Altro Supermercato in arrivo? Stavolta ad Ardenno - Nostra nota
L’Unione del Commercio e del Turismo si fa portavoce dell’allarme dei negozianti di fronte all’ipotesi di apertura di una nuova media struttura di vendita I commercianti di Ardenno: fortissima preoccupazione per l’equilibrio della rete commerciale del paese
19 marzo 2021 - L’ipotesi dell’insediamento di una nuova media struttura di vendita in un’area situata in via Nazionale nel territorio del Comune di Ardenno desta un grande stupore, ma soprattutto preoccupa fortemente i commercianti del paese. L’Unione del Commercio e del Turismo accoglie e appoggia in pieno il grido di allarme di una ‘delegazione’ di operatori – Luca Patriarca, Massimo Paolo Fascendini e Maurizio Covaia, titolari di importanti e storiche attività commerciali di Ardenno - che si è fatta portavoce dei commercianti del comune e delle zone limitrofe.
È allarme rosso perché, se realizzato, il nuovo progetto insediativo presenterà caratteristiche tali - per collocazione e dimensioni (si parla, infatti, di un supermercato fino a 1.500 metri quadri) - da colpire al cuore il già delicato equilibrio della rete commerciale.
«La recente notizia del progetto di insediamento di una nuova media struttura di vendita ci ha colti alla sprovvista ed è stata un fulmine a ciel sereno – sottolineano con forza all’unisono Patriarca, Fascendini e Covaia –, in quanto, su questo tema così importante per il territorio e le attività che vi operano, era ragionevole e auspicabile attendersi di essere preventivamente informati e interpellati da parte dell’amministrazione comunale, in particolare dal sindaco Laura Bonat e dalla giunta, la quale amministrazione, del resto, da sempre si è dichiarata attenta e sensibile nei confronti delle esigenze del commercio. Siamo perciò molto delusi e dispiaciuti, perché invece tutto è passato sopra la nostra testa e in sordina, e, a quanto sembrerebbe, con un parziale cambio di destinazione d’uso del terreno in questione. Siamo convinti che Ardenno, ma anche le vicine Valmasino, Buglio in Monte, Forcola e Sirta, ne risentiranno molto. Questa operazione sarà una sconfitta per il paese!».
Le attività commerciali presenti sul territorio, come ricordano gli operatori stessi, sono la linfa dell’economia e della socialità del paese e contribuiscono a promuoverne le eccellenze locali. «Con la presenza nostra e dei nostri colleghi – evidenziano Patriarca, Fascendini e Covaia – siamo un pilastro importante dell’economia di Ardenno e dintorni, e diamo lavoro ai nostri convalligiani. Per questo ci saremmo attesi una maggiore considerazione e coinvolgimento. A quest’ultimo riguardo, auspichiamo tuttavia che, nell’ambito delle buone relazioni da sempre intrattenute con l’amministrazione comunale, vi sia l’opportunità di un confronto costruttivo, in cui vi sia spazio per discutere sulle possibili destinazioni dell’area e per progettualità alternative rispetto a quelle che sembrerebbero prospettarsi con l’avvento di un gruppo imprenditoriale probabilmente di fuori provincia».
L’Unione del Commercio e del Turismo, intanto, ha fatto richiesta per accedere agli atti amministrativi e si riserva di formulare un’attenta e circostanziata valutazione di merito, al fine di tutelare gli interessi della categoria dei commercianti di Ardenno e dei territori limitrofi. «Nessuno si aspettava un simile progetto, proprio in un momento difficile come questo e colpisce il fatto di non essere stati coinvolti. Una volta avuto accesso agli atti e fatte tutte le valutazioni del caso, chiederemo quanto prima un incontro con l’amministrazione comunale», conclude Luigi Cao, presidente dell’Associazione Panificatori dell’Unione del Commercio e del Turismo e titolare di un’importante e storica attività commerciale di Ardenno.
Paola Gugiatti
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Nostra nota
1. Come in precedenza per casi simili un bel NO e per ragioni generali. C'è una rete commerciale in Valtellina più che sufficiente e lo stesso Ardenno ha strutture a un semplice tiro di schioppo.
2. Sia consentito un suggerimento. Una posizione contraria, in questo caso giustificata, richiede un supporto adeguato, pur difficile che sia, di tipo urbanistico. A titolo di esempio leggiamo "tutto è passato sopra la nostra testa e in sordina, e, a quanto sembrerebbe, con un parziale cambio di destinazione d’uso del terreno in questione". Pur con riserva non avendo visto le carte osserviamo che di norma il cambio di destinazione d'uso richiede un provvedimento di natura urbanistica e , se siamo in questo caso, una sua procedura con la possibilità per tutti i cittadini di intervenire in merito. Pagina quindi da aprire e da scrivere da parte però di chi sa farlo. Altro esempio fra quelli possibili quello del passo carraio, dimensionato per la struttura, tale da aggravare la situazione traffico. Poi la contraddizione rispetto alla linea, giusta, dell'apposito Comitato in Prefettura, ecc. ecc.
3. Le considerazioni di cui sopra valgono comunque indipendentemente che la società interessata sia o non sia valtellinese. Detto questo se fosse di via ne abbiamo già abbastanza in provincia in genere con l'alibi "dell'occupazione". Dato che il fatturato complessivo non è che cambia se arriva una nuova struttura, ad alcuni posti di lavoro che si creano, di primo livello, si contrappongono quelli che si perdono, in genere di gente che ha lavorato una vita, talvolta con aiuti dei familiari, e che ha retto alla crisi con grande fatica.
No, non è una bella novità
(GdS)
PS Il Comune. C'è un Consiglio Comunale. Potrebbe essere interessata la Comunità Montana e forse la stessa Provincia. Non entriamo quindi nel merito in questa sede.