Mancava, la comandante della SeaWatch 3 Carola Rackete!
Al gruppo delle donne arrabbiate, mancava, la comandante della SeaWatch 3 Carola Rackete!
Più che preoccuparci l’avventura della SeaWatch 3 e della sua comandante Carola Rackete, ci ha incuriosito e “divertito” (tanto le donne in questo tempo hanno il timone in mano in ogni campo) per le varie posizioni culturali assunte da Destra e da Sinistra. Molti- onestamente – si chiedono se il suo operare sia stato giusto.
Obiettivamente, si è comportata un po’ come una ragazzina capricciosa e- per tale motivo- la procura di Agrigento ha aperto un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione, in particolare il reato di resistenza all’ordine di arresto emesso da una nave da guerra contro la comandante della SeaWatch 3 Carola Rackete.
Uscire dal vicolo cieco
La portavoce di SeaWatch aggiunge che dal 26 giugno l’equipaggio non ha ancora ricevuto nessuna sanzione: “Siamo entrati nelle acque territoriali italiane il 26 giugno, ma non ci è stata notificata ancora nessuna multa. Pur di non far sbarcare le persone, perché questo succederebbe se ci notificassero la multa, non si sta nemmeno applicando il decreto sicurezza bis”.
L’avvocato della SeaWatch Alessandro Gamberini giudica positivamente l’intervento dell’autorità giudiziaria: “Credo che l’indagine penale ci consentirà di far valere le nostre ragioni, di uscire finalmente da questo cul de sac in cui eravamo precipitati da giorni. Non siamo contenti che si sia aperta un’indagine, ma siamo sicuri di riuscire a dimostrare, com’è accaduto in passato, che la comandante ha agito in linea con le leggi internazionali, leggi che non possono essere violate da nessuna ordinanza”. Secondo Gamberini Carola Rackete, non avendo ricevuto nessuna indicazione di un porto di sbarco né da Malta né dall’Italia, “ha aspettato fin troppo a entrare in porto, visto lo stato di necessità e la situazione a bordo”. “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio, ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”, con queste parole la comandante della nave SeaWatch 3 Carola Rackete nel pomeriggio del 26 giugno ha deciso di violare il divieto di entrare nelle acque italiane emesso dal ministro dell’interno Matteo Salvini dopo il decreto sicurezza bis. Azzarda una multa da diecimila a 50mila euro e un’indagine contro di lei per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o per il rifiuto di obbedire all’alt intimato dalle navi della guardia di finanza.
A tre miglia dalle coste di Lampedusa infatti Rackete ha rifiutato di fermarsi e ha tenuto la rotta verso l’isola. In serata le autorità italiane sono salite a bordo, ma non hanno dato l’autorizzazione allo sbarco. “Le autorità italiane sono salite a bordo impedendoci di attraccare. Hanno controllato la nave e i passaporti dell’equipaggio e ora attendono istruzioni dai loro superiori. Io spero veramente che facciano scendere presto i migranti soccorsi”, ha raccontato Rackete su Twitter. Cosa può succedere ora? Le risposte del legale della SeaWatch, Alessandro Gamberini.
E ora?
Credo che se l’autorità amministrativa non darà l’autorizzazione allo sbarco, prima o poi sarà l’autorità giudiziaria a darla.
Di che potrebbe essere accusata la comandante?
Carola Rackete potrebbe essere accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma per il momento non è stata aperta alcuna inchiesta giudiziaria. D’altro canto tutto è avvenuto alla luce del sole e anche in passato questo tipo di accuse è stato archiviato. Un’altra accusa che potrebbero muovere contro la comandante è quella di non essersi fermata all’alt delle autorità italiane.
E per quanto riguarda la multa?
Sul piano amministrativo, il decreto sicurezza bis implica una multa pecuniaria da diecimila a 50mila euro a carico della comandante. Vedremo che sanzione le faranno, dipenderà anche dal numero di persone che sono a bordo. Non sono tante, quindi la sanzione non potrà essere il massimo. Il sequestro della nave invece non è possibile, perché il decreto sicurezza bis prevede il sequestro solo in caso di reiterazione del reato. Non è questo il caso, la reiterazione non c’è.
Per me, la giovane Rackete ha compiuto un atto disdicevole, pur essendo la comandante della nave, non era nel porto di Riga o altro per ignorare il divieto d’attracco. Siamo o non siamo in una nazione diversa le cui leggi occorre rispettare, senza infischiarsene. Mi sa che la capitana pensava di essere al tempo del nazismo, quando con il loro governo si terrorizzavano tutti. Sbagliato, sbagliato, sbagliato. Oggi le leggi- per quanto non possano piacere- vanno rispettate: assolutamente. E- per favore- non facciamo finta di piangere per quattro migranti che non mi sembravano che stessero così male. Sicuramente- poi- avrà avuto un gruppo di duri politici che l’hanno “appoggiata”.
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Per conoscere meglio:
La legge del mare:
Annalisa Camilli,La legge del mare. Cronache dei soccorsi nel mediterraneo è un libro appena pubblicato da Rizzoli, che racconta l’origine della propaganda contro le ong. Portandoci a bordo delle navi dei soccorritori, ci spiega chi sono, come operano e in che modo finanziano le loro attività.