In ciascuno, lo Spirito si manifesta in modo diverso, ma sempre per il bene comune (I Corinzi 12, 7)
I nuovi movimenti cattolici,
straordinaria ricchezza per la Chiesa
Gli storici e i sociologi dicono che con Giovanni Paolo II che
si appellava direttamente alle coscienze e ai cuori dei fedeli,
sono sorti tantissimi movimenti ecclesiali che sono diventati (e
si è visto) i suoi alleati più entusiasti nell’espansione,
magari “epidermica” della sua missione di far “aprire le porte a
Cristo” in ogni angolo della terra (chissà con il nuovo Papa che
è stato fino alla sua nomina Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, cosa succederà).
Si pensa - e il paragone appare abbastanza pertinente- che il
fenomeno è simile alla fioritura medioevale delle tante
congregazioni religiose sorte attorno a un capo
carismatico (Francesco, Domenico, Chiara…) che ebbero anche allora
una vita travagliata, come è successo e succede ai fondatori
odierni, guardati spesso con “sospetto” dalla gerarchia
ecclesiastica.
Sono cambiati i tempi, sono diversi i modi di aderire al
Cristianesimo.
Innanzitutto, è necessario ricordarsi che nella nostra
contemporaneità le crisi esistenziali sono tante e crudeli.
Molti hanno turbamenti dell’animo, pure profondi, dovuti a
demotivazione, a disorientamento, a perdita del senso della
propria esistenza e del valore del vivere quotidiano.
Gli stati di disorientamento esistenziale, di indefinibile
disagio di fronte alla propria vita, possono essere considerati
un effetto collaterale della civiltà moderna, nella quale l’uomo
o donna acquisisce la responsabilità individuale nelle scelte
dell’esistenza e negli indirizzi del proprio pensiero. Essi
insorgono soprattutto nelle fasi cruciali della vita, in quei
momenti in cui il nostro sistema di valori e la nostra
concezione del mondo non bastano più a renderci ragione dello
sforzo del vivere quotidiano, delle sue fatiche, delle sue
sofferenze, dei suoi piaceri, del significato degli eventi, del
sentimento degli avvenimenti che si intrecciano in esso.
La "crisi" del proprio sistema di valori e della propria
concezione del mondo, più o meno articolata, risulta un momento
critico, delicato, sovente decisivo nella biografia di un
individuo. È il momento in cui un uomo (una donna) cambia le
impostazioni della sua vita, rivoluziona il suo modo di pensare,
rivede le sue posizioni di fronte a questioni che sembravano
definitivamente chiare, muta i suoi atteggiamenti, scopre nuovi
interessi e abbandona i vecchi, trova nuovi valori, nuove
ragioni, nuovi orizzonti.
Ecco, allora, che l’incontro con persone che appartengono a
qualche movimento (non solo cristiano, tant’è che uno dei
grossissimi problemi odierni della chiesa cattolica è l’enorme
proliferazione delle sette di varie matrici), si rivela
generalmente utile nelle situazioni di crisi esistenziale,
specie se si dimostrano capaci di fornire risposte complesse e
significative al bisogno di contenuti, di valori e di interessi
di cui è portatore, più o meno consapevolmente, l’individuo che
si trova nel guado della crisi esistenziale.
Una cosa è certa: i nuovi movimenti cattolici rappresentano una
straordinaria ricchezza per la Chiesa. Hanno contribuito a
renderla più viva e fresca, soprattutto grazie al rapporto
costante con i giovani.
Il loro frutto più evidente e positivo è quello d’aver cercato
di mettere, il più possibile, in pratica lo spirito di
rinnovamento del Concilio Vaticano II, prestando attenzione ai
laici, scuotendoli ed invitandoli a vivere con coerenza il
messaggio del Vangelo.
Prima del Concilio, il mondo cattolico era diviso in due. Da una
parte c’erano i preti e le suore. Dall’altra c’erano i laici (e
speriamo che il Papa tedesco non insista troppo nell’antica
divisione, cosa questa presumibile fino a che era, appunto,
Defensor Fidei.
Il termine “vocazione” era utilizzato solo per il clero.
Sembrava quasi che, per testimoniare il Vangelo, fosse
necessario diventare preti o suore.
Oggi, è perfettamente possibile seguire l’insegnamento di Gesù
restando nel mondo, con tutti e due i piedi, andando a scuola, o
all’università., insegnando religione o fisica, fidanzandosi e
sposandosi. Recandosi al cinema, oppure a ballare. L’importante
è ricordarsi di essere figli/e di Dio.
