RECENSIONI: Le partite non finiscono mai Edizioni Feltrinelli. 132 pagine, €6,20
L’eco dei mondiali di calcio giunge dall’estremo oriente anche
nelle librerie e nelle biblioteche della nostra provincia.
Scaffali e vetrine traboccano di volumi che trattano l’argomento
“calcio” nei modi più disparati. Si va dalle analisi
sociologiche del calcio come fenomeno di massa alle biografie di
campioni di oggi e di ieri, da fredde disquisizioni
tecnico-tattiche a romantici e passionali scritti che
raccontano, anzi rimpiangono il calcio che fu.
In Le partite non finiscono mai, il giornalista italo-brasiliano
Darwin Pastorin racconta il suo rapporto con il calcio. Si
comincia con i cortili di S.Paolo e le partite giocate a piedi
nudi sulla terra e si prosegue con una galleria di eventi e
personaggi che l’autore ha vissuto e incontrato durante la sua
carriera di giornalista sportivo.
Pastorin non si limita a fredde ricostruzioni storiche. Tutto il
suo racconto è impregnato di riflessioni personali, è
intrecciato con la sua memoria familiare, con i suoi sentimenti,
con gli avvenimenti storici e politici, è ricco di riferimenti
artistici e letterari. Il libro risulta quindi bello e
interessante anche per un lettore che non appassionato di questo
sport, ma talvolta Pastorin eccede nei sentimentalismi, scadendo
in una sorta di piagnisteo in cui si guarda al calcio di ieri
come al padre nobile di un figlio, il calcio di oggi, rozzo e
insensibile.
Il mondo del pallone viene raccontato in questo libro con un
tono quasi epico e talvolta l’autore si prende un po’ troppo sul
serio, dimenticando che, nonostante il grandissimo fascino, il
calcio è (soltanto) uno sport.
Massimo Bardea
GdS 18 VI 2002