Project “Tredici Cime Speed 2020” Robert Antonioli & Andrea Prandi sugli scudi
Santa Caterina Valfurva (Sondrio) – Un anno, il 2020, che noi tutti ricorderemo per parecchio tempo; infatti, ci riferiamo, purtroppo alla pandemia che ha colpito il mondo intero a causa del famigerato COVID – 19! E - proprio in relazione a quanto sopra ricordato – di riflesso l’intero mondo sportivo si è praticamente fermato per parecchi mesi a livello mondiale, sia sotto l’aspetto agonistico che quello umano, con ripercussioni pesanti e soprattutto “negative” sulla mente di tutti i più forti atleti di ogni sport!
Proprio in questo contesto è maturato il “project” che andiamo a presentarvi e soprattutto – dopo che lo stesso è stato portato a termine felicemente – ne diamo notizia (a distanza di un mese) di questa “impresa” che non ha precedenti e che evidenzia, ancora una volta, che la determinazione, la volontà e la costanza premiano … e alla grande!
Quello che la coppia Antonioli (classe 1990) & Prandi (classe 1998) ha portato a termine, lo scorso mese di luglio 2020, ha migliorato di quasi un’ora (con il nuovo record di 6h. 52’ 56”) il “vecchio primato” ottenuto da un’altra coppia di fortissimi sci - alpinisti & sky - runners, al secolo William Boffelli e Gil Pintarelli che - alcuni giorni prima - avevano fermato il cronometro a 7h. 50’ 41” (e, per essere ancor più precisi, il loro nuovo record abbatte - decisamente e di molto - il precedente “finish - time” ottenuto dallo stesso Antonioli, in coppia con Stefano Confortola, fatto segnare - in data 20 settembre 2018 - con un tempo di: 9h. e 52’).
Il “project” - Tredici Cime - Speed - Fast&Light – 2020 riguarda, per l’appunto, il campione di ski – alp (sci - alpinismo) del C.S.E. - Centro Sportivo Esercito (tre volte vincitore della World Cup I.S.M.F.), il “forbasco” (originario della Valfurva) Robert “Robertaccio” Antonioli e il giovane promettente talento dello ski - alp & dello sky - running, bormino di “adozione”, Andrea Prandi; essi, infatti, hanno ottenuto qualcosa di straordinario, ovvero il tempo da record (6h. 52’ 56’’ nella giornata di domenica 12 luglio 2020) nella traversata - rigorosamente a piedi - delle blasonate Tredici Cime inserite, come una “corona”, nel gruppo montuoso dell’Ortler - Cevedale, in Alta Valfurva.
Quasi 40 chilometri a fil di cielo (esattamente 37) per un dislivello in salita di oltre 4000 metri e rimanendo in “quota” per parecchie ore oltre i tremila metri … visto e considerato che le “Tredici Cime” hanno un’altezza (media) che supera, abbondantemente, proprio i 3000 metri (le ricordiamo in sequenza, come sono state superate dalla formidabile coppia, ovvero Antonioli & Prandi): Tresero (3594 metri), Pedranzini (3599 metri), Dosegù (3560 metri), San Matteo (3678 metri), Giumella (3594 metri), Cadini (3524 metri), Rocca di Santa Caterina (3529 metri), Cime di Pejo (3549 metri), Taviela (3612 metri), Vioz (3535 metri), Palon della Mare (3342 metri), Cima Rosole (3529 metri) e Cevedale (3769 metri); tutte e tredici (le blasonate cime) appartengono al gruppo montuoso dell’Ortler – Cevedale e sono al confine tra la Lombardia e il Trentino – Alto – Adige (all’interno del parco nazionale dello Stelvio)!
L’estate 2020, perciò, si conferma come il “periodo” dei record per la corsa in montagna (sky - running) e non solo; infatti, per rimediare alla cancellazione degli eventi più importanti a livello internazionale (vedi già da marzo 2020), i migliori atleti (si sono e/o si stanno inventando) si adoperano per realizzare da soli e/o a coppie queste particolari forme di ultra - agonismo per rimanere sempre sul “pezzo”.
Siamo riusciti - tra mille peripezie (sono sempre super impegnati tra allenamenti e tanto altro …) – ad intervistarli tra una “scalata” ed una “corsa” per sapere - dalla loro viva voce - cosà c’è dietro a questa impresa alpinistica & di sky – running da veri e propri “highlander”; qui di seguito le sei domande a cui hanno risposto Andrea e Robert!
1. Come è nata l’idea?
2. Chi è stato il promotore?
3. Il ruolo di ogni vostro “amico” in questa impresa alpinistica, sci – alpinistica et di ultra - skyrace? Chi vi ha supportato? Elencate i vari aspetti tecnici et soprattutto quali le difficoltà che avete incontrato lungo il tragitto?
4. Che ruolo ha avuto il blasonato “regista” (il Deus Ex Machina), ovvero il mitico sei volte campione mondiale di corsa in montagna, al secolo Marco De Gasperi (IL DEGA)?
5. Quali - a grandi linee – gli sponsor che vi hanno supportato, ovvero Dynafit (Andrea Prandi) e Scarpa (Robert Antonioli).
