, con tutto il diritto di dissentire. Ma
personalmente io non dissento. E vedo come possibile
interprete di questo messaggio l'Europa, le cui opinioni
pubbliche si sono già espresse. C'è bisogno che da dentro
l'Occidente parta una azione per il ripristino della
legalità internazionale, per il rifiuto della unilateralità
delle decisioni, per una strategia che affronti il complesso
dei problemi mediorientali, non la sola questione Saddam.
Non è solo una posizione morale. E' anche una posizione
politica, rispetto alla quale il cattolico conserva piena
autonomia, con tutto il diritto di dissentire. Ma
personalmente io non dissento. E vedo come possibile
interprete di questo messaggio l'Europa, le cui opinioni
pubbliche si sono già espresse. C'è bisogno che da dentro
l'Occidente parta una azione per il ripristino della
legalità internazionale, per il rifiuto della unilateralità
delle decisioni, per una strategia che affronti il complesso
dei problemi mediorientali, non la sola questione Saddam.
Mario Segni
GdS 28 III 03 www.gazzettadisondrio.it