Cimice asiatica contro il melo
Situazione cimice asiatica
Come confermato da diverse segnalazioni e sopralluoghi, dopo anni di presenza che andava gradualmente incrementando, quest’anno la presenza della cimice asiatica nei frutteti della provincia di Sondrio ha subito un’ ulteriore impennata; d’altro canto l’estate 2019, tendenzialmente calda, è stata favorevole un po’ per diversi fitofagi (tignoletta della vite, in alcune zone, carpocapsa, mosca dell’olivo ecc., e nonostante l’elevata mortalità invernale, la ripartenza della nuova generazione è stata importante, favorita anche dalle numerose situazioni che la cimice può andare ad infestare). La cimice asiatica è diffusa ormai in tutta la provincia di Sondrio, specialmente nel fondovalle e ovviamente in modo più preoccupante nelle zone frutticole, non disdegnando però i conoidi e salendo fino a quote di 500-600 metri. La presenza a quote superiori è al momento sporadica. Quest’anno la presenza è importante anche nella parte più a est (Villa di Tirano, Bianzone e Tirano), dove negli altri anni era quasi nulla.
Le segnalazioni sono molto frequenti anche in situazioni di giardini familiari promiscui, dove i danni su pesche, pere ecc. sono stati elevatissimi (frutta praticamente distrutta). La presenza è altresì massiccia su numerose piante ornamentali presenti in giardini privati e pubblici (ad es. su Ibisco si vede molta cimice asiatica insieme anche ad altre specie, ma anche su fiori di Buddleja e altre essenze ornamentali e spontanee, su Edera, sporadicamente su altri fruttiferi come Olivo).
Sulle mele la presenza ha iniziato a diventare importante a partire da fine luglio, dove su Gala si sono cominciate a vedere esemplari di Halyomorpha in numero elevato, insieme anche ai primi danni, apprezzabili sempre più avvicinandosi alla raccolta. Ora la presenza inizia ad essere evidente anche sulle altre varietà, privilegiando i frutti più acerbi, in quanto l’insetto tendenzialmente punge la frutta quando non è ancora matura, e poi successivamente si notano i danni; sulla parte bassa della chioma si vedono gli stadi più immaturi (diversi stadi di neanidi), sulla parte alta sui vedono tendenzialmente più adulti (possibile presenza di nuovi adulti della generazione estiva).
Al momento, salvo qualche applicazione in nord Italia del parassitoide indigeno generico Anastatus bifasciatus, che è arrivato anche alla commercializzazione, a livello nazionale siamo in una fase di valutazione delle possibilità di sfruttamento del parassitoide specifico Trissolchus japonicus; le valutazioni sono molto importante per capire i rischi-benefici legati ai lanci di tale parassitoide; in attesa di concrete possibilità di applicazione di quest’ultimo, le reti antiinsetto rimangono il sistema di difesa più efficace ed
ecologico. Queste devono essere posizionate a regola d’arte e soprattutto ben chiuse; una chiusura perfetta è impossibile, in quanto i giovani salgono dall’erba verso la pianta, ma dove ci sono le reti i danni rimangono contenuti.
In mancanza delle reti, si raccomanda di effettuare attenti controlli, e specialmente nei frutteti di fondovalle, più promiscui, con coltivazioni di mais (e in qualche caso anche di soia) adiacenti, campi incolti confinanti, con piante che possono ospitare cimici (attenzione anche ai rovi), se la presenza è importante si consiglia di effettuare degli interventi insetticidi, iniziando dalle zone di confine con queste situazioni a rischio, e limitandosi possibilmente a trattare i bordi, per estendere eventualmente i trattamenti anche all’intero frutteto, specialmente se si tratta di varietà tardive, che prima di arrivare alla maturazioneraccolta rischiano di subire attacchi ripetuti, specialmente dopo la raccolta delle altre varietà. ATTENZIONE AI TEMPI DI CARENZA E ATTENZIONE ANCHE A NON ESAGERARE CON L’USO DI ALCUNI PRINCIPI ATTIVI, POTENZIALMENTE ACAROSTIMOLANTI.
Questo aspetto è molto importante, perché l’uso in questa stagione di insetticidi rischia di incrementare i residui alla raccolta e anche di danneggiare i numerosi organismi utili presenti nel frutteto, frutto di anni di applicazioni di Difesa Integrata che hanno portato ad un ottimo equilibrio dell’agroecosistema. Si raccomanda pertanto di sentire il servizio tecnico di riferimento prima di decidere trattamenti estensivi.
D’altro canto la presenza della cimice sulle bordure, siepi ecc. piuttosto che su altre colture (mais ecc.) se da una parte incrementa la presenza nella zona, dall’altra determina un’attrazione che garantisce almeno per un po’ di tempo la permanenza dell’insetto su quella coltura/fioritura ecc., e parzialmente riduce anche il passaggio al meleto; pertanto al momento è meglio non disturbare le cimici finché rimangono su quelle piante.
Seguono i prodotti consentiti.