Lettera aperta a Beppe Grillo
Riceviamo
Egregio direttore,
Le scrivo a nome di InOltre, un’associazione politica di giovani provenienti da tutta Italia.
Abbiamo risposto alla chiamata di Beppe Grillo con una lettera che Le allego e che spero possiate pubblicare, per far sentire finalmente una voce nuova in un momento di grande instabilità nel nostro Paese.
Mi rendo conto della lunghezza del testo, ma spero comunque che possiate considerare la nostra richiesta.
La ringraziamo per l’attenzione e la disponibilità,
Distinti saluti
Azzurra Cossi e InOltre.
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Nostra nota
Il testo è lungo ma i contenuti sono tali da meritare comunque la pubblicazione con l'auspicio che arrivino a destinazione anche eventualmente a chi è di altra sponda. Abbiamo sempre sostenuto che il confronto è lievito di crescita per cui il giornale – come altri che ho diretto – è aperto a tutti i prodotti dell'ingegno, della riflessione, dello studio. Consentitemi, in coerenza con questa linea, di rilevare però con fastidio l'espressione “La paura verso lo straniero, alimentata da una destra furba e miserabile,”, Non critichiamo il contenuto, nel quale non entriamo, ma la forma dato che lo stesso concetto potrebbe essere espresso senza gratificare gli avversari politici dell'attributo 'miserabile'. Vale la pena di precisare che in più di una occasione abbiamo provato lo stesso fastidio, quindi pubblicando con questo stesso commento, quando espressioni pesanti ed anche insulti erano rivolte contro questa o quella sinistra.
La comunità cresce costruendo e anche correggendo.
GdS
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❗ LETTERA APERTA A BEPPE GRILLO❗
Caro Beppe Grillo,
Noi giovani dell’associazione InOltre abbiamo ascoltato il tuo video, e accolto l’accorato appello
lanciato ai giovani del PD, richiamando all'irripetibilità di questa congiunzione storica per due
forze politiche impegnate a dare un governo al nostro Paese.
Il tuo invito a "ricompattare i pensieri" è parso a noi autentico e sincero; per questa ragione,
poiché ci hai chiamati in causa, abbiamo sentito il dovere di risponderti.
Noi siamo pronti a raccogliere la comune sfida dei contenuti, purché si abbia la consapevolezza di
esser qui non a rincorrere l'ambizione irrequieta dei singoli, ma di restituirci insieme la serenità
necessaria agli studi, unica strada per il buon governo.
Consapevoli che è il pensiero a cambiare il mondo, c’è chi vorrebbe domare il potere delle idee e
indirizzarlo a proprio piacimento, dimenticandosi che le idee svaniscono quando non sono
radicate nel disinteresse.
Anche noi siamo spesso stati tentati dal porti di fronte a tutto ciò che hai misconosciuto, alla
verità che è stata contraffatta o rinnegata, di porti sotto gli occhi tutto quello che hai dissimulato;
oggi ci interessa ristabilire senza tanti convenevoli le questioni nei loro veri termini. Crediamo,
infatti, che entrambi possiamo fare nostra questa azione di lotta, con cui accompagnare la nostra
ricerca di soluzioni collettive.
Ti ringraziamo per averci reso partecipi dei tuoi "furori" che ci auguriamo non siano
"astratti" (come erano quelli del protagonista di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini), poiché la
fase in cui ci accingiamo a entrare richiede di agire nel segno della concretezza.
Togliatti diceva che "la politica è la più morale tra le attività umane", e oggi c'è tanto bisogno,
Beppe, di vera politica. Ci pare che questa sia un'ottima definizione, nella quale dovrebbe
ritrovarsi ogni persona che sia consapevole del fatto che ogni nostra azione è politica. Riportiamo
al centro il polites, il civis, il cittadino senza dimenticare, come diceva John Donne, che "Nessun
uomo è un'isola". Da qui deriva la necessità di sintonizzarsi con i bisogni degli ultimi, se la parola
democrazia nel nostro opulente ed escludente Occidente riesce ancora ad avere quel forte
significato. Una società intesa non come massa, come un gigante senza testa o come blanda
moltitudine, ma come una costellazione dove ogni individuo possa brillare, pur essendo parte di
qualcosa di più grande.
La paura verso lo straniero, alimentata da una destra furba e miserabile, va contrastata con
risposte di governo che favoriscano la pacificazione e sicurezza sociale, facendo percepire ai
cittadini che un nuovo processo di integrazione è possibile. Per tale ragione è necessario abolire i
decreti sicurezza ma con la ferma volontà di scrivere, insieme, delle leggi che regolino tale
problema.