Ma non di un Dio minore.
Altro aspetto apprezzabile dei movimenti è quello d’aver
invitato a riscoprire una fede semplice, lontana dagli
intellettualismi incomprensibili. Di fatto, molti giovani hanno
ritrovato la gioia di preghiere tradizionali, come il Rosario,
che sembravano essere diventate un’esclusiva delle vecchiette(e
le tante mani giovani intrecciate al rosario durante i tristi
giorni dell’agonia di Giovanni Paolo II, non saranno dimenticate
facilmente).
Tuttavia, non mancano accuse, a volte anche pesanti, nei loro
confronti.
La più frequente è quella di voler essere delle “chiese
all’interno della Chiesa”. Si teme che, frequentando certi
gruppi, un/una giovane possa isolarsi ed imboccare la strada di
una fede settaria, elitaria, lontana dal resto della comunità
cristiana.
E’ un rischio possibile.
I pericoli e le sfide
Secondo un’editoriale di “La Civiltà Cattolica” (19 giugno 2004)
i "pericoli" e le "sfide" posti dai movimenti alla Chiesa sono i
seguenti:
1) "la mancanza di una legge quadro". "L'attuale codice di
diritto canonico non tratta esplicitamente dei movimenti
ecclesiali" e questo genera confusione. Occorre "dare ad essi
una sistemazione canonica": impresa "che però si rivela
particolarmente difficile".
Solo l’Opus Dei, gode di un ordinamento giuridico solido e
inattaccabile.
2) La presenza in alcuni movimenti di religiosi e religiose
appartenenti ad altri istituti: ciò "ha provocato in taluni una
crisi d´identità e ha indotto altri a lasciare il proprio
istituto o a stabilire una sorta di doppia appartenenza".
Il fenomeno si verifica soprattutto tra i carismatici e i
neocatecumenali. È frequente, ad esempio, che dei gesuiti oppure
dei francescani entrino a farvi parte. Padre Raniero
Cantalamessa, predicatore ufficiale della casa pontificia, è un
caso famoso di doppia appartenenza: è frate francescano e nello
stesso tempo fa parte del movimento carismatico Rinnovamento
nello Spirito. Tra i carismatici le doppie appartenenze sono
numerose. Invece tra i neocatecumenali avviene più spesso che un
religioso o una religiosa abbandoni il proprio istituto
d´origine e passi in toto al movimento fondato da Kiko Argüello
e Carmen Hernández. È comprensibile che antiche e gloriose
famiglie religiose non vedano di buon occhio la fuoruscita di
propri uomini e donne consacrate, e il loro passaggio ai nuovi
movimenti.
3) Alcuni movimenti ecclesiali ammettono battezzati non
cattolici": se questi "diventassero molto numerosi, nelle
assemblee generali potrebbero influire su cambiamenti
sostanziali degli statuti, mettendo in pericolo la natura
cattolica del movimento stesso" (Per esempio, nella comunità
monastica di Bose , vi sono dei protestanti e degli ortodossi ,
oppure i Focolari di Chiara Lubich, hanno tra i loro membri
migliaia di non cattolici e di non cristiani, tra cui numerosi
musulmani e buddhisti)
4) La partecipazione dei sacerdoti ai movimenti. In alcuni di
essi vi sono seminari propri, nei quali gli studenti vengono
formati secondo il loro carisma e vengono preparati per essere
sacerdoti a servizio del movimento stesso.
Il caso più vistoso è quello del Cammino Neocatecumenale, con
più di cinquanta seminari "Redemptoris Mater" nel mondo, dai
quali sono usciti migliaia di preti giuridicamente incardinati
nelle diocesi ma spesso, di fatto, a servizio esclusivo del
Cammino.
Casi analoghi sono quelli della Comunità di Sant´Egidio, dei
Focolari, delle Oasi Mariane, della Comunità Missionaria di
Villaregia , dei Legionari di Cristo e di altri movimenti con
sacerdoti al proprio servizio, ordinati o prestati da vescovi
amici.
In effetti, tra i movimenti sorti negli ultimi decenni, alcuni
hanno già ottenuto la facoltà di incardinare i propri preti: i
Legionari di Cristo, i Lefebvriani rientrati nella Chiesa
cattolica, i Missionari di San Carlo Borromeo - legati a
Comunione e Liberazione e l´Opus Dei, in quanto prelatura
personale.