6. Quali i vostri programmi futuri post COVID - 19 e in particolare per la prossima stagione invernale (2020 - 2021) di ski – alp?
La parola ad Andrea Prandi
1). “L’idea è partita dal sottoscritto durante il “lock – down” causa Coronavirus; visto e considerato che proprio in relazione a ciò (terminato il momento “pesante” della nostra chiusura in casa) la prossima estate 2020 - a causa del problema sopra ricordato (COVID – 19) - di gare non ce ne erano, mi è venuta la felice idea di provare a fare qualcosa proprio sulle montagne di casa”.
2). “Promotori di questa meravigliosa esperienza alpinistica e di sky – running sono stati i nostri due sponsor, ovvero per me Dynafit della blasonata famiglia alto - atesina di Salewa e Scarpa per il mio grande amico e maestro, Robert “Robertaccio” Antonioli (del Centro Sportivo Esercito – C.S. Esercito.)”.
3). “Per questo progetto (Project: Tredici Cime Speed 2020 – Fast & Light) sono state molte le persone (soprattutto i tantissimi amici nostri che hanno creduto in noi) che hanno creduto nel nostro progetto e che – soprattutto - ci hanno dato una mano, molti amici … ma non solo; il giorno della attraversata del percorso c’erano diversi nostri amici in veste di supporter e per darci una mano in caso di necessità! Ci hanno portato sulla cima alcune borracce di rifornimento e ci hanno messo una corda fissa sulla discesa che dal Cevedale porta verso il Colle Pasquale”!
4). “Marco (mi riferisco al mitico De Gasperi) ci ha dato una grandissima mano; ci siamo affidati quasi totalmente a lui, visto e considerato che già in passato aveva fatto delle imprese del genere. Non è facile organizzare il tutto, ma a lui piace molto e quindi ci ha dato una grandissima mano! Sia per organizzare le riprese che per tutto il resto! Tutto … insomma e non ha lasciato nulla al caso! Grazie Marco per tutto l’aiuto (disinteressato) che ci hai dato”.
5). “Il brand Dynafit e quello della Scarpa (il primo per il sottoscritto e il secondo per Robert) ci sono stati molto vicini e – soprattutto – molto interessati al nostro progetto; infatti, grazie al loro prezioso supporto, siamo riusciti ad avere sul percorso dei professionisti per effettuare il servizio fotografico completo, oltre alle riprese video a terra e in volo”.
6). “Per il momento (adesso … agosto 2020) la preparazione per la stagione invernale 2020/2021 continua a pieno regime, ma non si sa mai, magari se il “tutto” si sblocca cercherò di gareggiare anche a piedi … COVID – 19 permettendo. Ma - soprattutto - voglio concentrarmi decisamente sulla prossima stagione invernale dove correrò - come ultimo anno - nella categoria Under23; mi piacerebbe molto poter far bene”!
La parola a Robert “Robertaccio” Antonioli
1). “L’ idea è nata da Andrea che ha voluto coinvolgermi nel progetto 13 Cime fast & light. Un’idea che era partita già in passato con Stefano Confortola e che avevamo chiuso con il tempo di 9h. e 50’. Andrea, visto l’assenza di competizioni durante l’estate corrente per colpa del Coronavirus, voleva fare qualcosa di “buono”, sia per l’immagine legata agli sponsor che per il proprio gusto di fare una bella “sgasata” e togliere la polvere dal motore”.
2). “Promotori dell’evento sono stati i nostri due/tre sponsor personali, ovvero Dynafit (Andrea Prandi), oltre a Scarpa e Centro Sportivo Esercito per il sottoscritto”.
3). “Avere degli amici (e soprattutto ottimi veri amici) - sul percorso - oltre al fatto di garantire l’aspetto di sicurezza (fondamentale) sul percorso sono stati anche determinanti per il recupero di qualche borraccia (come integratori). Abbiamo corso in una giornata di bel tempo e con condizioni del manto nevoso veramente buone e questo ci ha dato una bella mano. Non avevamo tutto il materiale che generalmente si usa su ghiacciaio: come per esempio i ramponi classici da ghiaccio … noi, infatti, avevamo dei “ramponcini” leggeri e non avevamo tutto il kit da recupero da crepaccio; il tutto è stato possibile, grazie anche al fatto che sul percorso avevamo gente e un elicottero di supporto che poteva intervenire in caso d’ incidente. Noi conoscevamo molto bene il percorso e siamo riusciti ad andare molto forte; i pezzi più tecnici del percorso sono stati evidenziati presso la Rocca di Santa Caterina che - con la sua cresta bella esposta e dove ci sono i passaggi su roccia più difficoltosi - ci ha creato qualche fastidio durante il tragitto effettuato! Sicuramente il ghiacciaio è la parte più insidiosa perché i “buchi” (i crepacci) ci sono e quindi bisogna stare – sempre - con le “antenne” belle dritte; per me la parte più dura è stata la parte asfaltata, ovvero quella che ci ha portato dal rifugio Forni fino all’arrivo in quel di Santa Caterina Valfurva, in piazzale Magliavacca”.
