Operatori infuriati: «Noi ingiustamente penalizzati dal nuovo Dpcm»
26 ottobre 2020 – Riunione d’urgenza nella mattinata di oggi, lunedì 26 ottobre, nella sede dell’Unione del Commercio e del Turismo, dove si sono incontrati il presidente dell’Associazione Pubblici Esercizi Piero Ghisla con il vicepresidente vicario Pierpaolo Ciapponi, una rappresentanza del Gruppo Ristoratori e la presidente dell’Associazione Mandamentale di Sondrio Manuela Giambelli, coordinati dal direttore Enzo Ceciliani e dal vicedirettore Maurizio Canova. Al centro dell’attenzione la gravissima situazione venutasi a determinare per effetto del nuovo Dpcm, firmato dal presidente del Consiglio Conte e in vigore a partire da oggi fino al 24 novembre 2020.
Totale e decisa la contrarietà espressa nei confronti della chiusura dei pubblici esercizi e dei ristoranti alle 18, tutti i giorni, compresi i festivi. «Non pensavamo – osserva il presidente dei Pubblici Esercizi Piero Ghisla – che sarebbero arrivati a tanto. Con queste ulteriori restrizioni avremo perdite irrimediabili che ci porteranno alla chiusura». Gli operatori, decisamente infuriati, hanno sollevato numerose criticità nel merito del nuovo provvedimento.
«Da maggio abbiamo lavorato per portare le nostre attività a un livello di massimo rispetto delle regole, assumendoci anche delle responsabilità nei confronti dei dipendenti e ora non siamo disposti ad accettare che tutto sia vanificato con una decisione che consideriamo penalizzante e ingiusta», afferma il vicepresidente vicario Pierpaolo Ciapponi, pubblico esercente.
«Sembra che questa chiusura debba riguardare solo i pubblici esercizi e i ristoratori, e che siano queste le categorie che diffondono il contagio, ma la realtà è un’altra e crediamo che questo sia solo un atteggiamento punitivo nei nostri confronti», osserva decisamente contrariato Marco Vuono, titolare di un bar.
«Ho speso un capitale per mettere in sicurezza il mio locale e ora scopro che è tutto inutile», dichiara il ristoratore Alessandro Benedetti. «Il posto più sicuro dove la gente può stare sono i ristoranti. È ora di finirla di prendersela con gli operatori che non c’entrano niente. Se vengono segnalati degli assembramenti agli esterni dei locali, tocca agli organi di controllo intervenire», afferma il ristoratore Antonio Elia.
E la drammaticità di questa situazione è destinata a colpire tutta l’economia e a irradiarsi in altri settori: «Tutto il comparto commerciale è in sofferenza e il lavoro è spaventosamente calato», dichiara la presidente mandamentale Manuela Giambelli.
Gli operatori all’unisono osservano, dunque, che non esiste connessione tra la frequentazione dei pubblici esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche, che attribuiscono piuttosto ad altri fattori - mobilità innescata dalla contemporanea apertura delle scuole e mondo del lavoro – la causa della nuova emergenza.
Grandi, quindi, sono la delusione, la rabbia e la disperazione che «sfoceranno - dichiara il presidente Piero Ghisla - in una manifestazione di protesta degli operatori della provincia di Sondrio, organizzata per mercoledì 28 ottobre, a partire dalle ore 11, in piazza Garibaldi (una piazza capiente, dove sarà consentito il dovuto distanziamento), in contemporanea con la mobilitazione nazionale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Una manifestazione che si svolgerà all’insegna della civiltà, della democrazia e delle buone prassi anticovid, e alla quale sono invitati anche operatori del resto della provincia.
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Sarà interessante calutare il livello di partecipazione (GdS)