Altri “pericoli” ( sempre secondo La Civiltà Cattolica) si
possono così sintetizzare:
"La tendenza ad assolutizzare la propria esperienza cristiana
ritenendola la sola valida, per cui i ´veri´ cristiani sarebbero
coloro che fanno parte del proprio movimento".
"La tendenza a chiudersi in se stessi, cioè a seguire i propri
piani pastorali e i propri metodi di formazione dei membri del
movimento, a perseguire le proprie attività apostoliche,
rifiutando di collaborare con le altre organizzazioni ecclesiali
oppure chiedendo di occupare da soli tutto lo spazio, lasciando
scarsi margini alle attività di altre associazioni".
"La tendenza a estraniarsi dalla Chiesa locale, facendo
riferimento, nella propria azione apostolica, più ai metodi del
proprio movimento e alle direttive dei propri dirigenti che alle
direttive e ai programmi pastorali delle diocesi e delle
parrocchie. Di qui le tensioni, talvolta aspre, che si possono
creare tra i movimenti ecclesiali da una parete e i vescovi e i
parroci dall´altra" (Il link alla rivista: > "La Civiltà
Cattolica").
In ogni caso, ciascuno dovrebbe avere in mente che la Chiesa
cattolica è tale perché universale: nelle sue capaci braccia c’è
posto per tutti e con lo spirito fraterno derivato dal Vangelo
di Gesù, il salvatore dell’umanità (e Benedetto XVI ha ferme
intenzioni di far rispettare questa “regola”).
Breve sintesi dei movimenti cattolici più noti
Naturalmente, mi limito agli aspetti “positivi” di ciascun
movimento, tralasciando quelli negativi che, molte volte sono di
gran lunga superiori e decisamente preoccupanti.
Il Signore penserà a dividere il grano dal loglio.
Opus Dei
L'Opus Dei è una prelatura personale della Chiesa cattolica. Fu
fondata a Madrid il 2 ottobre 1928 da san Josemaría Escrivá. Ad
essa appartengono attualmente circa 84.000 persone dei cinque
continenti. La sede, con la chiesa prelatizia, si trova a Roma.
Il Concilio Vaticano II ha ricordato che i battezzati sono
chiamati a seguire Cristo, a vivere il Vangelo e a farlo
conoscere. L'Opus Dei ha lo scopo di contribuire a tale missione
evangelizzatrice della Chiesa, promuovendo fra i fedeli
cristiani di ogni condizione uno stile di vita pienamente
coerente con la fede nelle circostanze quotidiane, specialmente
attraverso la santificazione del lavoro.
Per raggiungere questo fine, la prelatura fornisce i mezzi di
formazione spirituale e la cura pastorale anzitutto ai propri
fedeli, ma anche ad altre persone.
I loro adepti svolgono il proprio lavoro di evangelizzazione nei
diversi ambiti della società in cui operano. Di conseguenza, il
loro impegno non si limita a un campo specifico, come per
esempio l'educazione, l'assistenza degli ammalati o l'aiuto ai
disabili. La missione della prelatura è quella di ricordare ai
cristiani che, qualunque sia l'attività alla quale si dedicano,
essi devono cooperare a trovare delle soluzioni etiche ai
problemi della società e dare costante testimonianza della
propria fede(© 2005, Ufficio Informazioni dell'Opus Dei in
Internet )
I Cursillos
I Cursillos di cristianità sono nati in Spagna, a Palma de
Mallorca, negli anni ’40, ad opera di alcuni giovani di Azione
Cattolica, che si sforzavano di trovare un metodo per ridare
vigore a cristiani già in preda ai primi segni del secolarismo.
Tra i fondatori emerge Eduardo Bonnin, che ama dire che i
Cursillos sono nati "non per formare uomini di Chiesa, ma una
Chiesa di uomini", ossia degli uomini che, avendo preso
coscienza del proprio Battesimo, sappiano impregnare dello
spirito evangelico gli ambienti di questo mondo, dove spesso Dio
è sconosciuto. In questo senso quelli che hanno vissuto
l’esperienza del Cursillo ("piccolo corso") sono chiamati a
vivere non tanto "all’ombra del campanile", quanto piuttosto a
contatto diretto con le realtà del mondo, per testimoniare in
esse la forza del Vangelo e la gioia di essere cristiani. In
Italia i cursillos sono presenti in 86 diocesi.
I focolari (o focolarini)
Fondati da Chiara Lubich, nata a Trento, domiciliata a Rocca di
Papa, ha ottenuto da Papa Giovanni Paolo II che i Focolarini
avranno sempre a capo una donna. Privilegio unico, per un
movimento che conta tra i suoi aderenti anche migliaia di preti
e frati. E centinaia di vescovi.