4). “Avere avuto al nostro fianco il grande runner e sky - runner, al secolo il “Dega”, ha facilitato il tutto, sia per quanto riguarda la parte logistica che comunicativa; un grazie speciale anche ad Andrea per l’ottimo feeling che ha dimostrato lungo tutto la traversata; veramente un mito! Io, come sempre, sono riuscito a concentrarmi e ho solo mosso le gambe il più velocemente possibile”.
5). “Devo ringraziare, in primis, l’Esercito Italiano (la mia squadra sportiva) che mi ha permesso di potere prendere parte alla corsa e sicuramente ai due brand (Scarpa & Dynafit) che hanno contribuito alla buona riuscita dei video e della stessa impresa”.
6). “Adesso speriamo che il Coronavirus si calmi e ci permetta di correre almeno le prossime gare che andranno a caratterizzare la stagione invernale 2020/2021. Io mi sto preparando bene sia per i Mondiali che per la Coppa del Mondo, ma di soppiatto ho un occhio (puntato) di riguardo anche per le gare della Grande Course che mi mancano nel mio palmares personale”.
Robert Antonioli & Andrea Prandi hanno poi concluso questa bellissima “chiacchierata” con questa affermazione: «Questo “giro” … è fantastico, ma ricordiamo a tutti che è un tour che si sviluppa in alta montagna e piuttosto tecnico/impegnativo; vi consigliamo di farlo in più giorni, utilizzando (come base di appoggio) i vari rifugi e bivacchi presenti sul territorio, per godere appieno della bellezza delle nostre meravigliose cime dell’alta Valfurva. Vi aspettiamo, a fine agosto 2020 (venerdì 28) in Valdidentro, al polifunzionale di Rasin, dove vi racconteremo questa meravigliosa esperienza – a fil di cielo - attraverso filmati e fotografie».
A corredo di questa bella, corposa et soprattutto vera… intervista, siamo riusciti anche a chiedere un’impressione allo straordinario campione, al secolo il “DEGA” (Marco De Gasperi e deus - ex machina dell’impresa); qui di seguito riportiamo le sue accorate e sincere parole!
“Lo scorso luglio una piccola impresa in montagna è stata conseguita da un duo di sportivi valtellinesi di altissimo rango su una delle alte vie più importanti delle Alpi Retiche: le 13 Cime.
Quando Andrea Prandi, nel pieno del (lockdown), scalpitava per trovare un motivo ad una stagione agonistica che si preannunciava avara di competizioni, da una chiacchierata amichevole fatta con lui è sembrato naturale proporgli di convogliare ogni energia per allenarsi per qualcosa di memorabile, un tracciato mitico che avesse un nesso con la propria terra.
Serviva un compagno però, e chi meglio di Robert Antonioli? Un talento innato, capace di muoversi agevolmente come un animale selvatico su rocce e creste, conoscitore di ogni più recondito anfratto della sua valle. Ho seguito da appassionato la preparazione al tentativo di record delle 13 Cime dei due ragazzi, in cui ognuno di loro ha scelto la propria strategia: Robert in montagna con lunghissime escursioni, per lo più con gli sci e a ritmi bassi, Andrea più volte ad allenamenti di corsa e a lavori specifici anche sul piano, dove reputo che potrebbe eccellere senza problemi se volesse dedicarsi.
Qualche lungo anche fino a 50km con 3000mt di dislivello e via, la condizione fisica di entrambi ad inizio luglio era al top. Il giorno precedente al tentativo, ricordo i loro visi distesi, a voler tradire un poco di tensione e l’ambizione di chi vuole aggiungere un risultato importante alla propria carriera sportiva.
Pochi consigli in un messaggio ai due su come affrontare la fatica e poi via, alle 3 del mattino eccoli scattare dalla piazzetta di Santa Caterina verso il loro sogno. Li ho incontrati in vetta alla Cima del Dosegù, un paio di ore più tardi, già in vantaggio sul tempo di riferimento fatto segnare in precedenza dai fortissimi William Boffelli e Gil Pintarelli, con Robert scherzoso ma concentrato in ogni azione, come passare la corda al compagno per legarsi sul San Matteo, o sorseggiare una bevanda passata in corsa. Andrea un poco più affannato, ma attento come un perfetto allievo che al suo esame importante non vuole sbagliare nulla.
Li ho seguiti a lungo con lo sguardo mentre sparivano fra le rocce del Monte Giumella per poi riapparire e dileguarsi di nuovo oltre il Colle degli Orsi... mi sono scoperto un tifoso appassionato e sincero, quello che solitamente invece si trovava dall’altra parte della barricata, e che stavolta li spingeva col pensiero oltre gli ostacoli più duri e complicati della loro avventura.
E poi giù, per correre incontro a loro, per suggellare nel modo più semplice e normale questa bella giornata di sport. Accarezzare le loro teste e sussurrargli quanto sono stati bravi ad ottenere un risultato simile, sorseggiando poi ovviamente insieme, la più buona delle birre che potessimo bere”.
Silvio Mevio