Il 12 apre l'XI° Sinodo Diocesano
DOMENICA 12 GENNAIO, A COMO, IN CATTEDRALE L’APERTURA DELL’XI SINODO DELLA DIOCESI DI COMO - Domenica 12 gennaio, “Festa del Battesimo del Signore”, alle ore 15.00, l’intera Chiesa di Como è chiamata a vivere, in Cattedrale, il solenne rito di apertura dell’XI Sinodo diocesano, che, lo ricordiamo, si focalizza sul tema “Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio”. Si avvia, dunque, una fase nuova, che arriva dopo:
l’annuncio (agosto 2017);
la presentazione di modalità e regolamento;
la designazione dei circa 300 sinodali (181 dalla provincia di Como; 86 dalla provincia di Sondrio; 17 dalla provincia di Varese; 7 dalla provincia di Lecco);
la consegna – il 6 giugno 2018 – dello strumento per la consultazione diocesana su cinque macro-aree (comunità cristiana, famiglia, giovani, poveri, preti) – conclusasi nell’autunno 2018;
la raccolta del materiale pervenuto da tutta la diocesi (dicembre 2018/marzo 2019);
lo studio e la sintesi – da parte dei sinodali, da aprile 2019 a inizio autunno – delle centinaia di risposte giunte da tutta la diocesi;
l’elaborazione e l’approvazione di decine di proposizioni (autunno 2019);
e, in queste ultime settimane, la stesura dell’Instrumentum Laboris (lo Strumento di Lavoro per le sessioni assembleari).
Dal 12 gennaio si aprirà un nuovo capitolo, quello delle assemblee plenarie, in calendario fra Como (presso la chiesa di Sagnino) e Morbegno (presso il complesso San Giuseppe). Il secondo appuntamento delle plenarie è già in calendario e si svolgerà proprio a Morbegno, sabato 8 febbraio. Se dallo scorso 6 aprile a oggi i sinodali hanno lavorato per commissioni e sotto-commissioni sulle singole micro-aree, ora tutti si confronteranno su tutto. Come prevede l’Istruzione sui Sinodi diocesani, l’inaugurazione del Sinodo – così come sarà per la sua conclusione – avviene nell’ambito di una solenne celebrazione eucaristica. Per questa Messa così importante per la vita diocesana è prevista una specifica liturgia sinodale, illustrata dettagliatamente nel Caeremoniale Episcoporum. «Il rito celebrato in Cattedrale, chiesa-madre della diocesi – spiegano dalla Segreteria del Sinodo – indica il radunarsi dell’intera comunità credente diocesana intorno al Vescovo». Alla Santa Messa saranno presenti i circa 300 sinodali (sacerdoti, laici e persone di vita consacrata), i fedeli in rappresentanza dei 29 vicariati (dai 10 ai 30 a seconda della grandezza delle comunità) e tutti coloro che vorranno essere presenti a questo importante momento di Chiesa: «in questo modo – dicono dalla Segreteria del Sinodo – tutta la Diocesi sarà rappresentata. Nessuno sarà escluso, perché la partecipazione alla Santa Messa è per tutti».
La celebrazione di apertura dell’XI Sinodo avrà alcuni momenti particolarmente significativi. I sinodali, per esempio, saranno convocati nella chiesa di San Giacomo e questo radunarsi, dopo aver esaurito i passaggi tecnici (come la registrazione e le firme di presenza), per loro sarà già tempo di preghiera e preparazione. Insieme al Vescovo, poi, faranno ingresso processionalmente in Duomo: un’occasione per testimoniare anche all’esterno il proprio esserci e l’impegno che ci si è assunti. Un altro aspetto rilevante della celebrazione sarà l’intronizzazione dei Vangeli. Al termine della liturgia della Parola, il testo sacro, in processione, sarà posto su un “tronetto” collocato sul presbiterio. «È una modalità che nasce dal Concilio Vaticano II – dicono ancora dalla Segreteria – e sta a indicare che è Gesù Cristo che assume la presidenza del Sinodo. È un fatto di cui si prende consapevolezza e che culminerà nel banchetto eucaristico, al quale i sinodali e l’assemblea dei fedeli prendono parte concretamente al momento della comunione».
Quello dei sinodali è un compito importante per la vita della Chiesa diocesana, che richiede discernimento e aiuto dello Spirito Santo. Lo mette in evidenza anche un altro particolare del rito di apertura: la proclamazione della solenne formula di giuramento dopo la professione di fede, con alcune sottolineature rispetto all’ascolto e alla fedeltà a Parola di Dio, Magistero della Chiesa e indicazioni della Dottrina. Si tratta di un momento prescritto obbligatoriamente dal Codice di Diritto Canonico (can. 833), per manifestare pubblicamente la fedeltà all’impegno che si sta assumendo e la piena comunione con la Chiesa e con i suoi Pastori.
Al termine della celebrazione in Cattedrale, i sinodali, rientreranno processionalmente in San Giacomo con il Vescovo e verrà loro consegnato l’Instrumentum Laboris, ovvero il testo che sarà alla base della discussione in plenaria. Per favorire il confronto assembleare è prevista la costituzione di una ventina di gruppi di studio su base territoriale – una sorta di circoli minori – che, riunendosi nelle settimane precedenti le plenarie (che si terranno una volta al mese per tutto il 2020), favoriranno l’approfondimento di quanto contenuto nelle proposizioni, in vista del confronto e delle votazioni in plenaria. «La discussione assembleare – spiega il segretario generale del Sinodo don Stefano Cadenazzi – servirà a elaborare quelle risposte che poi verranno affidate al Vescovo. È un tempo continuo di discernimento comunitario, insomma, in ascolto dello Spirito e di quanto vorrà suggerire per il cammino della Chiesa».
Il cammino “insieme” del Sinodo, dunque, prosegue e la convocazione del 12 gennaio è un invito per tutta la diocesi, chiamata a testimoniare e annunciare la misericordia di Dio. Il coinvolgimento dell’intera Chiesa di Como sarà sottolineato dal suono a distesa, alle ore 14.45 di domenica, delle campane di tutte le chiese della diocesi e dall’accensione di un cero, consegnato in questi giorni nelle diverse comunità pastorali e parrocchiali, con il simbolo del Sinodo (verrà acceso domenica e in occasione di tutte le riunioni sinodali).