Nel nome ufficiale, Opus Mariae, ricordano la leggendaria Opus
Dei. Ma sono più noti come Focolarini. Li ha fondati e li dirige
una donna, Chiara Lubich, che nel 1966 parlava ai dirigenti del
Movimento della "passione per la Chiesa" come anima dell'impegno
di comunione e collaborazione. Sin dagli inizi, la spiritualità
dell'unità è stata condivisa da persone di ogni vocazione:
laici, sacerdoti, religiosi e religiose, impegnati in parrocchie
e diocesi.
Con gli anni hanno preso forma, all'interno dell'unico Movimento
dei Focolari, il movimento sacerdotale, dei religiosi e delle
religiose, il movimento Parrocchiale.
Si sono intessuti rapporti di stima e di aiuto spirituale e
concreto con Associazioni e Movimenti ecclesiali.
Essi collaborano - su richiesta dei Pastori - per
l'organizzazione di grandi manifestazioni mondiali, come i
Giubilei e le Giornate per la famiglia e per i giovani; nelle
diocesi e nelle parrocchie in organi consultivi a vario livello,
come i Consigli Pastorali, le Consulte dei laici, e in altre
iniziative di carattere pastorale (per es. consultori familiari,
centri di accoglienza alla vita, corsi di formazione per
coniugati e fidanzati).
«La nostra divisa è il sorriso», dicono i Focolarini. Suonano,
cantano e danzano per voi in spettacoli multicolori e lieti. In
un tripudio d'unità tra le razze bianche nere e gialle. Solo i
sessi stanno separati. Di complessi musicali per i palasport di
mezzo mondo i Focolarini ne fanno girare due, il Genverde, di
sole donne, e il Genrosso, di soli maschi. Giovanni Paolo II li
amava e li “copiava” per le giornate della gioventù.
I Focolarini hanno una editrice, Città Nuova, presente in 27
Paesi; un periodico dello stesso titolo con 38 edizioni in 22
lingue compreso l'arabo e il cinese; un bimestrale di cultura,
"Nuova Umanità". Ma la pubblicazione che davvero orienta il
movimento è un semplice foglietto mensile scritto da Chiara
Lubich, "Parola di Vita". Tradotto in 80 lingue, è diffuso in
3.400.000 copie. Ma grazie a radio e tv amiche raggiunge 13
milioni di persone del mondo.
'Movimento Focolari
http://www.siticattolici.it/schede/s9733.htmlhttp://www.siticattolici.it...
Il sito ufficiale internazionale del movimento fondato da Chiara
Lubich durante la II guerra mondiale e oggi diffuso in oltre 180
nazioni, con più di 5.000.000 di aderenti, delle diverse
culture, religioni, età ed estrazioni sociali.
Nel Centro Maria (Mov. Focolari) , è luogo d'incontro, di
scoperta, di dialogo, e di aiuto reciproco, tra artisti e arti
di ogni tipo e cultura.
CAMMINO NEOCATECUMENALE
Il Cammino neocatecumenale è nato tra le baracche di Madrid nel
1964. A inventarlo sono Francisco "Kiko" Argüello, di
professione pittore, e Carmen Hernandez, una ex suora, teologa
autodidatta. Quattro anni dopo si trasferiscono a Roma e fondano
le loro prime comunità d'educazione e rieducazione alla fede.
L'idea la riprendono dal catecumenato antico, che era severa
preparazione al battesimo dato in età adulta, e la applicano
alle masse dei cristiani d'oggi, battezzati da piccoli ma mai
seriamente iniziati alla vita di fede. Il Cammino verso la
«rinascita» dura molti anni, anche una ventina e più. E i
neocatecumenali lo vivono come «gestazione». Anche le loro
chiese sono simbolo materno. Al centro della navata c'è
«l'utero», la vasca d'acqua dove i loro figli sono battezzati
per immersione e i convertiti rinascono a nuova vita.
Oggi contano 13.000 comunità d'una trentina di membri ciascuna
in 100 nazioni di cinque continenti. A Roma sono molto presenti.
La loro espansione è anche geografica. Già più di 200 famiglie
neocatecumenali, si sono fatte missionarie e sono partite per
luoghi tra i più remoti e inospitali, dalla Siberia alla Terra
del Fuoco. Per aiutare sia le famiglie in missione che quelle
con più carico di figli. Ogni comunità alimenta una cassa
comune, da svuotarsi al termine d'ogni mese dando il sovrappiù
ai poveri.
