Non ho mai perdonato, come non ho mai dimenticato L.Segre docx
«Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.» Primo Levi
Che muore per un si o per un no, e questa decisione la prendevano uomini verso altri uomini, fratelli contro fratelli, in nome di chi? e soprattutto perché. E ’importante non dimenticare che molti giusti sono stati imprigionati e sono morti in nome di una “diversità” fossero essi ebrei, sinti, rom, omosessuali, diversamente abili o che avessero un’opinione diversa da quella vigente in quel momento. E ’importante non dimenticare per non cadere nella stessa trappola mortale. In Valtellina ci fu una importante rete partigiana di solidarietà umana che coinvolgeva anche Carabinieri e Guardia di Finanza oltre ai parroci e alla popolazione per aiutare ebrei e perseguitati a passare il confine, impresa che non riuscì però nel dicembre del 1943 quando 63 ebrei e due guide vennero imprigionati e deportati, pochi furono i sopravvissuti. Il 27 gennaio, giorno della memoria è una data scelta perché quello stesso giorno del 1945, le truppe sovietiche del generale Viktor Kuockin entrarono nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz trovando circa 7000 prigionieri tra i quali molti bambini, sopravvissuti allo sterminio perché cavie per la ricerca medica, cosa avranno provato quegli occhi di soldato che hanno visto il vuoto di quegli occhi di chi non era più considerato un uomo? Chi se non il Ferry (Ferruccio Scala) poteva, quando “l’Europa era cosa fatta”, pensare a chi era vissuto da europeo ma che veniva proclamato diverso? Lui che da bambino aveva vissuto quegli anni, aggrappato ad una madre che non gli nascondeva la verità? Lui che si è identificato con questi emarginati perché, e queste sono le sue parole, durante il suo periodo di lavoro fu trattato come tale, diverso, vessato al limite della sopportazione. Il suo pensiero di ricordare gli ebrei catturati in Valtellina e Valchiavenna venne annunciato durante uno spettacolo con Moni Ovadia a Tirano, nello stesso anno ebbe l’appoggio del Comune di Sondrio; la sua ricerca febbrile di date, nomi e numeri nel Libro della Memoria e ne: Il Rifugio Precario di Klaus Voigt. ” ebbe finalmente, in quell’assolato pomeriggio del 22 novembre l’espressione in quella lapide nera seguita da 66 vagoni simbolici, e lui era lì, con i familiari dei sopravvissuti. Caro zio Ferry, la Memoria ha continuato il suo corso, ricerche congiunte, tra le quali quella degli studenti della V Liceo Donegani (sulle donne deportate e sopravvissute che lavoravano come Medici nel Sanatorio dell’Alpina Biancamaria Morpurgo e Sara Sofia Kaufmann), hanno scoperto altre storie, altri nomi da aggiungere, mai smettere di cercare per arrivare alla verità, come in fondo hai sempre fatto in qualsiasi tua ricerca. Grazie per quello che ci hai lasciato.
Tiziana Gatti