“UNA MAMMA CHIAMATA MARIA”- Giuseppe Mario Scalia
Una madre. L’essenza stessa dell’amore. Il canto dell’amore, quello indissolubile di una madre. Un amore che non ha mai imparato a consumarsi né a preservarsi dal dolore sin dalla lacerazione del primo cordone ombelicale che l’ha legata per mesi, nutrendola nel suo grembo, alla sua creatura. Un’intera vita per un figlio, parto e parte di sé, vivendo, quieta in silenzio, le sue ansie, le sue paure, le sue sconfitte e le sue conquiste. Una madre è per sempre. Benedicente e pia. Anche quando il tempo incrudelisce e incanutisce il capo. Anche quando la Nera Signora l’ha scelta tra le sue compagne. E, pur nella vacua solitudine del distacco, mai dell’abbandono, lei è amorevolmente a fianco del figlio prediletto. Come l’umile “Ancilla Domini” che ha seguito suo Figlio sino alla sua morte e alla gloria dei cieli. E’ così che nasce “Una Mamma chiamata Maria”, opera del già Prefetto di Sondrio Giuseppe Mario Scalia, che ripercorre la tappe di un cammino che unisce terra e cielo facendosi diario di viaggio quotidiano negli affanni terreni, un prezioso vademecum ancorato alla Santa Vergine che veglia, sovrana e pietosa, sul mondo intero col suo celeste manto. “Una tenera mammina” pronta a tenderci la mano nelle difficoltà, l’aulente “Rosa Mystica” del Paradiso, la “Mater dolcissima tota pulchra” che ci invita, misericordiosa, al banchetto del cielo dopo aver attraversato questa “Valle di Lacrime” come esuli naufraghi nell’oceano tumultuoso della vita. L’Autore intreccia mirabilmente il suo serto di primizie e fiori fatto di piccole riflessioni di un “Magnificat” che segue la fila dei grani di un Rosario gaudioso che contempla in quell’”Ave” tutto il mistero della Redenzione. Senza di Lei nulla si sarebbe mai compiuto. La parola allora per Scalia si fa preghiera incessante alla “Mediatrice di Grazie” con la semplicità di un bambino perso nell’incanto del sorriso materno. E da “Milite dell’Immacolata” consacrato al suo “Divin Cuore” può bearsi dei frutti dell’“Albero della Vita”, affratellando quanti sono invitati a dissetarsi alla sorgente stessa dell’amore, perché “Servire Mariae regnare est”. “Bella Tu sei qual sole, bianca più della luna”, inneggia uno dei canti più belli dedicati all’Immacolata ricordandoci che “tutto quello che è scritto in miliardi di libri di tutte le biblioteche del mondo non vale una mamma!”. “Una Mamma chiamata Maria” si fa allora per Scalia un cantico sublime alla “Virgo Fidelis” che è “Causa nostrae letithiae” perché siamo tutti “figli di Maria” la purissima “Stella matutina” corredentrice del genere umano che non ci abbandona mai.
Nello Colombo