DOMANI, 11, GIORNATA MONDIALE DEL MALATO: UN APPUNTAMENTO SPECIALE.
Domani giovedì 11 febbraio il vescovo monsignor Oscar Cantoni, non potendo recarsi di persona all’interno
degli ospedali per il tradizionale saluto ai malati e la celebrazione della Santa Messa, guiderà la preghiera
del Rosario dalla “Grotta di Lourdes” riprodotta nel giardino dell’Ospedale Valduce di Como e che ricorda
la Grotta di Massabielle, dove proprio l’11 febbraio 1858, per la prima volta, l’Immacolata apparve alla
piccola Bernardette. Lo schema della celebrazione, che sarà trasmessa in diretta, alle ore 15.30, su
EspansioneTV (canale 19 del digitale terrestre) e sulle piattaforme web e social della stessa emittente e
del nostro Settimanale (canale YouTube), riprenderà lo stile della preghiera lourdiana, a partire dalla
scelta dei canti liturgici che accompagneranno il Rosario. Presenti, accanto al Vescovo, anche alcuni
appartenenti all’Unitalsi sottosezione di Como. Giovedì pomeriggio si alterneranno, nella recita delle
decine del Rosario, un medico, un barelliere Unitalsi, un’infermiera, una suora e un sacerdote.
Sull’altare, chiuse in una busta, saranno poste le intenzioni che in molti hanno spedito nei giorni scorsi al
Vicario episcopale per la pastorale: verranno presentate, insieme a quelle di coloro che seguiranno il
Rosario in diretta, per la preghiera di intercessione a Maria. A chiusura del Rosario il Vescovo Oscar terrà
una breve meditazione, prima della benedizione a tutti gli ammalati.
«La celebrazione della Giornata Mondiale del Malato – scrive papa Francesco nel suo messaggio per
questo importante appuntamento giunto alla XXIX edizione – è momento propizio per riservare una
speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in
seno alle famiglie e alle comunità. A tutti, specialmente ai più poveri ed emarginati, esprimo la mia
spirituale vicinanza, assicurando la sollecitudine e l’affetto della Chiesa». Il messaggio del pontefice
sottolinea un aspetto importantissimo, soprattutto in questo tempo di isolamento e di pandemia: la
relazione di fiducia alla base della cura dei malati. «La malattia – sono le parole di Francesco – ha
sempre un volto, e non uno solo: ha il volto di ogni malato e malata, anche di quelli che si sentono
ignorati, esclusi, vittime di ingiustizie sociali che negano loro diritti essenziali... L’attuale pandemia ha
fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate. Agli
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Ufficio stampa della Diocesi di Como Pagina 2
anziani, ai più deboli e vulnerabili non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in
maniera equa… Investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità legata al
principio che la salute è un bene comune primario. Nello stesso tempo, la pandemia ha messo in risalto
anche la dedizione e la generosità di operatori sanitari, volontari, lavoratori e lavoratrici, sacerdoti,
religiosi e religiose, che con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità e amore per il prossimo
hanno aiutato, curato, confortato e servito tanti malati e i loro familiari. Una schiera silenziosa di uomini
e donne che hanno scelto di guardare quei volti, facendosi carico delle ferite di pazienti che sentivano
prossimi in virtù della comune appartenenza alla famiglia umana».
In occasione della Giornata Mondiale del Malato diventa ufficiale la nomina del nuovo direttore
dell’Ufficio per la pastorale della Salute della diocesi di Como. Si tratta di Salvatore La Sala, 65 anni,
medico da 30 e diacono permanente da 9. Originario di Palermo è ormai varesino di adozione. Dopo
alcuni anni di lavoro nei servizi territoriali alla salute, Salvatore La Sala dal 2000 è medico di base nei
comuni di Gemonio, Cocquio e Azzio (in provincia di Varese). «Desidero salutare tutti i cappellani, i
religiosi, le religiose, i laici che si occupano di tante persone malate, fragili, anziane o disabili nelle
strutture ospedaliere, socio-sanitarie, di cura o nelle associazioni che vivono questo carisma così
importante – dichiara La Sala –. Sarà mia premura incontrare tutti il prima possibile, in presenza o con
l’ausilio di piattaforme e nuove tecnologie, così da iniziare insieme un bel percorso di collaborazione».
In merito all’impegno a cui è chiamato, Salvatore confida di aver risposto al Vescovo Cantoni «con
gioia, ma anche con timore e tremore. Dopo un iniziale tempo di discernimento ho accolto con
serenità questa chiamata, che completa sia il mio impegno in ambito sanitario, sia il concetto di
“servizio” nella diaconia. È un rafforzamento di tutto quello che faccio nella dimensione di cura alle
persone che si trovano in quella particolare forma di fragilità che è la malattia».