Sindacati: Iperal chiuda la domenica
Riceviamo da "Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Lombardia: “Basta aperture domenicali, la sicurezza dei lavoratori è priorità assoluta”
L'appello di Colleoni Mario e Massimo Aveni, Segretari Regionali di Filcams Cgil e Uiltucs, e Massimiliano Arighi, con delega regionale Fisascat Cisl: «É necessario tutelare al massimo i lavoratori. Questo significa anche chiudere la domenica, a maggior ragione in questa fase emergenziale, così come è necessario porre a#enzione alla salute e sicurezza di tutti loro e di conseguenza della clientela. Nonostante i numerosi appelli e richiami, oggi Iperal non sta facendo tutto ciò e nei fatti, a differenza di altri gruppi, ha deciso in quasi tutti i punti vendita di non chiudere la domenica”.
É altresì fondamentale che tutte le aziende si dotino dei dispositivi di protezione individuale per i propri dipendenti e impieghino del personale di sicurezza in tutti i punti vendita, al fine di rispettare e far rispettare le normative in vigore a contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19, in particolare garantendo il contingentamento degli ingressi, così da evitare eccessivi e pericolosi assembramenti tra i clienti nelle aree di vendita e poter mantenere la distanza di sicurezza. Oltre ciò è necessario che monitorino costantemente la situazione dei dpi e prevedano costanti controlli. Chiediamo a Iperal di porre maggiore attenzione a questa materia, istituendo, così come previsto dal protocollo siglato in data 14 marzo, il comitato per la sicurezza. Le lavoratrici e i lavoratori di Iperal e del commercio stanno operando con grande senso di responsabilità e stanno oggi svolgendo un compito sociale importantissimo e fondamentale. Tutti noi abbiamo il dovere di aiutarli e sostenerli. Le aziende in primis devono sostenere tutti loro, non solo con operazioni di marketing funzionali a valorizzare l’immagine delle società, ma con una reale riduzione della presenza delle lavoratrici in quei luoghi di lavoro oggi ad alto rischio. Il rispetto umano e della persona deve venire prima di ogni altra cosa. Il valore del profitto non può essere anteposto al valore della vita.
In questa fase complessa della nostra storia, concludono i sindacalisti, più rispettiamo chi lavora, così come le regole, e prima torneremo a poter vivere in libertà.