L’Italia, come tutta la comunità di Stati fratelli europei e atlantici, ha il dovere morale di non
distogliere lo sguardo dalle immense sfide che ci attendono, da quegli angoli dimenticati del
mondo che continuano a macerare miseria e instabilità che abbiamo spesso contribuito a creare.
Dal cyber alla minaccia nucleare, dall’ambiente alla proliferazione della violenza organizzata, il
pericolo è che l’inevitabile approdo del Paese al nuovo ordine internazionale alimenti pulsioni
autoritarie e convulsioni liberticide. Il dialogo democratico è l’unica strada verso un’Italia forte,
inclusiva e responsabile del proprio destino europeo. La nostra forza sarà la mobilitazione
nazionale e internazionale di tutta la società.
Immaginiamo una società che non sia in balia delle seduzioni mercantilistiche e consumistiche,
ma che invece salvaguardi la dignità del lavoro ed eviti l'erosione delle tutele. Resta per noi una
priorità consentire a tutti eguali condizioni di partenza, in particolare ai giovani per l'accesso al
sapere e al diritto allo studio per proseguire poi fino al loro inserimento nel mondo del lavoro.
Sforziamoci dunque di superare certe forme di sfruttamento o pseudo-formazione giovanile da
parte delle imprese, abolendo ogni forma di lavoro gratuito e retribuendo i tirocini.
Ripartiamo dalla tutela delle fasce più deboli, degli esclusi dalla società, da chi non può avere
accesso alle cure, dai milioni di poveri, dall’emergenza abitativa. Serve presto ripensare insieme a
una seria riforma fiscale che preveda l'inquadramento dei redditi superiori e una maggiore
progressività. Ѐ indispensabile un piano straordinario per la crescita, composto da importanti
incentivi fiscali per le imprese che assumano, che investano in immobilizzazioni materiali e
immateriali, in formazione e che adottino soluzioni produttive sostenibili, che sviluppino piani di
retribuzione variabile per aumentare la produttività e che accrescano la competitività.
Il nostro è un Paese diviso in due da un divario sociale che è anche geografico. Il sud stenta a
progredire, affossato da una politica scellerata che non è stata in grado di dare lustro e merito alla
dignità di tanti lavoratori che ogni giorno combattono contro le contraddizioni di questi territori.
Molti sono soprattutto i giovani del meridione che emigrano verso città del nord Italia o Europa in
cerca di lavoro e riscatto, che stentano a far ritorno nella loro terra anche a causa di una rete
infrastrutturale fatiscente che li costringe a un dispendio economico non indifferente.
Se vogliamo lasciare esempi positivi nelle nuove generazioni dobbiamo rilanciare l'istruzione,
prevedere una riforma che miri anche ad uno studio meno nozionistico ma in grado di preparare i
soggetti alla rielaborazione e all’inserimento effettivo nel mondo del lavoro. Occorre tutelare gli
insegnanti e il mondo della Scuola. Ricordandoci che "insegnare" significa imprimere segni nella
mente, dunque bisogna riconoscere il valore e il ruolo significativo che un insegnante ha per i
giovani studenti.
Bisogna riaprire la stagione dei diritti che negli ultimi tempi ha attraversato un periodo di
regressione e ostruzionismo a causa delle politiche conservatrici di destra. La legge contro l’omo-
Bi-trans-fobia non può attendere.
Non dimentichiamoci dell’ambiente. Serve approvare la dichiarazione di emergenza ambientale
bocciata dal Senato pochi mesi fa, la base per le prossime politiche ambientali. Bisogna puntare
alla riconversione industriale, a quella della mobilità e servono investimenti massivi per lo sviluppo
di nuove tecnologie.
Ѐ inoltre necessario ripensare tutto il sistema dei beni culturali, inserendo nuovi giovani qualificati
nel settore, capaci di promuovere la cultura e migliorando le competenze e l’efficienza dei servizi
in uno dei settori cardine di un Paese ricco di storia e bellezze.
Questo adesso è l’appello che noi lanciamo a te, agli esponenti del Partito Democratico e a quelli
del Movimento 5 Stelle. Siamo pieni di idee e pronti a una vera collaborazione sui temi, in nome
della situazione di difficoltà che vive oggi il nostro Paese, perché crediamo nella buona politica e
nelle istituzioni, perché ora più che mai avete bisogno di noi giovani che, tra mille difficoltà,
desideriamo e lottiamo per una Italia migliore, per i nostri fratelli e i nostri figli che vogliamo far
crescere ricchi di sogni.