Sigarette e tumore. Intervista all'insigne tisiologo valtellinese prof. Morelli L'intuizione del prof. Morelli - L'intervista
L'INTUIZIONE
DEL PROF. MORELLI
Una intervista allo scienziato valtellinese insigne, prof.
Eugenio Morelli, scomparso da tempo.
Nato a Teglio l'8 marzo 1881.
Laurea in medicina a Firenze nel 1905. Aiuto del grande
Forlanini nel 1908 all'Università di Pavia e nel 1924 (16 anni
per andare in cattedra! Allora era così anche per i grandi) salì
in cattedra di patologia speciale medica. Nel 1928
all'Università di Roma, cattedra delle malattie dell'apparato
respiratorio. Nel 1934 e per 17 anni direttore dell'Istituto
Forlanini. Nel 1942 il Morelli nominato senatore per i suoi alti
meriti. Morì a Roma il 20 settembre 1960.
Il settimanale "Tempo", anno XII n. 23, Milano 10-17 giugno
1950, 40 pagine £. 50) fece sensazione con un'intervista al
prof. Morelli pubblicata con il titolo: "CAUSATI DALLE
SIGARETTE i tumori
polmonari? - E’ questo il sospetto avanzato da un
eminente tisiologo: il prof. Morelli".
Scartabellando in ferie, a 1200 km da Sondrio, alcune raccolte
dagli anni '30 in poi (Illustrazione Italiana, Il Secolo XiX,
Annabella, Tempo ecc.), é capitata sottomano questa intervista
che ha di per sé un valore assoluto per via della intuizione,
dimostratasi fondata, del nostro illustre convalligiano, ma un
valore particolare per i valtellinesi. Anche, magari, per
l'Ospedale di Sondalo da Lui voluto e a Lui intitolato.
Ecco l'intervista:
L'INTERVISTA
Roma, giugno
Due settimane, fa un. notizia riportata da parecchi
giornali ha allarmato non poco
i fumatori di sigarette, e particolarmente quelli che
prediligono le concie americane: si scrisse infatti che il prof.
Eugenio Morelli, uno dei maggiori tisiologi italiani, aveva
comunicato al Congresso medico svoltosi a Capri, che il fumo
delle sigarette americane era alle origini del novanta per cento
di tumori polmonari.
La notizia, oltre che i fumatori, ha allarmato, e non in misura
minore, i rappresentantI delle marche di sigarette incriminate:
il fatto che una autorità scientifica come Morelli prendesse
posizione contro un tipo di tabacco particolarmente prediletto
dalle classi agiate. creava un problema economico dl non lieve
importanza. Non sono mancati neppure cauti passi presso il
tisiologo perché correggesse in forma pubblica il punto di vista
espresso. A questi interventi il prof. Morelli non ha voluto
neppure accennare e quando gliene abbiamo parlato si è chiuso in
un sorridente silenzio. Poi ha guardato la sigaretta che avevamo
abbandonato nel portacenere al suo ingresso e ha sorriso di
nuovo rivelandone la marca.
Nel piccolo studio dl Morelli a pianterreno ci sono pochi libri,
nessun apparato scientifico e nessun attestato dl benemerenza.
C’è invece molto ordine sul tavolo e moltissimo ordine nelle
cartelle dl appunti che lo scienziato consulta prima di
rispondere alle nostre domande.
«Voglio chiarire anzitutto» dice Morelli «che non ho fatto ai
Congresso di Capri alcuna comunicazione circa l’influenza del
fumo sui tumori polmonari. A Capri parlai degli interventi
operativi sul polmone e di alcune mie esperienze in questo
campo. A Napoli invece, dove sostai al ritorno, feci alcune
dichiarazioni su questo tema ad un giornalista che le pubblicò
su un quotidiano napoletano. Gli altri giornali, riprendendo
queste dIchIarazIoni, affermarono che si trattava di conclusioni
esposte ai Con4resso dl Capri. Ecco l’origine dell’equivoco».
• «Si tratterebbe perciò di conclusioni premature?» chiediamo.
