Le Guardie d’Onore al 126° anniversario della Fondazione

Riceviamo e pubblichiamo:

Le Guardie d’Onore al 126° anniversario della Fondazione.

Il Delegato Provinciale Lorenzo Giana, partecipando al
Consiglio Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia
d’Onore al Pantheon (è Guardia Scelta ed è in possesso della
medaglia al Merito di servizio), presenta alcune
riflessioni:

Benchè il Ministero della Difesa della Repubblica italiana
abbia censurato l’accesso all’Altare della Patria con le
Bandiere proprie dell’Istituto Nazionale per la Guardia
d’Onore, come se si trattasse di bandiere “rivoluzionarie”
sarà da ricordare che all’Altare della Patria c’è il
monumento al Milite Ignoto, e il primo Re d’Italia campeggia
a cavallo in cima alla scalinata.

Le Guardie d’Onore portano
la Bandiera Nazionale, quella che ha sventolato più a lungo
tra le bandiere degli ultimi 150 anni, quella che da Carlo
Alberto al 1946 è stato il solo simbolo dell’Italianità. La
sola Bandiera che dalla “fatal Novara” al Risorgimento, ma
anche dopo, ha simboleggiato l’ideale della Patria.

Questa era l’amarezza che ha accompagnato, nei giorni 17 e
18 gennaio scorsi a Roma, le cerimonie che l’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore alle reali Tombe del
Pantheon organizza contestualmente all’anniversario della
morte del Re Vittorio Emanuele II, Padre della Patria.

Ma, nonostante questo aspetto mortificante, la manifestazione
è stata particolarmente densa di novità: in primo luogo, ha
presenziato il Principe Vittorio Emanuele, che dopo oltre 50
anni di esilio ha potuto partecipare alla cerimonia
religiosa al Pantheon, dove riposano tre dei suoi avi,
Vittorio Emanuele II, Umberto I e la Regina Margherita.

Al Consiglio Nazionale, è stata approvata all’unanimità la
proposta di ripristinare la “Festa dello Statuto” (quello
cosiddetto Albertino fonte di tutte le libertà dal Regno di
Sardegna all’Italia unita), che dovrebbe tenersi nella prima
domenica di Giugno; sono stati invitati relatori che hanno
coinvolto emotivamente tutti i presenti nella sala del
Cinema Capranica, che era colma in ogni ordine di posti
disponibili.

Alla consueta conferenza che segue, il Principe Vittorio
Emanuele, accompagnato dalla moglie Marina, ha seguito ogni
passo, prima di prendere parte al pranzo di gala che si è
tenuto al Circolo Ufficiali delle Forze Armate di Roma.
Inoltre, Vittorio Emanuele, nel contesto delle conferenze,
ha consegnato alla vedova del Brig. dei Carabinieri Giuseppe
Coletta (Guardia d’Onore al Pantheon), caduto a Nassyria in
Irak il 12 Novembre scorso, la medaglia di Benemerenza
dell’Istituto, insieme a un assegno che le Guardie d’Onore
hanno devoluto alla vedova.

Ma quanto detto durante la conferenza da un’altra Guardia
d’Onore, FRANCO PERLASCA (figlio dell’eroico GIORGIO
PERLASCA), ha destato l’amor patrio! Franco Perlasca
ricordando le vicende del padre che salvò dello sterminio
5.200 ebrei ungheresi, fingendosi diplomatico spagnolo
affrontando rischi che pochi hanno avuto il coraggio di
intraprendere, fece scaturire un lunghissimo applauso, che
nemmeno l’entrata in sala del Principe aveva saputo
suscitare. Un momento esaltante, per tutti, la modestia con
la quale Franco Perlasca ricorda che sono stati molti i
Paesi che hanno riconosciuto il valore, l’audacia, l’onestà
di suo padre, tanta da meritare il cippo nel viale dei
giusti di Gerusalemme, oltre alla Cittadinanza Onoraria
dello Stato di Israele e innumerevoli testimonianze da
tutto il mondo. L’amarezza nel constatare anche come il
nostro Paese, buon ultimo, abbia infine riconosciuto quanto
in dignità suo padre impersonava.

Franco Perlasca termina auspicando che i Re d’Italia
dispersi nel Mondo possano trovare la giusta collocazione al
Pantheon e si augura che questo nostro povero Paese abbia
almeno la dignità di rispettare la verità storica cessando
le censure attuate proprio in questa occasione..
Lorenzo Giana
 (DELEGATO PROVINCIALE)


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Lorenzo Giana
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