Il “serpente” - ANTISEMITISMO - che striscia in Europa
Politica e sondaggi: sorpresa?
Sulle mura della cittadella della RAI (Saxa Rubra) sono
apparse, ultimamente, scritte antisemite contro il direttore
Clemente Mimun, di religione ebraica, mentre la politica di
AN ha suscitato polemiche, ripicche e chissà altro (basta
aspettare) per aver voluto mettere, come si suol dire, una
pietra sul passato fascista che in quanto a pulizia etnica
non è stato di meno del nazismo.
Ma ancora più spaventosa risulta la lettura di alcuni
giornali (La Stampa, 29 novembre 2003) in cui viene raccontato
che a Parigi i ragazzi delle scuole si beffeggiano con frasi
altamente offensive per gli ebrei
La parola “antisemitismo” corre troppo veloce. Forse, più di
una volta.
Appena qualche settimana fa, si cosparsero di cenere il
capo, molti politici per il maldestro sondaggio
commissionato da Bruxelles che pose Israele al primo posto
tra i Paesi che minacciano la pace nel mondo (chissà perché
la Palestina, l’Iran, la Corea, il Sudan risultano
“innocenti creature” seppure propugnano ogni sorta di
terrorismo) confondendo l’attuale Stato israeliano con
l’ebraismo. La Lega araba, non certamente “amica” degli
ebrei attraverso il suo portavoce, Hossam Zaki ha dichiarato
all'Ansa: ''la Lega prende sul serio questi risultati in
ragione della libertà di cui godono l'Europa ed i cittadini
europei. E' vero che c'è una gran parte dei popoli europei
che pensa che la politica attuale di Israele minaccia la
pace e la sicurezza regionale e internazionale, anche grazie
alle immagini diffuse dagli organi d'informazione. I
risultati del sondaggio non sono che una reazione alla
politica aggressiva di Israele''. (ANSA, novembre 2003).
Forse, ancora più interessanti sono i risultati dell’Anti
Defamation League, l'associazione americana che combatte le
discriminazioni razziali e religiose, che ha condotto
ultimamente, un'indagine sull'antisemitismo in cinque
nazioni europee (Austria, Olanda, Italia, Spagna e
Svizzera). Agli intervistati sono state sottoposte alcune
affermazioni riguardanti gli ebrei, ed è stato chiesto loro
se le ritenessero "probabilmente vere" o "probabilmente
false''.
La Spagna è il campione europeo di antisemitismo, con
l'Italia immediatamente alle spalle (secondo l'ADL il 23%
degli italiani nutre "forti sentimenti antisemiti"); mentre
l'Olanda è la nazione meno antisemita delle cinque.
Il 40% del totale degli intervistati, e il 71% in Spagna
(cioè quasi il doppio), è convinto che gli ebrei abbiano
troppo potere nei mercati finanziari internazionali. Il 29%
degli intervistati (mentre in Italia e in Spagna è il 34),
crede che agli ebrei non importi nulla di quanto succede ai
non ebrei. Uno su 5 (ma 1 su 3 in Spagna) degli intervistati
risponde "probabilmente vero", all'affermazione: "Gli ebrei
sono più portati di altri ad usare pratiche oscure ed
espedienti per ottenere ciò che vogliono".
Un terzo degli intervistati sostiene che "gli ebrei amino
sempre essere a capo delle cose", mentre in Italia questa
opinione è condivisa nel 40% dei casi.
Il 20% del campione ha detto che "Gli uomini d'affari ebrei
sono così astuti e privi di scrupoli che gli altri non hanno
possibilità di competere".
Il 49%, cioè la metà dei casi, crede che gli ebrei "parlino
troppo di quello che è successo loro durante l'Olocausto".
Il 63% ritiene che gli ebrei siano più uniti di altri gruppi
etnici nel Paese, e il 56% afferma che gli ebrei sono più
fedeli ad Israele che al Paese dove abitano.
Il 16% degli intervistati crede che gli ebrei abbiano "molte
colpe irritanti". In Spagna questa affermazione ha avuto il
32% dei consensi, anche se solo il 7% degli spagnoli
intervistati ha dichiarato di essere a contatto con ebrei.
Uno su dieci degli intervistati ha detto che gli ebrei hanno
troppo potere nei rispettivi Paesi.
E ancora: uno su dieci degli intervistati ha risposto
"probabilmente falso" all'affermazione: "Gli ebrei sono
onesti come gli altri uomini d'affari".
I risultati di questo sondaggio riconfermano i dati
precedenti che indicavano l'affermarsi di un nuovo
antisemitismo europeo, fondato sul sentimento anti-israeliano. La metà degli intervistati afferma che l'ondata
di antisemitismo in Europa è dovuta a remore anti-israeliane, mentre il 17% crede che il fattore principale
sia un sentimento anti-ebraico.