Famiglie dossettiane
Le famiglie che seguono gli insegnamenti di Dossetti, il celebre
monaco, vivono tra l'Appennino bolognese, Modena e Reggio. Ma il
nucleo più consistente, un paio di dozzine, s'è stabilito a
Sammartini, sopra Crevalcore, nelle campagne tra Bologna e il
Po. Alcune di queste famiglie hanno il padre che è diacono e
abitano nelle canoniche. Oltre i figli propri, le famiglie
dossettiane se ne prendono altri in adozione o in affido, spesso
da paesi lontani e con handicap. Questo modello di famiglia da
Regno di Dio in terra è così centrale nella regola di Dossetti,
che vale per gli stessi suoi monaci e monache che vivono nelle
campagne di Sammartini. Anch'essi hanno a carico dei bambini:
orfani, disabili, down. Nell'Italia cattolica d'oggi c'è di
tutto. Se neocatecumenali e dossettiani rappresentano l'estremo
della famiglia ultraprolifica, come gli hutteriti e gli Amish
negli Stati Uniti d'America, tra le coppie sposate cattoliche ce
n'è anche di situate all'estremo opposto. Quello della natalità
zero. Voluta e teorizzata(es. Comunità di s. Egidio).
Comunità di s. Egidio
Il nome lo assumono dall'ex convento carmelitano di Trastevere
che è dal 1973 il quartier generale della loro comunità. A Roma
e in Italia hanno un migliaio di iscritti. Sono attivi tra le
povertà urbane e nel dialogo tra le religioni. Hanno operato con
successo per la tregua in Mozambico. Si sono candidati al Nobel
per la pace. Molti di loro sono sposati. Ma non hanno figli. Non
vogliono averne. «Di fronte a tanti uomini e bambini
abbandonati, non esiste solo la paternità di sangue», dice Mario
Marazziti, da sempre portavoce ufficiale della comunità, sposato
da anni, senza figli, con Cristina Marazzi, anch'essa leader di
spicco.
Nei primi anni Settanta la comunità di Sant'Egidio era composta
di soli celibi e diceva d'ispirarsi al monachesimo. Poi, dal
1978, cominciarono a sposarsi, sempre tra membri della comunità.
Lo spiegano citando san Paolo: «Meglio sposarsi che ardere dal
desiderio». Al matrimonio guardano come a «rimedio della
concupiscenza». Lo celebrano senza solennità e, una volta
sposati, non lo danno a vedere: «Per non mettere a disagio chi è
solo». I figli? «Eccoli. Sono i poveri».
Di bambini, ne prendono qualcuno in adozione o in affido,
soprattutto dal Terzo mondo. Ma di loro si cura la comunità, più
che la coppia titolare. Tra i gerarchi della Chiesa, i più
pensano che a Sant'Egidio il matrimonio sia vissuto in religiosa
perenne astinenza, come in certe confraternite medievali. Ma non
è così. Neocatecumenali e Sant'Egidio sono davvero agli
antipodi. Anche sui contraccettivi.
Sul "Time" del 28 aprile scorso il prestigioso newsmagazine
americano ha incluso il fondatore della comunità, Andrea
Riccardi, fra i 36 "Eroi Europei" dell'anno.
La pace, i poveri, il Vangelo: questi i tre elementi che
caratterizzano la comunità, nel profilo pubblicato da "Time".
Profilo che traspare anche dal suo sito web in venti lingue:
- Comunità di Sant´Egidio
In questo Sito ufficiale, si trova la preghiera quotidiana della
Comunità, con la possibilità di inviare le proprie intenzioni,
notizie sulle iniziative di solidarietà, incontri ecumenici,
dialogo, aiuto ai poveri e ai paesi poveri.
Comunione e Liberazione (CL)
Comunione e Liberazione è un movimento ecclesiale il cui scopo è
l’educazione cristiana matura dei propri aderenti e la
collaborazione alla missione della Chiesa negli ambiti della
società contemporanea.
È nato in Italia nel 1954 quando don Luigi Giussani diede vita,
a partire dal Liceo classico «Berchet» di Milano, a
un’iniziativa di presenza cristiana chiamata Gioventù
Studentesca (GS). La sigla attuale, Comunione e Liberazione
(CL), compare per la prima volta nel 1969. Essa sintetizza la
convinzione che l’avvenimento cristiano, vissuto nella
comunione, è il fondamento dell’autentica liberazione dell’uomo.
