Delocalizzazioni. Noyfil di Andalo, vittima, chiude
Riceviamo: LA NOYFIL DI ANDALO VERSO LA CHIUSURA DEFINITIVA
Nella giornata di martedì 28 settembre 2021, la Società Noyfil appartenente al Gruppo Radici con sede a
Chignolo nel Bergamasco ha comunicato alle Organizzazioni Sindacali e alla RSU l’intenzione di cessare
tutta l’attività di produzione dello stabilimento di Andalo Valtellino ove si svolge l’attività di orditura e
filatura del poliestere e che occupa oltre 70 dipendenti, con chiusura totale dello stabilimento a far data
dal 1 gennaio 2022.
La motivazione che ha portato ad una scelta così drastica è data principalmente dal fatto che vi è già in
essere da alcuni anni un trasferimento del mercato della produzione del poliestere verso i Paesi asiatici (le
analisi di mercato parlano di una riduzione della produzione al livello europeo per un valore di 100 milioni di
euro) con ricadute su tutti i principali produttori. Di conseguenza, sul sito di Andalo, nel corso del 2021 (con i
dati disponibili fino alla fine di agosto), il trend negativo sia dal punto di vista dei volumi della produzione che
da quelli della sostenibilità finanziaria non si discosta sensibilmente dai dati già molto negativi al periodo
precedente tutto il periodo della pandemia legata al covid.
Infatti, presi a riferimento questi primi otto mesi dell’anno rispetto al 2019, si rileva un indebitamento dello
stabilimento di Andalo che di fatto rimane invariato, con un calo strutturale del fatturato del 30%. I volumi di
produzione pari a 4.800 tonnellate di filato nel 2019, scesi a 2.200 nel 2020 si confermano nel 2021 poco
sopra l’anno precedente (su quest’ultima parte si tenga conto che la cosiddetta “soglia di sopravvivenza” per
cui costi e ricavi si equiparano si aggira intorno alle 3.200 tonnellate).
Il paradosso di quest’ultimo periodo sembrerebbe però essere una sorta di inversione di tendenza
con ordini in portafoglio che, pur non garantendo una deciso cambio di rotta, arriverebbero dai
principali clienti di Noyfil fino a febbraio 2022!
Non ultimo, sono confermate le previsioni di rincaro del costo dell’energia previsto nelle prossime settimane
pari a 10 cent./kw con un aggravio di costi per lo stabilimento di Andalo stimati dalla Direzione aziendale in
circa 600.000 euro su base annua.
Come già in qualche modo ipotizzato nell’incontro di inizio luglio dall’Amministratore Delegato della Società
in un incontro con i dipendenti e Sindacato, sulla base di questi dati, la concorrenza dei Paesi dell’Estremo
Oriente è di fatto insostenibile.
Alla luce di ciò, i lavoratori riuniti in assemblea il 29 settembre, dopo ampia discussione hanno deciso quanto
segue:
nelle more di una trattativa, che auspicano si attivi nel più breve tempo possibile, con grande senso
di responsabilità proseguono nell’ordinaria attività;
Chiedono alle Organizzazioni Sindacali di farsi parte attiva presso tutti gli Organi Istituzionali al fine
di informarli della grave situazione e ottenere supporto al fine di vagliare tutte le possibili iniziative e
soluzioni per gestire nel migliore dei modi la decisione oggi ufficializzata dalla Proprietà.
In data odierna le Segreterie Territoriali FLCTEM-CGIL e FEMCA-CISL hanno inviato agli Organi Istituzionali
provinciali (Prefettura, Provincia di Sondrio, Sindaci del Mandamento) una nota ufficiale nel rispetto di quanto
deliberato dall’assemblea dei lavoratori.
Sondrio, 30 settembre 2021
Merazzi Emanuele FEMCA CISL 334.6062622
Rossi Valter FILCTEM CGIL 335.756676