L'antisemitismo che cresce in Europa è solo falsamente
nuovo, solo falsamente sottile. Dietro una patina di critica
politica e di finta tolleranza, sotto la bandiera della
pace, dell'eguaglianza e dei diritti umani, c'è la stessa
vecchia bestia di una volta, con una nuova armatura che la
rende più adatta ai tempi e la protegge dalla novità
costituita dal politicamente corretto.
L'antisemitismo è vivo. Ogni giorno che passa e in cui
Israele è in guerra, toglie ossigeno ai sensi di colpa
dell'Europa e lo aggiunge alla tentazione antisemita.
Storia brevissima dell’antisemitismo
L’antisemitismo ha origini antiche: risale all’epoca
imperiale romana quando, di volta in volta, gli ebrei furono
accusati di proselitismo fanatico, di disobbedienza alle
leggi, di pratiche abominevoli di culto.
Cicerone,
Giovenale, Seneca e Tacito scrissero contro di loro. La
diffusione del cristianesimo aggravò la loro posizione:
l’accusa di “deicidio” pesò come una condanna senza appello.
Sorsero su di loro leggende orribili, anche per la tenace
opposizione ad abbandonare la loro religione e le loro
tradizioni. Il rifiuto all’assimilazione fu interpretato
come spirito di chiusura ed ostilità. Il fatto poi che gli
ebrei svolgevano certe professioni proibite ai cristiani (il
prestito a interesse, per esempio), pose le basi di un
pregiudizio antisemita di tipo economico. Dal XIII secolo in
poi, furono adottate varie misure restrittive nei loro
confronti: Innocenzo III impose di portare un segno
distintivo sull’abito e Luigi IX di Francia mandò al rogo
manoscritti ebraici giudicati blasfemi. Le epidemie del sec.
XIV alimentarono nuovamente le persecuzioni contro gli ebrei
che così furono cacciati dall’Inghilterra, dalla Francia,
dalla Spagna. Dal sec. XVI ebbe inizio la loro segregazione
coatta nei ghetti, sebbene fin dal tempo dei romani essi
preferivano, anche a scopo difensivo, raggrupparsi in un
unico quartiere cittadino. Il ghetto divenne pratica
generalizzata durante la Controriforma.
A partire dalla
rivoluzione francese i ghetti furono aboliti e con la
Costituzione francese del 1791, fu approvata la loro
emancipazione.
Nella seconda metà dell’‘800, alla loro
progressiva integrazione sociale, specie nell’Europa
occidentale, si accompagnò una recrudescenza
dell’antisemitismo fondato su ideologie ultranazionalistiche
e miti pseudoscientifici di superiorità razziale (H. S.
CHAMBERLAIN, J. A. GOBINEAU). In Russia, a seguito
dell’attentato ad Alessandro II, vi furono spaventosi pogrom
(=devastazione) contro gli ebrei. Spesso erano provocati
dalla polizia zarista, a fini politici, per deviare il
malcontento popolare. All’inizio del XX° secolo incontrò una
grossa fortuna un falso documento, Protocolli dei Savi
Anziani di Sion, il cui contenuto simboleggiava un piano
ebraico di conquista del mondo (1903).
Durante la I Guerra
Mondiale furono compiuti massacri dalle armate bianche russe
e più avanti, dopo la fondazione in Germania della
Repubblica di Weimar, il nazismo individuò negli ebrei in
quanto “razza”, il nemico principale da distruggere. Con le
leggi di Norimberga del 1935, oltre alle discriminazioni
politiche, sociali, giuridiche, furono proibiti i matrimoni
tra ebrei e ariani. Con la “Notte dei cristalli”, così
chiamata per il rumore delle vetrine infrante (tra il 9 e il
10 novembre 1938, furono distrutte in Germania, oltre 200
sinagoghe, devastati migliaia di negozi, uccisi un centinaio
di ebrei e circa 26 mila arrestati ed inviati in campi di
concentramento), iniziò la feroce persecuzione che culminò
nella cosiddetta “soluzione finale” del problema ebraico,
che prevedeva lo sterminio fisico degli ebrei europei. Le
vittime furono sei milioni.
La tragedia della Shoah (=catastrofe) attuata dal regime nazista sistematicamente in
Germania e in Europa durante la IIa Guerra mondiale, scosse
profondamente la coscienza del mondo civile, tanto da
portare a varie misure legislative, tra cui quella delle
banche svizzere di restituire i beni sottratti alle famiglie
ebraiche illecitamente o, come quelle varate dal governo
tedesco nel 1999, di indennizzare i sopravvissuti
dell’Olocausto.