Attualmente Comunione e Liberazione è presente in circa settanta
Paesi nei vari continenti.
Non è prevista alcuna forma di tesseramento, ma solo la libera
partecipazione delle persone. Strumento fondamentale di
formazione degli aderenti al movimento è la catechesi
settimanale denominata «Scuola di comunità».
Loro rivista ufficiale è il mensile internazionale «Tracce -
Litterae Communionis».
A Don Luigi Giussani, scomparso il 22 febbraio 2005, va l’alto
merito di aver intuito negli anni Cinquanta la nuova solitudine
dei giovani, che avanzava con la secolarizzazione. Ad essi offrì
una risposta religiosa essenzialmente fondata su un’esperienza
comunitaria d’incontro con Cristo. Essa si basava sul
tradizionalismo del primo Ottocento, quello di De Maistre e del
primo Lamennais, antirivoluzionario, intransigente.
Successivamente, questo spirito è andato perduto per la
commistione politica ed affaristica dei nuovi dirigenti.
I Legionari di Cristo
Fedelissimi al papa. Un po' misteriosi. E in crescita continua.
Il Papa sarà pure un generale senza divisioni, come ironizzava
Stalin. Ma di legioni sue ne ha fin troppe. Ha i Legionari di
Maria, quelli che hanno per gladio il rosario. E soprattutto ha
i Legionari di Cristo. A Città del Messico, sono nati e da lì
che si sono messi in marcia,. È da lì che si sono propagati nel
mondo. Con una geometrica potenza che non ha eguali in altre
milizie cattoliche. Il loro fondatore e condottiero è il prete
messicano Marcial Maciel, un anziano sacerdote , coetaneo del
compianto Papa Wojtyla.
I Legionari di Cristo hanno la loro sede romana all’Ateneo
pontificio Regina Apostolorum, la loro facoltà teologica di
Roma, sulla via Aurelia. Essi assomigliano un po' all'Opus Dei
e, risalendo più indietro, ai gesuiti. Anche nel fondare nel
mondo: università e scuole private di qualità.
Una loro idea madre è l'equivalenza tra successo professionale e
benedizione divina, oltre che la fedeltà assoluta al papa. I
preti sono per loro l'élite delle élite, da educare, con
particolarissima cura. Naturalmente, sono maschi e preti
consacrati, o per lo meno destinati al sacerdozio. Si diventa
tali con quattro tappe fondamentali, successive al diploma di
maturità: la prima di noviziato, che in Italia si tiene a
Gozzano e dura due anni; la seconda di scienze umane, d'un anno,
che si tiene in Spagna, a Salamanca, in Messico, a Monterrey,
oppure negli Stati Uniti, nel Connecticut; la terza di
filosofia, di quattro anni, a Roma o a New York; la quarta di
teologia, di altri tre anni, a Roma. In totale fanno dieci anni
di studi, ai quali però si aggiungono, nel mezzo del quadriennio
filosofico, altri due o tre anni di .pratica apostolica.
Insomma, tra il diploma e l'ordinazione sono dodici o tredici
anni filati, in seminari ad hoc. Senza contare gli ulteriori due
anni di dottorato in teologia riservati ai migliori.
Molti vescovi, da diverse zone del mondo, preferiscono mandare a
Roma, alla scuola dei Legionari, i futuri dirigenti e insegnanti
dei loro seminari diocesani. Quando Marcial Maciel la fondò,
dicono le storie ufficiali, era il 3 gennaio del 1941, lui aveva
21 anni e i suoi primi seguaci erano tredici bambini tra gli 11
e i 14 anni.
Regnum Christi
Movimento internazionale d'apostolato al servizio della Chiesa e
degli uomini, fondato dal P. Marcial Maciel. Presente in più di
30 Paesi, tra i suoi membri conta uomini, donne e sacerdoti. I
membri del Regnum Christi aspirano ad incrementare la comunione
personale con Cristo e a realizzare individualmente o in gruppo
una intensa attività apostolica. Sono il ramo “laico” dei
Legionari di Cristo.
I Carismatici ovvero
il Rinnovamento dello Spirito, oppure
Pentecostali
Sono Il boom del secolo e lo saranno anche nel Terzo millennio.
Sono più di settecento milioni.
Nel 900 non esistevano. Oggi un cristiano su tre al mondo
appartiene alle loro schiere.
Li chiamano pentecostali. O carismatici. Sono un rivolo d'una
immensa fiumana, il più fenomenale boom religioso del 2000.