«Appunto: premature. ma soltanto come comunicazioni
scientifiche. Altro è avere certe impressioni d’assieme, che
pure hanno la loro importanza, ed altro è una relazione ad un
Congresso per cui occorrono esatte statistici, suffragate da
ampie e controllate ricerche scientifiche. Sono però lieto che
la stampa abbia riportato le mie impressioni poiché così molti
altri studiosi fermeranno la loro attenzione su quanto ho
osservato».
«Ed in che cosa si riassumono queste che lei vuoi chiamare
Impressioni?»,
Il prof. Morelli non risponde subito, si distende anzi nella
poltrona coprendo gli occhi con la mano come per concentrarsi
meglio. Poi riprende:
«Primo fatto veramente impressionante è il grande aumento di
casi dl tumore del polmone. In pochi anni non posso avere
accresciuto tanto la mia capacità diagnostica, né d’altra parte
si sono tanto ampliati i mezzi di ricerca, da far pensare che
l’aumento del casi di tumore polmonare sia dovuto soltanto al
perfezionamento dei mezzi diagnostici Mentre fino a pochi anni
fa la diagnosi di tumori del polmone non era affatto frequente,
oggi è divenuta comunissima e fa parte della diagnosi
differenziale con le forme tubercolari. Diversi docenti di
anatomia patologica da me interpellati mi hanno confermato il
grande aumento di tumori del polmoni che essi hanno avuto modo
dl osservare al tavolo anatomico. Di questo aumento buoni
testimoni sono anche i chirurghi che debbono al moltiplicarsi
dei casi il notevole progresso raggiunto nella tecnica
operatoria. La chirurgia riesce a intervenire efficacemente in
numerosi casi dl tumore purché essi siano precocemente
diagnosticati. Le statistiche portate al Congresso dl Capri da
valorosi chirurghi tra i quali primeggiavano, per abbondante
casistica, Paolucci e Valdoni, stanno a dimostrare il solido
fondamento delle mie osservazioni».
«Ancor più preoccupanti che in Italia, appare l’aumentata
diffusione dei tumori del polmone denunciata dalle statistiche
degli Stati Uniti. Inoltre si osserva che, mentre fino a ieri la
casistica aveva rilevato come i tumori in genere si
verificassero in persone di età avanzata, oggi invece dobbiamo
riscontrare numerosi casi di tumori polmonari in persone
giovani».
«Stabilire la causa dl questo fenomeno è estremamente difficile,
ed è perciò doveroso che ogni clinico si soffermi attentamente
in ogni caso sull’anamnesi nel tentativo di stabilire le ragioni
dell’insorgenza del tumore. Per conto mio ho osservato che
almeno nel novanta per cento del casi l'individuo portatore del
cancro era un forte fumatore, e non dl pipa o di sigari comuni,
ma dl sigarette; aggiungo che nella massima parte si trattava di
fumatori di sigarette di concia americana».
«Non oso asserire» - aggiunge sorridendo Morelli - «che questa
sia la causa, ma il dubbio diventa in me assillante poiché il
numero dei casi osservati mi sembra superi i limiti dl una
possibile coincidenza. Da quanto ho osservato dovrei dedurre che
la causa non è il tabacco in genere — che però per i fatti
irritativi che genera può essere una concausa — ma proprio la
sigaretta. E qui dobbiamo richiederci se il fatto derivi dalla
speciale concia o non piuttosto dalla carta. È notoria. ormai la
influenza dei prodotti dei catrame nei favorire la comparsa di
tumori; viene perciò facile la domanda se non sia la carta a
produrre quei residui catramosi che a lungo andare possono
provocare, attraverso l’irritazione bronchiale ed alveolare, il
tanto temuto tumore».
Congedandoci l’insigne clinico ha tenuto a ripeterci che le sue
osservazioni devono avere per ora soltanto valore di un
campanello d’allarme per i medici. «Se le mie ricerche verranno
confermate da altre osservazioni e da conclusioni statistiche» -
ha concluso - <non mancherò dl renderle note subito. Per ora,
purtroppo, al tratta soltanto di un sospetto: un sospetto
tuttavia che stimola, a stabilire la verità».
Umberto De Francescis
GdS 28 VIII 2002 - www.gazzettadisondrio.it