CINEMA: Nido di vespe



Ci sono delle opere talvolta, che rompono gli schemi classici e
gli stereotipi culturali con tale vigore da non lasciare
necessità di ulteriore commento; ci sono immagini che davvero,
non necessitano di parole: succede così, che il cinema francese
riesca ad inanellare una serie di titoli che lo pongono
nettamente al di fuori dello stereotipo di lontana memoria
secondo cui il cinema europeo produce buone commedie ed ottimi
drammi, ma non mai cinema d’azione.


“Nido di vespe”, è la continuazione logica della strada percorsa
da “Leon”, “Taxxi”, “I fiumi di Porpora” ecc., in cui con mezzi
relativamente modesti ma con attori di notevole caratura dal
punto di vista interpretativo si arriva ad un risultato non
inferiore ai colossal d’azione statunitensi.


Il film è ben interpretato da un gruppo di attori in Italia
totalmente o semi sconosciuti (a parte il simpatico Samy Naceri
che qualcuno ricorderà in Taxxi e Taxxi 2) ma piuttosto bravi,
vede la collaborazione degli ottimi Valerio Mastrandrea ed
Angelo Infanti (che ricorda un pò Franco Nero nei panni del
generale Esperansa in Die Hard II con Bruce Willis), inoltre è
molto teso, e tiene sul filo fino alla fine.

E’ realistico, e si apprezza una grande cura per i particolari,
soprattutto nelle scene, numerose, dedicate alle sparatorie;
ancora, la sceneggiatura è lineare e senza cali di tensione
anche se piuttosto semplice, l’idea di partenza è piuttosto
originale e lungo tutto il percorso si avverte un certo spessore
interpretativo, che rende questo film lontano e migliore
rispetto ai classici action movie americani da sabato sera.

Un lavoro, quello del regista Florent Emilio Siri, di grande
rispetto, anche perché, a quanto è dato modo di sapere, si
tratta di un’opera prima.
Mirko Spelta


               

Per comunicazioni all'autore della recensione:

               
ginodilegno@inwind.it



GdS 8 XII 2002 
www.gazzettadisondrio.it

Mirko Spelta
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