Frutta prima voce nella spesa alimentare delle famiglie
Raccolto di mele è in calo: Flessione superiore al 35% per i melicoltori della valle. - Le famiglie spendono 1300 l’euro l’anno in frutta, 8 su 10 ne mangiano almeno una porzione al giorno
SONDRIO – Mentre gli effetti di un clima pazzo che ha condizionato gli ultimi sei mesi si fanno sentire sulla raccolta delle mele valtellinesi (il un calo di produzione è superiore al 35%), buone notizie arrivano sul fronte dei consumi di frutta, segmento che si conferma come prima voce nella spesa alimentare delle famiglie italiane, superando in valore tutti gli altri prodotti, dalla carne alla pasta, dal pesce ai formaggi, dal latte all’olio. Si arriva a un totale di quasi 1300 euro all’anno con la svolta green spinta dall’emergenza Covid.
I dati sono stati confermati dall’analisi di Coldiretti “2021, l’anno nero della frutta Made in Italy” diffusa in occasione del Macfrut di Rimini il più grande salone della frutta e verdura Made in Italy.
Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è quello che conta una maggiore propensione al consumo di ortofrutta con più di 8 italiani su 10 (81%) – spiega Coldiretti – che mangiano almeno una porzione di frutta o verdura al giorno, secondo l’Organic F&V Monitor. Il primato nazionale riguarda anche le quantità visto che nel 2020 il consumo pro capite annuo – continua Coldiretti - è stato di 160 chili, davanti a molti Paesi europei, come la Germania (109 chili) o il Regno Unito (101 chili) secondo Nomisma.
I consumi di frutta e verdura degli italiani sono aumentati di quasi un miliardo di chili nell’ultimo decennio grazie anche ai giovani che – sottolinea la Coldiretti – fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie. La ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l’88% degli italiani a bocciare la frutta straniera e a ritenere importante scegliere nel carrello frutta e verdura Made in Italy secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, visto che l’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale.
Secondo il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini, "per garantirsi prodotti freschi e di qualità ma anche per sostenere il sistema produttivo nazionale duramente colpito dal clima per ottimizzare la spesa e non cadere negli inganni, la miglior buona pratica è quella di verificare la provenienza italiana, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati di Campagna Amica e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali".
Sotto accusa infatti sono le importazioni incontrollate dall’estero favorite dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea come il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi. Accordi – continua Coldiretti Sondrio– fortemente contestati perché nei paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.
Sul fronte dell’interscambio commerciale con il mondo – continua Coldiretti – l’Italia registra nel 2021 uno sbilanciamento negativo con le importazioni che superano le esportazioni di oltre il 17% con 1,9 miliardi di chili di frutta e verdura arrivati dall’estero nei primi cinque mesi dell’anno. I cibi e le bevande stranieri sono sei volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e ad appena lo 0,9% dell’Italia, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dell’ultimo rapporto Efsa.
“E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità” ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare però la necessità di “superare l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero puntando a un’agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo sul modello della Sopexa e ad investire sulle ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali”. (9/9/2021)
Coldiretti Sondrio
==Nostra nota==
Che vengano dall'estero banane, ananas, frutti tropicali è fisiologico. Diventa patologico, a nostro avviso, vedere, specie nei banchi della GD, cose del tipo di quelle di cui ci siamo già occupati tempo fa