Il 25 aprile provinciale a Morbegno
Ieri 25 aprile 2021 si è celebrata nel Comune di Morbegno la cerimonia provinciale della “Festa della Liberazione”, alla presenza del Prefetto di Sondrio Salvatore Pasquariello, del Sindaco del Comune di Morbegno Alberto Gavazzi, del Presidente della Provincia Elio Moretti, del Presidente della Comunità Montana di Morbegno Emanuele Nonini e del Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Egidio Melè.
Le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria hanno reso molto sobrio il momento pubblico, con discorsi ufficiali brevi a cura del Sindaco di Morbegno e del Presidente dell’ANPI, il solo suono della tromba a scandire alzabandiera e deposizione della corona al monumento ai caduti.
Il Prefetto ha letto il messaggio inviato il 24 aprile dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle associazioni combattentistiche, d’arma e partigiane e ha deposto con le altre Autorità la corona al monumento; infine si è recato a rendere omaggio al monumento ai caduti partigiani nel piazzale delle scuole di viale Ambrosetti.
Qui si ricorda con una targa e un cippo commemorativo un evento eccezionale.
La colonna tedesca della Flak, il convoglio di militi nazisti sconfitti che nell’aprile del 1945 risaliva il lago di Como e si dirigeva in Svizzera (e con la quale aveva viaggiato anche Benito Mussolini sul camion numero 34, travestito da soldato tedesco), firmò la propria resa a Morbegno il 28 aprile 1945 proprio nel palazzo delle scuole di via Ambrosetti al “Comando Unificato Valtellina – Alto Lario del Comitato di Liberazione Nazionale”. Fu un evento storico che, va sottolineato, è uno dei pochissimi casi in Europa, con quello di Villa Migone a Genova del 25 aprile 1945, in cui i tedeschi riconobbero l’autorità delle formazioni partigiane e a loro consegnarono le armi. Negli altri casi i tedeschi avevano firmato la resa nelle mani dei comandi militari angloamericani e non in quelle dei civili.
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Il citato messaggio del Presidente della Repubblica
«Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, Festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta.
Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana, furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese.
Ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell’Italia.
Nell’onorare il ricordo di quanti sono stati protagonisti della conquista della libertà e della democrazia, rivolgo ai rappresentanti delle Forze Armate, delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e Partigiane, il saluto di tutti gli italiani, riconoscenti per l’instancabile opera volta a mantenere vivi gli ideali di abnegazione, spirito di sacrificio e democrazia simboleggiati dal Tricolore.
Viva la Liberazione, viva la Repubblica».
Sondrio, 26 aprile 2021