Redazione de "La Provincia" come pacco postale?
Le difficoltà in campo giornalistico si sommano. Ne dà uno spaccato – e quindi si tratta solo in parte delle situazioni - la pagina della Federazione Nazionale della Stampa Italiana sia nell'immagine che riportiamo e sia nel loro testo che ripubblichiamo.
La tabella, in particolare quella dei quotidiani, è eloquente come lo sono quella specie di bollettini di guerra che si accavallono ma con la stessa base di fondo ovvero l'occupazione nel settore. Settore però però strategico per cui si dovrebbe provvedere a Palazzo Chigi, sede del sottosegretario all'Editoria Andrea Martella, ben oltre quel che si fa adesso. Sperando che riesca a portare in porto quanto da lui dichiarato: “L’informazione è un bene di tutti che va promosso e difeso. E che va quindi sostenuto anche economicamente. Per fare questo serve un approccio sistemico a tutti i problemi. Dalla remunerazione dei giornalisti alle garanzie per le imprese” ha dichiarato il neo Sottosegretario con delega all’Editoria, in occasione dell’evento “Una nuova strategia per il rilancio del settore dell’editoria”, organizzato dall’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) ospitato il 26 settembre nella Sala Koch del Senato.
In questo quadro si collocherebbe anche la redazione tristemente in spedizione come un pacco postale a oltre 100 km da Sondrio. Per ora magari conservando la testata “La Provincia di Sondrio”, ma non la qualità, non la certezza di risolvere in questo modo le difficoltà economiche, non evitando di finire ad essere un soggetto estraneo. Fusione Industriali Lecco-Sondrio docet. Sino all'altroieri l'Unione Idustriali, poi ribattezzata Confindustria, era come organizzazioni del Commercio, dell'Artigianato, dell'Agricoltura soggetto istituzionalmente importante, costantemente presente nelle attività della classe dirigente. 'Era' classe dirigente. Ieri si è fusa. Abbiamo l'idea, abbastanza diffusa, che in realtà non ci sia stata fusione al di là di qualche aspetto sostanzialmente formale e che Sondrio sia stata annessa.
Non c'è dubbio che essere in plancia qui o a Como sia cosa ben diversa. Fare un giornale in Valtellina senza avere quei rapporti iterativi con la comunità, con i suoi esponenti che sono alimento quotidiano per chi opera sul campo è cosa che non auguriamo a chiunque si trovi a dirigerlo avendo a che fare con un target chiamato Valtellina e Valchiavenna.
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Dalla pagina della FSNI
«Slc, Fistel e Uilcom, condividendo le forti preoccupazioni e le sollecitazioni pervenute dalle assemblee informative sul piano di ristrutturazione del gruppo Gedi Gnn e Gedi Printing, proclamano lo sciopero nazionale di tutti i lavoratori del gruppo per l'intera giornata lavorativa del 16 novembre 2019». Lo comunicano le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.
Già oggi, 15 novembre, alcuni quotidiani del gruppo non sono usciti in edicola per via dell'astensione dal lavoro dei colleghi poligrafici. Sempre oggi era stato annunciato che domenica non sarebbero comunque stati in edicola Il Piccolo e il Messaggero Veneto.
In sciopero domani, sabato 16 novembre, anche i giornalisti del quotidiano di Trieste, del Messaggero Veneto, del Mattino di Padova, della Nuova Venezia, del Corriere delle Alpi, della Tribuna di Treviso, della Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, la Nuova Ferrara e Gazzetta di Mantova. Mentre la redazione della Provincia Pavese ha incrociato le braccia ieri, 14 novembre.
Per fare il punto della situazione e definire le iniziative congiunte da intraprendere, la Fnsi ha convocato per giovedì 21 novembre, alle 11, nella sede di Roma, i Comitati di redazione delle testate di Gedi News Network.
La Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa sono al fianco dei colleghi.