GRANDI VINI DI VALTELLINA: UNA FONDAZIONE. MA ANCHE ....
L'ASSEMBLEA DEL CONSORZIO TUTELA VINI
Domenica 16 giugno il
Consorzio Tutela Vini ha tenuto la sua assemblea con
foltissima partecipazione di soci e Autorità convintamente
sostenitrici del programma indicato dal Presidente Maule e
dal direttore Panont.
Punto centrale nei commenti é stata l'ipotesi di una
Fondazione per la tutela del versante terrazzato , un mix,
com'é stato detto, di pubblico e di privato.
L'argomento era stato già da noi trattato su questo giornale
- ed é tuttora leggibile - l'otto maggio scorso con ampiezza
di valutazioni ed anche di proposte. Merita di essere
ripreso ora, dopo la citata assemblea.
PROBLEMA COMPOSITO
Come abbiamo già scritto nel precedente articolo il problema
non é solo economico. Ci sono gli aspetti idrogeologici e
quelli paesistici o paesaggistici che dir si voglia, senza
sottovalutare in diverse parti l'attenzione di protezione
civile per l'esistenza, ai piedi del versante terrazzato, di
molti abitati e di molte case sparse che una cattiva
manutenzione dei muretti sovrastanti o un'alterazione dei
deflussi idrici possono mettere a rischio.
Ricordato nel precedente articolo il triplo interesse per la
tutela e la valorizzazione dei terrazzamenti, quello privato
ma anche quello pubblico, doppiamente pubblico, consegue che
la soluzione coordinata dei problemi vuole che ciascuno
faccia la sua parte.
L'AUTHORITY
Già dicevamo allora che la Fondazione ipotizzata dal Presidente Maule può essere
utile, ma non risolutiva, perché in realtà occorre qualcosa
di più, una sorta di Autorithy che disponga non soltanto
delle necessarie risorse, ma di qualcosa - per quanto strano
possa sembrare - di ancor più importante. Ci riferivamo, e
ribadiamo, alla
possibilità giuridica di intervento.
Oggi le competenze sono frammentate e per giunta non
coordinate. Regione, Provincia, Comunità Montana, Comuni, ex
Genio Civile, Uffici o funzionari preposti agli aspetti
ambientali, eventualmente la Sovrintendenza, per certi
aspetti Camera di Commercio, per altri Impianto pluvirriguo
ex-BIM, Consorzio di Tutela e qualche altro soggetto minore
locale. Discorso analogo per i canali di finanziamento.
Occorre in realtà portare a sintesi il problema.
LA
VIA C'E'
La via c'é, per molti versi innovativa e di non difficile
realizzazione.
L'intero versante terrazzato da identificare come "area
protetta", evitando però le controindicazioni abituali che
generano comprensibili resistenze da parte delle popolazioni
e degli Enti Locali. Normalmente infatti quando si attiva
un'area protetta il risultato é che arrivano i vincoli. La
parte propositiva, sempre esposta a sostegno, in genere
tarda ad arrivare e spesso non arriva mai. In questo caso la
logica dei due tempi é un nemico, é una ipotesi da non
prendere per nulla in considerazione.
La simultaneità é condicio sine qua non.
PIANO, AUTHORITY E ZONA PROTETTA
La legge regionale approva simultaneamente il Piano
Territoriale Paesistico - per il versante terrazzato, visti
i tempi che si profilano per il Piano che rischia di
scivolare alla prossima Amministrazione Provinciale,
eventualmente anche un Piano-stralcio apposito, piano di
notevole rilevanza comunque riguardando uno sviluppo di
versante superiore ai 30 Km -, l'istituzione di area
protetta e l'organo di governo, una Authority di gestione
che ha il suo riferimento nel Piano e il controllo da parte
della Provincia. A latere i Consorzi di cui s'é detto nel
precedente articolo e, come elemento propositivo la proposta
Fondazione cui, fra l'altro, potrebbe essere demandato di
essere strumento agile per il delicato problema delle vigne
abbandonate. In questo però con l'efficace supporto dell'Authority
che potrebbe avere - la Fondazione no - la possibilità di
utilizzo della legge sulle terre incolte, non tanto per
essere usata - anche questo nei casi-limite però -
quanto per incentivare le soluzioni transattive.
PROPOSTE NON CONVENZIONALI
Ci si rende conto che si tratta di proposte non
convenzionali, certamente innovative e dunque, come tutte le
proposte innovative, tali da essere comprese con difficoltà
e perseguite con ancora maggiore difficoltà.
Occorre una classe dirigente, politica, istituzionale,
economica che sappia misurarsi con il futuro, anticipandolo
e preparandolo.
Ci sono esempi illuminanti in proposito. Basti pensare, per
fare un esempio, a vistosi casi di collaborazione
privato-pubblico "inventati" a fine anni '70 nel Comune di
Sondrio, soluzioni poi "esportate" addirittura a Milano e
negli anni successivi diffusesi in Italia, e non ancora
abbastanza. Non solo questo, ma addirittura nuovi strumenti
di gestione non previsti dalla legislazione vigente, ma non
in contrasto, che permisero lo sviluppo altrimenti
impossibile con l'applicazione letterale della normativa
vigente.
POSSIBILI IN DODICI MESI
Sulla base di quella esperienza possiamo dire con assoluta
certezza che la proposta avanzata é realistica e
fattibile nel giro di dodici mesi, sol che la si riesca
a comprendere e lo si voglia.
Non ci é passata inosservata la citazione del consigliere
regionale Bordoni, che di territorio se ne intende anche
professionalmente oltre che istituzionalmente quando ha
rilevato con soddisfazione che finalmente si capisce che il
problema del versante terrazzato non é solo un problema
territoriale. Visto il suo ruolo in Regione, - e sicuramente
sarebbe su questa linea anche l'altro consigliere
valtellinese, Tam -, il cammino in Regione di questa
proposta potrebbe essere abbastanza agevole. Anzi, sotto
certi profili privilegiato, trattandosi di una assoluta
innovazione nel contesto nazionale, e utilizzando a tutto
campo tutte le competenze oggi regionali dopo la parziale
devolution approvata nello scorcio finale della precdente
legislatura.
FRA
DODICI MESI O FRA DODICI ANNI?
Ci si arriverà? Per arrivarci ci si arriverà. Si tratta solo
di vedere se fra dodici mesi, come sarebbe possibile, o fra
dodici anni come si può temere.
La via da scegliere sta in tutte le Autorità che
convintamente hanno dato la loro adesione in sede di
assemblea del Consorzio di tutela. Se alle parole dette in
quella occasione seguiranno i fatti i dodici mesi potrebbero
anche starci.
Alberto Frizziero
GdS 8 V 02