Cent'anni fa non esistevano e oggi di pentecostali nel mondo ce
ne sono quasi 700 milioni. Dei 2 miliardi di cristiani di varie
aggregazioni, ormai quasi uno su tre sono dei loro. Anche dentro
la Chiesa cattolica hanno una crescita esponenziale. All'inizio
del 1967 si contavano sulle dita di una mano sola. Oggi sono
presenti in 240 Paesi. In Italia, i più si sono federati in un
network che si chiama Rinnovamento nello Spirito, con tanto di
riconoscimento ufficiale dei vescovi. Sono tantissimi (tra loro
non è da dimenticare Il celebre vescovo guaritore Emmanuel Milingo, africano dello Zambia, divenuto suo malgrado celebre in
Italia per le sue vicende personali poco edificanti e tanto poco
“carismatiche” e Padre Raniero Cantalamessa, francescano,
predicatore della casa pontificia).
I carismatici sono ormai vicini ad essere maggioranza tra i
cattolici praticanti.
In Inghilterra la svolta è già avvenuta.
Tra i pochissimi anglicani che vanno a messa la domenica,
primeggiano i pentecostali. Ma le crescite a più grandi cifre
sono nelle Americhe, nell'Africa, nell'Asia. Qui l'avanzata
complessiva è al ritmo di più di 50 mila conversioni quotidiane.
In Brasile, ogni giorno i pentecostali delle più diverse sigle
aprono una nuova chiesa.
Il pentecostalismo è democratico, più di quanto lo siano le
Chiese tradizionali col clero saldamente al comando. Fa posto a
bianchi, neri e meticci alla pari. Dà a tutti il diritto di
parlare, profetare e benedire. Non ha struttura di setta
gerarchica, ma di network flessibile, adattabile ai diversi
contesti. E' capace di far proseliti clandestini fin in Cina e
di penetrare le denominazioni cristiane: cattoliche,
protestanti, ortodosse. Esalta i carismi soprannaturali ma anche
i naturali talenti, attraendo i ceti sociali in ascesa. Più che
a libri e scritture, si affida all’oralità, anche a quella
moderna di radio e tv. Per il carismatico tipo, la vera
rivoluzione si fa nei cuori.
I carismatici sono protagonisti in un romanzo di Paulo Coelho: "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto".
Brasiliano, cattolico, Coelho scrive di loro in pagine
palpitanti. Li promuove a pieni voti. Sono «guerrieri della
luce», «pionieri dello spirito», veri rivoluzionari impegnati «a
guidare la trasformazione spirituale dell´umanità». Grazie a
loro, l uomo scoprirà di essere capace di «parlare la lingua
degli angeli, compiere miracoli, guarire e penetrare il senso di
ogni cosa»( speriamo, almeno).
Assoc. Mov. 'I Servi dei Poveri del Terzo Mondo'
Movimento missionario di contemplazione nell'azione,
profondamente ecclesiale nella sua fedeltà all'Eucaristia, alla
Madre di Dio, Maria Santissima, che noi invochiamo come "Madre
dei Poveri", e al Santo Padre. Una missione internazionale
cattolica, il cui principale obiettivo è quello di aiutare i
poveri che vivono nel Terzo Mondo e in altri Paesi con problemi
simili, avviando e accompagnando sul cammino della continua
conversione e della santità.
ACLI Oltreilnaso
Il sito Oltreilnaso si propone attraverso l'esperienza fatta da
alcuni giovani di una parrocchia romana, di raccontare con le
foto e le parole della mostra "Ho un debito con il paese più
indebitato della terra", il sorriso, la speranza e la fede
dell'Africa. La sensibilizzazione dei cuori prima di
concretizzare uno dei tanti progetti, la sinergia tra il
Movimento Giovanile Missionario delle Pontificie Opere e le Acli.
Movimento Giovanile Missionario Chat
Un modo per conoscersi, incontrarsi, fare quattro chiacchiere,
divertirsi. Un'idea nuova e significativa, per parlare della
fede e dell’impegno cristiano nel mondo.
Gruppo Missionario Salesiano 'Amici del Sidamo' - Varese
Sito del gruppo missionario Amici del Sidamo - In Missione di
Varese che lavora per le missioni dei salesiani in Etiopia. Link
alle pagine degli altri gruppi e del movimento.
Movimento Contemplativo
Missionario
'P. De Foucauld' - Cuneo
Scopi, attività ed essenza del centro contemplativo missionario
P. De Foucauld. Testi, scuola di preghiera per giovani e
deserto.
