Soffiano venti di guerra ma ...Né vincitori, né vinti.
(Maria de falco Marotta) In un tempo marcata da conflitti che si prolungano da anni senza un effettivo vincitore – ma con la sicura scomparsa di antichi e preziosi patrimoni artistici e culturali e di intere generazioni capaci di ricostruirle -, in un periodo descritto da una retorica violenta, e di fronte alla eventualità di un nuovo scontro (quanti ce ne sono stati finora nel nostro stupefatto mondo) ci chiediamo con angoscia il perché di ciò che accade. Di certo, è un interrogativo difficile e disarmante cui difficilmente si potrà rispondere. Qualcuno l’ha fatto: Antonio Gramsci, nell’ottobre del 1917.
Vi proponiamo il suo scritto, molto semplice e anche significativo che vorremmo tutti leggessero, affinché una speranza lieta possa nascere nel cuore di tutti.
“Perché le guerre scoppiano in un certo modo e non altrimenti? Perché in un certo momento e non in un altro? Non è molto facile rispondere a queste domande. Ma ciò non vuole dire che non sia utile cercar di fissare i criteri per poter rispondere almeno approssimativamente.
Queste domande furono poste a Norman Angell quando pubblicò La Grande Illusione. Norman Angell si era posto il problema della guerra da un punto di vista perfettamente e recisamente logico. Egli ragionò: la guerra è un fatto talmente enorme che è necessario supporre che gli uomini che la scatenano abbiano enormi ragioni per scatenarla e siano di queste ragioni sinceramente persuasi. Le guerre moderne nascono dal bisogno di assestamenti economici migliori per certi capitalismi nazionali: gli uomini che di questi capitalismo sono i componenti, sono in preda a una grande illusione: credono che le guerre siano economicamente proficue, che le guerre creino condizioni migliori di produzione e di scambio.
Io dimostro che una guerra, dato l’assestamento attuale della produzione e degli scambi, non può arricchire nessuno, non è utile a nessuno, che in una guerra moderna non vi possono essere vincitori e vinti, ma tutti saranno vinti, cioè per tutti si abbasserà il livello di vita economica perché il danno dell’uno sarà inevitabilmente danno dell’altro.
La rivelazione, la dimostrazione matematica di queste verità deve uccidere la guerra.
Diffondetela propagatela: quando tutti saranno persuasi, la guerra scomparirà, quanto prima questa verità avrà conquistato la maggioranza degli uomini, tanto prima la guerra scomparirà.
Riflettiamoci e per quanto sta nelle nostre piccolissime forze, adoperiamoci perché nel nostro paese che è l’Europa intera, non si producano armi per distruggere, ma nuove tecnologie per unire nel lavoro e nella vita.