Molinari: Caro Babbo Natale
Caro Babbo Natale, rieccoci ancora qui. Pare sia passato un attimo e, senza che me ne sia accorto, è trascorso già un anno dalla mia prima lettera. Ti confesso che questo secondo anno in Provincia di Sondrio mi ha profondamente arricchito nell’animo oltre che rendermi un poco più competente nel lavoro che mi è stato assegnato. Ho potuto ulteriormente constatare quanto siamo fortunati nell’avere scuole efficienti, insegnanti capaci, dirigenti collaborativi e personale preparato. Io ho cercato di fare quel poco che ho potuto per “tenere insieme” i pezzi di un sistema scolastico complesso ma, allo stesso tempo, capace di gestirsi in modo sostanzialmente autonomo. Ciò che più mi ha rallegrato sono stati i tanti incontri che ho potuto fare con tanti studenti di vari ordini di scuola che mi hanno donato un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio. Non posso dimenticare la gioia profonda che ho provato nel poter inaugurare ufficialmente in Valtellina questo anno scolastico, insieme a tanti ragazzi, in una atmosfera di festa e di gioia estremamente contagiosa. Davvero mi dovrei vergognare nel chiederti qualcosa in più di quanto mi hai donato in questi 12 mesi: mi sento privilegiato e fortunato nel poter condividere, ogni giorno, la vita delle scuole di questo territorio, a cui ormai mi sento profondamente legato e che, un domani, lascerò con grande tristezza. Nonostante sia giunto inatteso anche un regalo un poco impegnativo come la direzione dell’Ufficio di Cremona, a cui sento di voler bene anche solo dopo pochi mesi di permanenza, mi sento comunque profondamente in debito: non so se in questo anno ho fatto fino in fondo tutto il mio dovere, se ho correttamente esercitato il mio ruolo, se ho ricevuto tutti quelli che mi hanno chiesto un incontro, se ho dato una risposta soddisfacente a tutti coloro che mi hanno posto un quesito, se sono stato capace di ricordarmi che sono sempre la stessa persona di 5 anni fa, solamente chiamata ad un servizio diverso nell’interesse della scuola. Caro Babbo Natale, temo di aver dimenticato ogni tanto quest’ultima cosa, e di essere salito su un piedistallo di arroganza o di supponenza al posto di indossare una veste di umiltà e informalità. “Ricordati che sei solo un uomo”: questa è la frase che dovrei cercare di ripetere a me stesso più spesso, per ricordami quanto piccolo sono in questo modo e quanto breve può essere la mia esistenza. Per questo, caro il mio Babbo Natale, quest’anno non ti chiedo nessun dono se non quello di essere più capace di ascoltare, di essere più saggio nel consigliare e di essere più autorevole che autoritario. Da parte mia, cercherò di fare il possibile per ottenere questo regalo ma confido anche nel tuo aiuto!
Fabio Molinari