In campo cattolico, il pontefice Giovanni Paolo II, nel
1997, ha chiesto pubblicamente perdono per gli atteggiamenti
antisemiti assunti dalla Chiesa nel passato anche recente
(ma la revisione di tali atteggiamenti era già stata avviata
con il Concilio Vaticano II°, con la dichiarazione Nostra
Aetate nel 1965) e attualmente, si incrementano incontri e
scambi culturali, ad ogni livello.
Perché appaiono sempre i famosi Protocolli dei Savi di Sion?
E cosa sono, di preciso?
Nei primi anni del Novecento iniziò a circolare - prima in
Russia, poi in Europa Occidentale e in America - un libro
misterioso intitolato "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion"
che descrive minuziosamente la strategia ebraica per la
conquista del mondo. Infiltrati come gigantesca quinta
colonna nelle società cristiane, gli ebrei lavorano a
corromperne la fibra morale, pervertirne le tradizioni,
distruggerne l'economia, sovvertirne le Istituzioni.
Banchieri, intellettuali, artisti, giornalisti, politici
obbediscono a uno stesso disegno e si preparano a
raccogliere il frutto del complotto.
Il libro era stato scritto, probabilmente a Parigi, da
agenti del servizio segreto zarista per giustificare e
fomentare i pogrom che divampavano nell'impero. Fu facile
dimostrare che il testo era desunto da un pamphlet anti-napoleonico del secondo Impero e da altri testi antisemiti
dell'Ottocento. Alcuni grandi processi confermarono la tesi
del plagio.
Ma il libro, da allora, riappare periodicamente alla
superficie, nella Germania nazista, nell'Italia fascista,
nelle democrazie occidentali, nei Paesi arabi, nei grossi
meeting internazionali, per legittimare campagne antisemite.
In Russia è lo strumento privilegiato di molte associazioni
per cui il regime comunista non è che la più raffinata delle
armi di cui gli ebrei si sono serviti per distruggere i loro
nemici cristiani.
L’11 febbraio 2002 la stampa internazionale ha riportato una
dichiarazione dell’ex Presidente iraniano Ali Akbar Hashemi
Rafsanjani, tuttora uomo chiave a Teheran dell’ala religiosa
khomeinista ma con fama di “pragmatico” e “moderato”: «I
nazisti sono stati costretti a prendere delle misure contro
gli ebrei a causa del loro comportamento. L’uso che i
sionisti hanno fatto del loro denaro e dei media ha
obbligato diversi regimi a reagire con violenza e a passi
inumani, come ha fatto Hitler».
Il guaio è che simili affermazioni sono soltanto l’affiorare
di un più generale pregiudizio antiebraico e antisemita
largamente diffuso nel mondo islamico.
Sempre nel 2002 le cronache hanno riferito di una serie
televisiva a puntate trasmessa da una tv dell’Arabia
Saudita, che mette in scena “I Protocolli dei Savi di Sion”.
Ossia il più celebre falso antisemita degli ultimi cent’anni.
Nel settembre 2002, alla Conferenza dell’Onu a Durban sul
razzismo, nella quale molti governi islamici puntarono a
fare di Israele il primo degli imputati, il testo dei
“Protocolli” era in vendita tra i delegati. Tanto che
Israele abbandonò la Conferenza.
E a maggio 2002, impressionarono tantissimo le parole
pronunciate alla presenza di Giovanni Paolo II, in visita a
Damasco, dal Presidente siriano Bashar al Assad, che accusò
gli ebrei di «aver cercato di uccidere i prìncipi di tutte
le religioni con la stessa mentalità con cui tradirono Gesù
Cristo e nello stesso modo con cui cercarono di tradire e
uccidere Maometto».
Curiosamente, però, in Occidente le denunce di questa deriva
antisemita sono deboli, sebbene essa influenzi pesantemente
non solo il campo musulmano, ma anche ampi settori della
Russia.
E se veniamo ai nostri giorni, non c’è certo da rallegrarsi
di come si evolvono i pregiudizi antiebraici. Basta aprire i
giornali, guardare la TV, cliccare qualche sito in Internet
e, magari, vedere il film di Mel Gibson "The Passion". che
Abraham Foxman, Direttore di ADL ha trovato zeppo di cliché
avversi agli Ebrei perchè: I crimini di avversione verso
gli ebrei si concentrano nella settimana di Pasqua
universalmente, per il motivo che in molte chiese cristiane,
il sermone è incentrato sulla passione di Cristo, dove vi
sono i classici stereotipi antisemiti.
L’attore-regista, infatti, ha più volte dichiarato che si è
attenuto strettamente ai racconti della passione di Gesù dei
quattro Evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni).
.Maria De Falco
Marotta
GdS 8 XII 03 www.gazzettadisondrio.it