E tantissimi altri che ciascuno si potrà cercare cliccando sugli
indirizzi generali che inserisco alla fine del servizio.
Movimento culturale etico del
Giffoni Film Festival
(Website
www.giffoniff.it E-mail uff.stampa@giffoniff.it)
Questo che propongo è un “movimento culturale cristiano” del
tutto speciale, quello creato da un piccolo religioso
francescano, Padre Claudio e dai suoi “Ragazzi” tra cui Claudio
Gubitosi, attualmente il direttore e il sostenitore più
appassionato di questa rassegna che ha varcato i confini
nazionali per proporsi in America, in Cina, in Australia… Anzi,
proprio ultimamente, in America, nella mecca del cinema ,
Hollywood è stato allestito il loro “Festival” incentrato con
un’attenzione particolare ai valori etici in fieri dei
preadolescenti., sperando che anche lì i ragazzi siano sensibili
alla dimensione spirituale.
Questo Festival prende a cuore i giovanissimi, insomma, quelli a
cui si da così poco spazio per dialogare, scontrarsi, imparare
in una cornice amichevole, attenta, tutta per loro preparata con
tanta cura a Giffoni Valle Piana (Salerno) nel mese di luglio (ahi, la calura!) da una
équipe ormai internazionale che
seleziona per loro il meglio dei film proposti dalla
cinematografia mondiale.
A luglio prossimo, per esempio, dal 16 al 23 luglio 2005, la 35°
EDIZIONE del GIFFONI FILM FESTIVAL, sarà DEDICATA AL RICORDO DI
PAPA WOJTYLA.
Il filo rosso che collegherà la rassegna sarà “L’emozione”. E
quale migliore occasione di aprire il Festival se non con le
immagini di Giovanni Paolo II che accolse festosamente le
migliaia di partecipanti all’udienza del 13 settembre del 2000,
in occasione del loro trentennale? Il Papa, quel giorno, rivolse
loro non un semplice augurio per il futuro ma un incoraggiamento
convinto. Si complimentò con lo staff organizzativo per quanto
fatto, trasmise forza, emozioni, come è successo con tutto il
mondo. L’emozione fu grandissima: si sprecarono lacrime e
singhiozzi.
Quell’incontro ha segnato la vita del Giffoni Film Festival.
Infatti, la prossima edizione è dedicata a Papa Wojtyla e, molto
probabilmente, in occasione della prima giornata del festival,
sarà proiettata la fiction 'Karol' sulla storia di Wojtyla
(trasmessa il 18 e il 19 aprile 2005 su Canale 5), alla presenza
del cast. ‘’La nostra intenzione e’ quella di mettere a punto
un’intera giornata dedicata al nostro grande Papa scomparso – ha
comunicato Claudio Gubitosi – Inviteremo il cast della fiction
‘’Karol’’ e faremo di tutto per avere con noi anche il Cardinale
Renato Raffaele Martino, originario di Salerno e molto legato al
festival di Giffoni’’. Non solo, il Giffoni Film Festival andrà
anche a Cracovia, nella terra del Santo Padre.
Alimentare l’amicizia tra i giovani è un dovere civile e
religioso di tutti gli uomini e le donne di buona volontà,
specie dei cristiani.
Per questo, nel campo cattolico, specie tra i salesiani e le
salesiane che si dedicano con intensa passione alla formazione
spirituale, intellettuale e morale dei giovani, visto che stiamo
parlando di utilizzare al meglio i carismi datoci dallo Spirito
per portare a tutti la “buona notizia”, sarebbe bellissimo se
avvenisse un “collegamento”.
Chissà che non succeda!
Ed infine, ecco i vari indirizzi dove si potrà scoprire la
meraviglia del cristianesimo, seme potentissimo messo nel cuore
del tempo da “Qualcuno” che è vissuto, morto, risorto per la
salvezza dell’umanità.
E non è uno scherzo.
Comunione e liberazione
www.comunioneliberazione.org
Comunità di Sant'Egidio
www.santegidio.org
Cursillos de Cristianità
wwww.aliasnet.it/luna/cursillos
Regnum Christi
www.legionofchrist.org
Rinnovamento nello Spirito
www.rns-italia.it
Schönstatt
www.kath.de/schoenstatt
I siti di altri Movimenti e Comunità si possono trovare tramite
i motori di ricerca:
www.profeta.it
www.chiesacattolica.it
www.siticattolici.it
www.noicattolici.it
Maria de Falco Marotta
GdS 30 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it