RECENSIONI: "EDITORI ITALIANI DI IERI E DI OGGI" di Nicola Tranfaglia - Editori Laterza

“Editori italiani ieri e oggi”
di Nicola Tranfaglia. Editori Laterza.


Se esiste un settore industriale ed economico che
identifica la storia del proprio sviluppo con la storia politica
e culturale di una Nazione o di una determinata area geografica,
quello è il settore dell’editoria. Semplificando al massimo, è
forse questo il nucleo principale dello studio che Nicola Tranfaglia (Preside della facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Torino) sviluppa nel suo interessante libro
“Editori italiani ieri e oggi”, Editori Laterza (152 pp. Euro 7,
75).

Lo sviluppo dell’industria culturale italiana, negli anni
immediatamente successivi all’unificazione, fu pesantemente
ostacolato dal grande numero di analfabeti e dal basso livello
di scolarizzazione. Contrariamente ad altri Stati europei
(Germania, Gran Bretagna, Svizzera), dove il più alto livello
medio di istruzione della popolazione permise la nascita di
diverse case editrici sin dalla metà del XIX secolo, in Italia
bisogna attendere i primi decenni del ‘900 per osservare una
certa evoluzione in senso industriale dell’editoria. In quegli
anni (1920-1930), infatti, il libro comincia a diventare un
oggetto di più largo consumo grazie all’espandersi, anche nel
nostro Paese, di nuove tecnologie di produzione. Ebbero,
inoltre, un ruolo importante in questo graduale sviluppo: il
rapporto che si instaurò tra le personalità intellettuali del
tempo e gli imprenditori (di fondamentale importanza fu quello
tra l’editore Giovanni Laterza e il filosofo Benedetto Croce);
l’attività svolta dalle riviste e dalle attività editoriali ad
esse connesse (“la Voce” di Giuseppe Prezzolini, “Rivoluzione
liberale” di Piero Gobetti, “Giustizia e Libertà dei fratelli
Rosselli); l’opera di alcuni intellettuali-editori (Arnoldo e
Alberto Mondadori).

Dopo questa prima introduzione alla storia
dell’editoria italiana, Tranfaglia traccia un percorso che va
dal problematico rapporto tra editori e regime fascista, fino
agli odierni problemi commerciali. Oggi, infatti, la politica
editoriale è in costante bilico tra la necessità di far quadrare
i bilanci senza guardare troppo alla qualità del prodotto e lo
sforzo di formare il cittadino, “producendo” sempre e comunque
strumenti culturali.

Attraverso la storia dell’editoria,
l’autore fornisce uno spaccato della vita sociale e culturale
del nostro Paese, tentando anche di individuarne le possibili
direzioni future. Il risultato è un libro interessante, vivace e
mai noioso, consigliato a chi desidera una lettura né banale né
superficiale e a chi non si cura troppo delle mode che,
purtroppo, imperversano anche nelle librerie.

Buona lettura!


Massimo Bardea


GdS 15 III 2002

Massimo Bardea
Società